Venerdì scorso la mia amica di blog Maris ha ricevuto il B.B.B. Award (ideato da Francesca A. Vanni) e, cortesemente, l'ha girato a chiunque delle sue blogger avesse voglia di ritirarlo e partecipare all'iniziativa.
Beh Maris io sono una grande "leggiona" e quindi non posso proprio fare a meno di appropriarmi del premio!!
Innanzitutto B.B.B. sta per Bastiano Baldassarre Bucci, il nome del protagonista della Storia Infinita, un libro bellissimo che ho letto da ragazzina in una splendida edizione bicolore che non ho mai più ritrovato (il libro faceva parte della biblioteca di classe) con mio sommo disappunto!
In sintesi il premio consiste nel rispondere ad alcune domande inerenti la lettura ed il mio rapporto con i libri.
1) Cosa sono per te i libri?
I libri sono un portale verso altri mondi. Leggendo viaggio, conosco popoli, provo emozioni, vivo avventure. Inoltre i libri sono la mia valvola di sfogo, il mio modo di sfuggire dai guai della quotidianità. Leggo e mi estranio e nient'altro esiste ... almeno per un po'.
2) Consiglieresti mai un libro?
Beh è quello che faccio sempre al Venerdì del Libro. Trovo che sia bello parlare di un libro e di quello che ti ha comunicato; spingere qualcuno a leggere un testo che diversamente magari non avrebbe mai toccato.
3) Copertina, titolo, numero di pagine: ti fai influenzare da uno di questi elementi nella scelta di un libro?
Copertina e titolo hanno la loro importanza nell'attrarre l'attenzione; ma non compro mai senza aver letto la sinossi, benché a volte anch'essa risulti ingannevole.
4) Autori nuovi sì o no?
Certamente sì! E' il lato positivo degli ebooks, che costano poco e ti permettono di osare acquistando libri di perfetti sconosciuti. Non si sa mai dove si può trovare un tesoro, non trovate?
5) Libri semi/auto-pubblicati: sì o no?
Anche in questo caso sì. Ho trovato ottime cose fra i romanzi autopubblicati.
6) Leggi più libri insieme o uno alla volta?
No non ce la faccio. Per me aprire un libro è immergermi completamente nella sua storia e finché ci sono dentro non posso essere anche da un'altra parte, non riuscirei a vivere a pieno la vicenda.
7) Il libro che vorresti aver scritto?
Wow che domanda, sono decine! Però dovendo decidere così velocemente e d'istinto dico "La mia Africa" di Karen Blixen: un libro che mi ha portato in un continente meraviglioso, visto attraverso gli occhi di una donna che lo amava e lo comprendeva profondamente. Non posso contare tutte le volte che l'ho letto, tutti i passaggi che ho sottolineato e riportato altrove. Vorrei tanto aver visto "quell'Africa", anche se coloniale con tutti i lati negativi della colonizzazione, e non dispero un giorno di poter conoscere un paese che sarà forse la "mia Africa".
Bene, queste sono le mie risposte.
Come Maris giro il premio a chiunque abbia voglia di farlo proprio!
Ciao a tutte!!
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martedì 22 maggio 2018
venerdì 18 maggio 2018
VdL - Un suicidio imperfetto. Raul Gardini: storia di una morte sospetta, Fabrizio Spagna
Rieccomi! Devo ammetterlo: portare a termine questo libro è stata un'impresa ardua. Ma partiamo dalla premessa: perché ho deciso di leggerlo? Qualcuno di voi si ricorda di Raul Gardini? Il grande timoniere del Gruppo Ferruzzi, da lui capitanato dopo la morte del suocero, è stato una figura di spicco della finanza internazionale a cavallo degli anni '80/90. Magari c'è chi non ricorda Gardini, ma penso che non ci sia persona che non abbia mai sentito nominare il "Moro di Venezia", vero? Quell'anno, l'ormai lontano 1992, abbiamo tutti sognato l'impossibile, e l'impossibile accadde quando per la prima volta un'imbarcazione italiana vinse la Louis Vuitton Cup battendo l'imbattibile New Zealand ed accedendo di diritto all'America's Cup!
Ecco dietro il Moro di Venezia c'era lui, Raul Gardini, romagnolo verace, marinaio, scaltro giocatore di poker e protagonista degli ultimi anni della finanza italiana prima della bufera di Tangentopoli.
Gardini morì, ufficialmente, suicida il 23 Luglio 1993, all'alba di un mattino in cui avrebbe dovuto recarsi a deporre davanti ad Antonio di Pietro e a Francesco Greco.
