La Trilogia del Male di Roberto Costantini si conferma essere un prodotto di alta qualità. Ho appena finito di leggere "Alle radici del male", il secondo volume della serie, e sono pienamente soddisfatta, anzi sto bramando di leggere anche il terzo!
Vi avevo scritto qui la recensione del primo "Tu sei il male" che già mi era piaciuto moltissimo, ma a mio parere il secondo romanzo è ancora superiore. Ritroviamo il commissario Michele Balistreri, ma stavolta la narrazione comincia ai tempi della sua infanzia e prosegue fino alla sua giovinezza, vissuta a Tripoli, nel periodo che va dalla fine degli anni '50 fino al 1970.
Trama:
Michele Balistreri vive la propria giovinezza in Libia, a Tripoli, essendo figlio di genitori trasferitisi lì ai tempi dell'occupazione italiana del territorio. La famiglia di Michele è ricca e potente ed il padre Salvatore, di umile origine siciliana, sa dove farsi le giuste alleanze anche e soprattutto politiche, sia in Libia che in Italia. Michele però ha un rapporto difficile col padre, lui è più figlio della madre Italia, di profonde idee fasciste, ma onesta e orgogliosa. Michele cresce negli agi insieme agli amici d'infanzia Ahmed, Karim e Nico con i quali stringe un patto di sangue. Quel patto li terrà fraternamente uniti fino al 1969, quando due avvenimenti sconvolgono la vita di Michele per sempre: l'uccisione di Nadia, sorella di Ahmed e Karim, e la misteriosa morte di sua madre Italia. Le conseguenze di questi tragici fatti lo porteranno per sempre lontano dalla Libia, in Italia, il paese che odia e disprezza. Da qui veniamo catapultati al 1982, nel periodo subito successivo ai fatti del primo romanzo. Balistreri è reduce dal clamoroso insuccesso dell'indagine sull'omicidio di Elisa Sordi: la sconfitta gli brucia ma tutto quello che vuole è cadere di nuovo nell'apatia del tempo che scorre senza che nulla accada. Tutto ciò che vuole è farsi un paio d'anni in polizia, senza tante rotture di scatole, e poi tornare in Africa, a cacciare i leoni. Ma il ritrovamento del corpo senza vita di Anita Messi, appena arrivata dell'Argentina, lo costringe a mettersi al lavoro. In più ha la palla al piede della giovane Claudia Teodori, figlia scapestrata di un suo superiore in fin di vita il quale lo ha pregato di vegliare sulla ragazza. Neanche a dirlo Michele non ne vuole sapere di occuparsi di una ragazzina che sembra voglia far successo in TV e che lui considera solo una stupida sciacquetta. Ma qualcosa lo trascina nelle indagini suo malgrado e finirà per capire che forse c'è qualcosa che unisce Claudia, Anita e Nadia...
La prima parte, ambientata nella Libia degli anni '60, è bellissima. Prima d'oggi non avevo mai letto di questo paese e degli avvenimenti che portarono al potere il colonnello Gheddafi. Non sapevo nulla della presenza di un numero di coloni italiani molto alto e del fatto che vennero cacciati dalla Libia spogliati di tutti i loro averi e che vennero "accolti" dalla loro terra d'origine, l'Italia, come rappresentanti di quel fascismo che ancora bruciava sulle coscienze degli italiani. Sì, perché gli strascichi di odio che una guerra civile si lascia dietro sono durissimi a morire.
Michele è un privilegiato nella Libia di allora, figlio di un padre il cui nome incute timore, e ne approfitta per mettere in piedi con gli amici un'organizzazione che di legale non ha proprio nulla! E' un giovane delinquente il nostro Balistreri anche se il suo animo non è malvagio, infatti non si da pace per l'omicidio di Nadia e fa di tutto per trovare l'assassino. Così facendo però mette i bastoni fra le ruote ai traffici ben più loschi e pericolosi del padre che ripetutamente gli intima di lasciar perdere. Le cose peggiorano quando non può darsi pace della morte, ritenuta volontaria, dell'amatissima madre Italia; Michele incolpa il padre, secondo lui reo di voler rompere il matrimonio per vivere liberamente con la presunta amante. Nelle sue attività investigative Balistreri procede per tentativi pasticciati sia da giovanissimo che da più adulto, al commissariato di Vigna Clara. La sua nota identificativa è il disinteresse e l'indolenza iniziale nell'indagine, ma anche quando qualcosa accende la sua attenzione l'investigazione procede viziata dai suoi preconcetti (e non sono pochi!).
