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venerdì 1 marzo 2019

VdL - Le sette sorelle. Maia, Lucinda Riley

Il primo volume della serie delle Sette Sorelle mi è stato regalato tempo fa da un'amica. E' rimasto nel dimenticatoio per un bel po' perché inizialmente non ero particolarmente ispirata dal genere. Nel frattempo sono usciti altri quattro volumi e, chiacchiera di qua chiacchiera di là, un po' di curiosità mi è venuta. Ammetto però che mi sono approcciata a questo libro con una punta di scetticismo.
E mi sbagliavo.
Nel giro di poche pagine la lettura mi ha catturata ed ho divorato il romanzo affascinata dalla vicenda e dall'idea di fondo.
Per chi non ne avesse già sentito parlare questa è una breve sintesi:

Maia è la maggiore di sei sorelle, tutte adottate in tempi diversi da un ricco mecenate svizzero che loro chiamano affettuosamente Pa' Salt. I loro nomi derivano dai nomi delle stelle che compongono la costellazione delle Pleiadi dette anche le Sette Sorelle. Dunque Maia è la maggiore, è quella che non ha lasciato l'ovile, una splendida tenuta chiamata Atlantis che sorge sulle rive del lago di Ginevra, e che fatica a trovare la propria strada a causa di una brutta vicissitudine vissuta da ragazza. Mentre è assente da Atlantis per qualche giorno riceve una telefonata da parte di Marina, la governante che le ha allevate, la quale le comunica che Pa' Salt è morto all'improvviso.
Maia avvisa le altre sorelle, tutte sparse per il mondo, ed ognuna di loro fa ritorno ad Atlantis per le esequie. Alla lettura del testamento scoprono che Pa' Salt ha lasciato loro in eredità una sfera armillare, posta nel giardino segreto della villa; su di essa ci sono sette cerchi, su ogni cerchio il nome di una sorella, delle coordinate ed un'iscrizione in greco. Le coordinate corrispondono al luogo esatto in cui Pa' Salt ha trovato ognuna di loro quando ha deciso di adottarle. L'invito del defunto papà è quello di partire ognuna alla ricerca delle proprie origini.
La prima che risponde al richiamo del sangue è proprio la timida e per niente avventurosa Maia; le coordinate la conducono a Rio de Janeiro e le faranno percorrere la storia della sua famiglia d'origine attraverso tre generazioni. Sullo sfondo, nel presente come nel passato, la statua del Cristo Redentore e la montagna del Corcovado. L'amore, in tutte le sue sfaccettature, fa da filo conduttore in tutta la storia di Maia, ma anche la forza, quella forza che non ha mai difettato nelle sue antenate, e che invece in lei sembra essersi persa. Maia è una donna che ha rinunciato a se stessa, rinchiudendosi nella prigione dorata di Atlantis dove il dolore ed il male non la possono toccare. Trovare le proprie origini, conoscere la propria terra natale l'aiuterà a rompere il guscio protettivo, a far emergere la vera Maia ed alla fine, con grande difficoltà, l'aiuterà a riconoscere l'amore vero e a chiudere i conti col passato.

Quello di Maia è un bel personaggio, mi piace molto, mi ci identifico, è stato facile immedesimarsi in lei.
Una piacevolissima sorpresa è stata l'ambientazione, sia per quanto riguarda la Svizzera ed il lago di Ginevra, sia e soprattutto per quanto riguarda Rio de Janeiro. Non avevo mai letto nulla ambientato a Rio e la descrizione dei luoghi insieme alla storia della costruzione del Cristo Redentore mi hanno fatto venire una gran curiosità di visitarla. Le vicende del passato sono ambientate circa nel 1927: molto interessante la descrizione del tessuto sociale brasiliano dell'epoca, l'intrico di etnie, i nuovi ricchi che subentrano alla nobiltà decadente di origine portoghese. Anche la parte ambientata a Parigi nello stesso periodo (Parigi bohemien, e periodo dell'Art Déco) è molto interessante.
Quindi, in sintesi, un bel romanzo, piacevolissimo da leggere pur senza essere un capolavoro assoluto. La storia è veramente originale sia nell'idea di fondo sia nello sviluppo della singola vicenda. Le figure femminili sono il fulcro di questo romanzo e, suppongo anche di quelli successivi; gli uomini sono un corollario importante ma non indispensabile. Credo, e vedrò se i libri successivi lo confermeranno, che l'intento dell'autrice sia proprio dare voce a figure di donna che si emancipano da ciò che la società, i costumi, la religione o il destino vorrebbero per loro.
Indimenticabile e molto mia è la frase in greco che Pa' Salt lascia a Maia "Non lasciare mai che la paura decida del tuo destino".



GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀

Altri suggerimenti di lettura sul blog di Homemademamma, promotrice del Venerdì del Libro

1 commento:

  1. Adoro quest'autrice e ho letto tutti i romanzi dedicati alle sorelle. Ora attendo quello su Electra che uscirà credo il prossimo anno...

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