All'epoca avevo 19 anni, nutrivo una certa ammirazione per quest'uomo tutto sommato fuori dagli schemi, che parlava sempre fuori dai denti e non mandava a dire nulla a nessuno. E, soprattutto, nel settembre del 1992 mi ero iscritta a Chimica Industriale. La mia iscrizione all'università fu, col senno di poi, molto tribolata, ma all'epoca non mi rendevo conto di essere sbatacchiata di qua e di là come una banderuola. Di mia volontà mi sarei iscritta a biologia senza pensarci due volte, ma insegnanti e genitori cominciarono a mettermi dubbi su dubbi, a parlarmi degli "sbocchi" (se ci penso ora mi viene molto da ridere ... gli sbocchi ...) e così mi feci convincere, lo dico e lo ammetto, MI FECI CONVINCERE a iscrivermi a chimica industriale... bella polla!!!
Ma perché "agli esperti" sembrava una soluzione sicura? Perché si veniva dal grande sogno della Montedison, con enorme stabilimento petrolchimico a Ravenna! Il grande infranto sogno di Gardini: trasformare Ravenna in primis e poi l'Italia nel più importante, ascoltate bene, il più importante polo petrolchimico d'Europa, se non addirittura qualcosa in più!
Poi il sogno s'infranse e Gardini si sparò due colpi alla testa e la chimica in Italia è sostanzialmente naufragata insieme a lui.
E così le mie speranze di lavoro.
Dunque capirete perché mi sono sempre sentita legata a doppio filo col protagonista del libro di oggi. Quando l'ho trovato in rete mi ci sono buttata a capofitto: finalmente un'occasione per capire.
Così è stato anche se francamente mi aspettavo un libro diverso, più biografico diciamo e non così strabordante di concetti di finanza che me ne hanno reso la lettura pesante e difficoltosa.
La vicenda del Gruppo Ferruzzi parte dall'immediato dopoguerra, quando in Europa mancava proprio tutto, in primis i cereali: mancanza non da poco considerando i milioni di persone che soffrivano la fame ormai da anni! Serafino Ferruzzi intuì che il mercato dei cereali prometteva d'essere una miniera d'oro ed andò a spartirsi la torta nientemeno che con gli Stati Uniti che, in veste di unici grandi produttori ed esportatori mondiali, facevano la parte del leone e monopolizzavano il mercato. Ferruzzi seppe crearsi le giuste alleanze ed arrivò a colloquiare da pari con le "cinque sorelle" dei cereali americane. Un'impresa non da tutti! E creò il suo impero.
Gardini ereditò l'impero ma forse non tutte le amicizie, era diverso dal suocero per temperamento ed anche per tipologia di progetti. Purtroppo il sistema remò sempre contro di lui. Personaggio scomodo? Senza dubbio non era semplice fare affari con lui, giocava le sue carte senza girare tanto intorno agli argomenti, dettando le regole, prendendo anche decisioni impopolari. Dopo il grande fallimento di Montedison venne estromesso dal Gruppo Ferruzzi. Ma Gardini aveva l'animo di un pirata, era ben lungi dal ritirarsi ed aveva già intavolato altri progetti.
Tangentopoli travolge tutto. Il "grande baraccone Montedison" ci finisce dentro in pieno. Eppure Gardini non sembrava un uomo finito, distrutto dall'avviso di garanzia, un uomo che vede spalancarsi le porte del carcere; no, era un uomo che diceva "domani ai giudici racconterò la mia verità e ne ho di cose da dire".
Nonostante la famiglia non abbia mai creduto al suicidio, come tale è stata archiviata la sua morte.
Ma se c'è una cosa che questo libro ha chiarito è questa: quando si parla di alta finanza ci sono in gioco interessi economici, equilibri ed assetti politici che nessuna persona comune può nemmeno lontanamente immaginare.
La caduta di Raul Gardini poteva travolgere realtà che non volevano essere coinvolte ... si è parlato anche di una presenza della CIA sulla scena del crimine ...
Non sarà mai fatta luce su ciò che realmente accadde quella mattina a Palazzo Belgioioso. L'Italia era travolta da avvenimenti epocali, la morte di Salvo Lima, di Falcone e quella di Borsellino solo un anno prima, Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica, l'attentato in via dei Georgofili. Nei giorni successivi le bombe di Roma fecero calare velocemente il sipario mediatico sulla vicenda.
Non è una lettura facile se non siete frequentatori della finanza e dei suoi giochi, ma contribuisce ad aprire gli occhi sugli intrecci di collusioni ed accordi che si celano dietro i grandi accadimenti della storia. Istruttivo.
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀
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Ecco dietro il Moro di Venezia c'era lui, Raul Gardini, romagnolo verace, marinaio, scaltro giocatore di poker e protagonista degli ultimi anni della finanza italiana prima della bufera di Tangentopoli.
Gardini morì, ufficialmente, suicida il 23 Luglio 1993, all'alba di un mattino in cui avrebbe dovuto recarsi a deporre davanti ad Antonio di Pietro e a Francesco Greco.