In definitiva il nostro personaggio e un poliziotto potenzialmente in gamba, ma con un'indole svogliata, egoista e menefreghista che ne vizia inesorabilmente le capacità, anche come uomo. Alla luce delle sue vicende giovanili siamo in grado di comprendere il perché del suo comportamento e a perdonarlo, almeno in parte; anche perché poi Michele finisce sempre per mettersi in moto, anche con grande autocritica, ed allora è evidente che, malgrado sia ritenga lui stesso mediocre, in realtà è un ottimo poliziotto ed una persona capace di capire l'animo altrui. Tutto questo per dire che nonostante le sue idee politiche, la sua ignavia e la sua recondita violenza, Michele Balestrieri alla fine è un personaggio che conquista; un eroe imperfetto che infatti arriva sempre troppo tardi e che non salva nessuno, ma che comunque il suo lavoro lo fa nonostante o forse proprio perché lo rende un personaggio scomodo per molti di coloro che siedono in alto.
Bello, bello bello. Trilogia consigliatissima.
Vi ragguaglierò quanto prima sull'ultimo volume "Il male non dimentica".
GIUDIZIO PERSONALE : ❀❀❀❀❀
Sul blog Homemademamma di Paola trovate altri suggerimenti librosi!
Pagine
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venerdì 22 novembre 2019
venerdì 15 novembre 2019
VdL - Il libro delle verità nascoste, Amy Gail Hansen
Il libro di oggi è un realtà un dis-like: una storia che partiva con una discreta idea iniziale si è persa in un finale, scusate se sono impietosa, da film di serie B.
Trama:
Ruby ha avuto un'esperienza traumatica, circa un anno prima degli eventi narrati ha cercato di togliersi la vita; era molto giovane e frequentava il college femminile di Tarble, ma all'ultimo anno le è capitato qualcosa, un segreto che nessuno deve sapere e di cui ha parlato solo alla sua analista. Ora vuole solo dimenticare. Ma la valigia smarrita di Beth, una sua ex compagna di college, la catapulta di nuovo in quei giorni e, nonostante sia l'ultimo posto al mondo in cui vuole trovarsi, la riporta a Tarble. Ma Beth è scomparsa da giorni e Ruby ha dei sospetti e tutto punta verso la sua ex scuola...
La prima parte del romanzo non è male. Ruby racconta il suo passato di studentessa brillante, il suo amore per la letteratura e la scrittura, il suo sentirsi in colpa per la morte del padre, avvenuta un anno prima: è una ragazza molto intelligente, brillante direi, ma fragile, facile preda di persone viscide. Molto interessante la sua analisi di "Una stanza tutta per se" di Virginia Woolf, scrittrice su cui si basa una sua importante tesina; ma durante la stesura della tesina le cose comincia ad andare male, dentro e fuori di lei, fino a sconvolgerle la mente. Fin qui tutto bene, seppure con qualche forzatura ma perdonabile. Il finale invece, che mi aspettavo essere entusiasmante, è di una banalità che fa strappare i capelli. Insomma come sempre non posso dire altro per non rovinare la lettura a nessuno, ma credetemi che se decidete di accantonarlo guadagnate solo tempo da dedicare a letture più meritevoli!
GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀
Andate a trovare Paola, promotrice del venerdì del libro, sul suo blog per suggerimenti di lettura.
venerdì 8 novembre 2019
VdL - Il passato è una bestia feroce, Massimo Polidoro
Se siete fan appassionate di Piero Angela e delle sue trasmissioni, senza dubbio avrete già sentito parlare dell'autore del giallo che vi presento oggi, "Il passato è una bestia feroce", Massimo Polidoro. Egli è infatti un frequentatore dei programmi di Angela in virtù del suo ruolo di segretario generale del CICAP; quest'ultimo è un comitato che promuove indagini scientifiche e critiche nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell'insolito con l'obiettivo di diffondere la mentalità scientifica e lo spirito critico. In tale veste Massimo Polidoro è noto come giornalista, scrittore e divulgatore scientifico. Poi un giorno gli è venuta voglia di scrivere un giallo/thriller; o meglio una storia completamente inventata visto che si è spesso cimentato nell'analisi di grandi delitti anche irrisolti del passato. A tal fine si è documentato, ha studiato a fondo il genere e poi si è lanciato nell'impresa.
