Buongiorno lettrici! Nonostante i virus ci abbiano presi di mira ed ancora non mollino la presa, provo a buttare giù la recensione di questo libro che ho letto poco tempo fa: "La pioggia fa sul serio" di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.
Premettiamo un paio di cose. Sono una grande fan di questo duetto letterario perché ha scritto gialli molto belli e ben congeniati e perché i loro romanzi sono tutti ambientati qui dove vivo io; infatti il buon Guccini ha deciso di trasferirsi in zona circa 10-15 anni fa ed è una sorta di vicino di casa che incontri al mercato del sabato piuttosto che al cinema (giuro che l'ho visto in fila per il cartone "Inside Out"!). Del resto, non per tirarsela ... (ma anche un po' sì), siamo terra di cantanti e da ragazza incontravo Vasco in discoteca e Dalla faceva la spesa da mia nonna .... insomma robe così!
Comunque torniamo a noi ed al nostro romanzo.
Si tratta del secondo volume del filone di Marco Gherardini, ufficiale della forestale di queste abbandonate montagne. Il primo volume, "Malastagione" aveva inaugurato il suo ruolo di protagonista ed ambientava le vicende ai giorni nostri (ho parlato di questo libro su questo blog alcuni anni fa).
Non vi faccio il solito riassunto della trama perché, in questo caso non rende. E' di base un giallo, ci sono omicidi misteriosi (specialmente per un posto come questo!) e strani traffici fra montagna e pianura che nascondono un bel giro di soldi. Ma, al di là della storia di base, ciò che amo molto in questi libri è la volontà di far conoscere alla massa una realtà che attraversa un periodo di grande difficoltà. C'è un grosso problema di spopolamento della montagna, le fabbriche chiudono e bisogna trasferirsi in pianura, e l'abbandono ulteriore e l'incuria di chi rimane è la causa di enormi problemi di origine idrogeologica. Le montagne abbandonate franano, lo sanno tutti.
Poi c'è anche una frana che definirei sociale, la scomparsa di una realtà, di un modo di vivere anche il territorio che erano l'eredità dei nostri nonni, ma che noi non siamo stati capaci di fare nostri e di tramandare ai nostri figli. La montagna non è un posto per la frenesia; qui il modello cittadino non può portare a nulla di buono, non si può vivere qui come si vive a Bologna. O si accetta questo e si cerca di creare un'economia che abbracci la realtà del luogo o si è destinati al fallimento.
Ecco, tutto questo ho trovato nel libro di Guccini e Macchiavelli, e per questo lo consiglio.
Forse non è un libro che tutti possono capire, ma con un piccolo sforzo è possibile approcciarsi ad un tipo di vita che viaggia ad una velocità diversa e che racchiude una sua peculiare e grande bellezza.
Dei due autori vorrei segnalare anche il ciclo del Maresciallo Santovito, ambiantato sempre negli stessi luoghi ma in un diverso periodo storico, dal periodo fascista e della seconda guerra mondiale fino circa agli anni 60. Romanzi molto belli che ho amato anche di più di quelli recensiti. Ci sentivo il ricordo dei miei nonni in quelle storie, non potevo non amarle!
Giudizio critico : ❀❀❀
QUI i suggerimenti di oggi!
Premettiamo un paio di cose. Sono una grande fan di questo duetto letterario perché ha scritto gialli molto belli e ben congeniati e perché i loro romanzi sono tutti ambientati qui dove vivo io; infatti il buon Guccini ha deciso di trasferirsi in zona circa 10-15 anni fa ed è una sorta di vicino di casa che incontri al mercato del sabato piuttosto che al cinema (giuro che l'ho visto in fila per il cartone "Inside Out"!). Del resto, non per tirarsela ... (ma anche un po' sì), siamo terra di cantanti e da ragazza incontravo Vasco in discoteca e Dalla faceva la spesa da mia nonna .... insomma robe così!
Comunque torniamo a noi ed al nostro romanzo.
Si tratta del secondo volume del filone di Marco Gherardini, ufficiale della forestale di queste abbandonate montagne. Il primo volume, "Malastagione" aveva inaugurato il suo ruolo di protagonista ed ambientava le vicende ai giorni nostri (ho parlato di questo libro su questo blog alcuni anni fa).
Non vi faccio il solito riassunto della trama perché, in questo caso non rende. E' di base un giallo, ci sono omicidi misteriosi (specialmente per un posto come questo!) e strani traffici fra montagna e pianura che nascondono un bel giro di soldi. Ma, al di là della storia di base, ciò che amo molto in questi libri è la volontà di far conoscere alla massa una realtà che attraversa un periodo di grande difficoltà. C'è un grosso problema di spopolamento della montagna, le fabbriche chiudono e bisogna trasferirsi in pianura, e l'abbandono ulteriore e l'incuria di chi rimane è la causa di enormi problemi di origine idrogeologica. Le montagne abbandonate franano, lo sanno tutti.
Poi c'è anche una frana che definirei sociale, la scomparsa di una realtà, di un modo di vivere anche il territorio che erano l'eredità dei nostri nonni, ma che noi non siamo stati capaci di fare nostri e di tramandare ai nostri figli. La montagna non è un posto per la frenesia; qui il modello cittadino non può portare a nulla di buono, non si può vivere qui come si vive a Bologna. O si accetta questo e si cerca di creare un'economia che abbracci la realtà del luogo o si è destinati al fallimento.
Ecco, tutto questo ho trovato nel libro di Guccini e Macchiavelli, e per questo lo consiglio.
Forse non è un libro che tutti possono capire, ma con un piccolo sforzo è possibile approcciarsi ad un tipo di vita che viaggia ad una velocità diversa e che racchiude una sua peculiare e grande bellezza.
Dei due autori vorrei segnalare anche il ciclo del Maresciallo Santovito, ambiantato sempre negli stessi luoghi ma in un diverso periodo storico, dal periodo fascista e della seconda guerra mondiale fino circa agli anni 60. Romanzi molto belli che ho amato anche di più di quelli recensiti. Ci sentivo il ricordo dei miei nonni in quelle storie, non potevo non amarle!
Giudizio critico : ❀❀❀
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