All'epoca avevo 19 anni, nutrivo una certa ammirazione per quest'uomo tutto sommato fuori dagli schemi, che parlava sempre fuori dai denti e non mandava a dire nulla a nessuno. E, soprattutto, nel settembre del 1992 mi ero iscritta a Chimica Industriale. La mia iscrizione all'università fu, col senno di poi, molto tribolata, ma all'epoca non mi rendevo conto di essere sbatacchiata di qua e di là come una banderuola. Di mia volontà mi sarei iscritta a biologia senza pensarci due volte, ma insegnanti e genitori cominciarono a mettermi dubbi su dubbi, a parlarmi degli "sbocchi" (se ci penso ora mi viene molto da ridere ... gli sbocchi ...) e così mi feci convincere, lo dico e lo ammetto, MI FECI CONVINCERE a iscrivermi a chimica industriale... bella polla!!!
Ma perché "agli esperti" sembrava una soluzione sicura? Perché si veniva dal grande sogno della Montedison, con enorme stabilimento petrolchimico a Ravenna! Il grande infranto sogno di Gardini: trasformare Ravenna in primis e poi l'Italia nel più importante, ascoltate bene, il più importante polo petrolchimico d'Europa, se non addirittura qualcosa in più!
Poi il sogno s'infranse e Gardini si sparò due colpi alla testa e la chimica in Italia è sostanzialmente naufragata insieme a lui.
E così le mie speranze di lavoro.
Dunque capirete perché mi sono sempre sentita legata a doppio filo col protagonista del libro di oggi. Quando l'ho trovato in rete mi ci sono buttata a capofitto: finalmente un'occasione per capire.
Così è stato anche se francamente mi aspettavo un libro diverso, più biografico diciamo e non così strabordante di concetti di finanza che me ne hanno reso la lettura pesante e difficoltosa.
La vicenda del Gruppo Ferruzzi parte dall'immediato dopoguerra, quando in Europa mancava proprio tutto, in primis i cereali: mancanza non da poco considerando i milioni di persone che soffrivano la fame ormai da anni! Serafino Ferruzzi intuì che il mercato dei cereali prometteva d'essere una miniera d'oro ed andò a spartirsi la torta nientemeno che con gli Stati Uniti che, in veste di unici grandi produttori ed esportatori mondiali, facevano la parte del leone e monopolizzavano il mercato. Ferruzzi seppe crearsi le giuste alleanze ed arrivò a colloquiare da pari con le "cinque sorelle" dei cereali americane. Un'impresa non da tutti! E creò il suo impero.
Gardini ereditò l'impero ma forse non tutte le amicizie, era diverso dal suocero per temperamento ed anche per tipologia di progetti. Purtroppo il sistema remò sempre contro di lui. Personaggio scomodo? Senza dubbio non era semplice fare affari con lui, giocava le sue carte senza girare tanto intorno agli argomenti, dettando le regole, prendendo anche decisioni impopolari. Dopo il grande fallimento di Montedison venne estromesso dal Gruppo Ferruzzi. Ma Gardini aveva l'animo di un pirata, era ben lungi dal ritirarsi ed aveva già intavolato altri progetti.
Tangentopoli travolge tutto. Il "grande baraccone Montedison" ci finisce dentro in pieno. Eppure Gardini non sembrava un uomo finito, distrutto dall'avviso di garanzia, un uomo che vede spalancarsi le porte del carcere; no, era un uomo che diceva "domani ai giudici racconterò la mia verità e ne ho di cose da dire".
Nonostante la famiglia non abbia mai creduto al suicidio, come tale è stata archiviata la sua morte.
Ma se c'è una cosa che questo libro ha chiarito è questa: quando si parla di alta finanza ci sono in gioco interessi economici, equilibri ed assetti politici che nessuna persona comune può nemmeno lontanamente immaginare.
La caduta di Raul Gardini poteva travolgere realtà che non volevano essere coinvolte ... si è parlato anche di una presenza della CIA sulla scena del crimine ...
Non sarà mai fatta luce su ciò che realmente accadde quella mattina a Palazzo Belgioioso. L'Italia era travolta da avvenimenti epocali, la morte di Salvo Lima, di Falcone e quella di Borsellino solo un anno prima, Tangentopoli e la fine della Prima Repubblica, l'attentato in via dei Georgofili. Nei giorni successivi le bombe di Roma fecero calare velocemente il sipario mediatico sulla vicenda.
Non è una lettura facile se non siete frequentatori della finanza e dei suoi giochi, ma contribuisce ad aprire gli occhi sugli intrecci di collusioni ed accordi che si celano dietro i grandi accadimenti della storia. Istruttivo.
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀
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