Trama:
Bruno Jordan è una noto cronista di nera e lavora alla rivista Krimen; è un quarantenne single, dedito al lavoro ed alla vita disordinata di Milano. Le sue origini però sono a Verazzano un paesino nella zona del pavese, la madre è morta giovane ed il padre inglese è un ex-cantante di successo degli anni '60/'70 ora devastato dall'alzheimer. Monica Ferreri era la sua grande amica dell'infanzia, con lei, Zucco e Scat formavano i Fantastici Quattro ... ma trentatrè anni prima la dodicenne Monica è sparita senza lasciare traccia. Ora, dopo tanto tempo, Bruno riceve in modo misterioso una lettera che Monica scrisse per lui proprio il giorno della sua scomparsa. Quella lettera lo riporta a Verazzano dove nuovi e strani indizi lo convincono a rispondere le indagini sulla scomparsa di Monica, supportato anche dal maresciallo dei carabinieri Costanza Piras.
Come opera prima è veramente notevole. La storia è congeniata molto bene anche se a tratti, a mio modestissimo parere, cade in qualche ingenuità; i personaggi principali sono ben studiati, quelli in secondo piano non sono tutti delineati in maniera approfondita e di alcuni abbiamo un'impressione molto superficiale. Nel complesso però il romanzo è davvero molto buono, cattura e la storia, pur non essendo originale, non scade nel banale. Merita insomma.
C'è solo una cosa che, mi dispiace, ma mi ha urtato moltissimo durante la lettura (non so se è un problema della mia copia digitale): nelle frasi negative non c'è mai l'ombra del "non" e sinceramente è una cosa che disturba la lettura. Tutte quelle frasi le dovevo rileggere due volte perché talvolta proprio l'assenza del non mi cambiava il senso della frase .... Vi scrivo un paio di esempi [Non aveva in mano nulla che potesse incriminarmi, ma ero sicuro che un tipo così mi avrebbe lasciato tranquillo al lungo] dove si intende che non lo avrebbe lasciato tranquillo; oppure [... ma naturalmente quella volta era uscito nessuno mostro tentacolare dall'acqua ad attaccarci]. Ora vedete anche voi che la mancanza del non spiazza e a me personalmente disturba. Avrei la curiosità di sapere se è la mia copia ad essere difettosa, se sono io che sono abituata ad una certa costruzione della frase o cosa ...
Comunque a parte questo, che è un problema mio, il libro è bello!
GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀ e 1/2
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Trama:
Bruno Jordan è una noto cronista di nera e lavora alla rivista Krimen; è un quarantenne single, dedito al lavoro ed alla vita disordinata di Milano. Le sue origini però sono a Verazzano un paesino nella zona del pavese, la madre è morta giovane ed il padre inglese è un ex-cantante di successo degli anni '60/'70 ora devastato dall'alzheimer. Monica Ferreri era la sua grande amica dell'infanzia, con lei, Zucco e Scat formavano i Fantastici Quattro ... ma trentatrè anni prima la dodicenne Monica è sparita senza lasciare traccia. Ora, dopo tanto tempo, Bruno riceve in modo misterioso una lettera che Monica scrisse per lui proprio il giorno della sua scomparsa. Quella lettera lo riporta a Verazzano dove nuovi e strani indizi lo convincono a rispondere le indagini sulla scomparsa di Monica, supportato anche dal maresciallo dei carabinieri Costanza Piras.
Come opera prima è veramente notevole. La storia è congeniata molto bene anche se a tratti, a mio modestissimo parere, cade in qualche ingenuità; i personaggi principali sono ben studiati, quelli in secondo piano non sono tutti delineati in maniera approfondita e di alcuni abbiamo un'impressione molto superficiale. Nel complesso però il romanzo è davvero molto buono, cattura e la storia, pur non essendo originale, non scade nel banale. Merita insomma.
C'è solo una cosa che, mi dispiace, ma mi ha urtato moltissimo durante la lettura (non so se è un problema della mia copia digitale): nelle frasi negative non c'è mai l'ombra del "non" e sinceramente è una cosa che disturba la lettura. Tutte quelle frasi le dovevo rileggere due volte perché talvolta proprio l'assenza del non mi cambiava il senso della frase .... Vi scrivo un paio di esempi [Non aveva in mano nulla che potesse incriminarmi, ma ero sicuro che un tipo così mi avrebbe lasciato tranquillo al lungo] dove si intende che non lo avrebbe lasciato tranquillo; oppure [... ma naturalmente quella volta era uscito nessuno mostro tentacolare dall'acqua ad attaccarci]. Ora vedete anche voi che la mancanza del non spiazza e a me personalmente disturba. Avrei la curiosità di sapere se è la mia copia ad essere difettosa, se sono io che sono abituata ad una certa costruzione della frase o cosa ...
Comunque a parte questo, che è un problema mio, il libro è bello!
GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀ e 1/2
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