Questo breve romanzo italiano rientra nella categoria dei libri per adolescenti; lo sapete che ogni tanto mi piace cimentarmi nel genere e, nonostante gli anni suonati, ricordo ancora bene come batteva il cuore dell'adolescente che fui.
Mi è piaciuto, tanto che l'ho passato alla Tata, che adolescente lo è per davvero, ma che non l'ha ancora letto perché è tutta presa dalla saga di Hunger Games ...
... ah sì per inciso forse non ve l'ho detto, ma la quarantena ha ufficialmente decretato che entrambe le mie figlie hanno ereditato il "gene leggione" dalla mamma!
Ma torniamo a noi e vediamo brevemente la trama.
Edo frequenta il liceo, legge il Mein Kampf ed è ferocemente arrabbiato. Con i professori, con certi compagni, con la madre secondo lui troppo debole e bigotta, col mondo intero, ma soprattutto è arrabbiato con gli stranieri e fra questi odia letteralmente i cinesi.
Beh buffo, perché il destino semina sul suo cammino Yong, un ragazzo di origine cinese che viene inserito nella sua classe.
Chiara frequenta lo stesso liceo, è una ragazza d'oro, come si sul dire, membro degli scout e prima della classe. Chiara è orfana di madre ed ha sempre avuto un bel rapporto con il papà, ma adesso si sente lontana da lui, dal suo mondo borghese, dalla perfezione alla quale lo ha abituato. Niente di strano, è in crisi adolescenziale la nostra Chiara; ma in questo momento delicato incontra Facebook ed apre un profilo.
Le vite di Edo e Chiara scorrono parallele senza incrociarsi mai se non alla fine, ma sono simili. Due bravi ragazzi in crisi con loro stessi, con il loro corpo che cambia, con una scala di valori che non sentono più come propria. In una parola: l'adolescenza.
Mi è sembrato un romanzo molto carino e molto ben condotto. L'autore riesce a parlare di adolescenza in maniera completa e senza scadere nel "filmetto del pomeriggio". Semplicemente l'età giovanile è così, è una prova: c'è chi l'attraversa senza scomporsi e senza vacillare, c'è invece chi si ribella all'identità che ha rivestito fino a quel momento e prova a cambiare. Non è un processo indolore ed ognuno di noi lo sa. Si sbaglia molto, a volte anche tragicamente. I più fortunati (e diciamolo sono la maggioranza) escono senza troppe cicatrici, più forti, più veri e più consci degli adulti che vorranno diventare. I più sfortunati usciranno, se ne usciranno, con ferite profonde che condizioneranno il resto delle loro esistenze.
Sullo sfondo famiglie che faticano a rapportarsi con figli che improvvisamente non riconoscono più; così come invece ci sono genitori che devono imparare a smettere di proteggere i figli dalla verità ed accettare il loro essere quasi adulti e comunque in grado di comprendere e perdonare (oppure no) le scelte dei genitori. Perché nessuno di noi è perfetto e non lo sono nemmeno mamma e papà, ma, a volte, capirlo e accettarlo è il primo passo verso un processo di comprensione reciproca che, ad una certa età, è inevitabile che avvenga. Così come i nostri figli non sono perfetti e non possono rimanere per sempre quei piccoli grumoli di infinita gioia che hanno riempito i nostri giorni fino a poco prima.
Ora anch'io so che per un genitore è devastante vedere un figlio che cresce e si allontana da te: non sei più il centro del suo mondo, ma il tuo compito è sempre lo stesso: accompagnarli verso il loro futuro.
Alla fine Chiara ed Edo ce la fanno, seppur con qualche ammaccatura, ma altri saranno meno fortunati.
.... sinceramente è una lettura che consiglio...
GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