tag:blogger.com,1999:blog-44303085859827162362024-03-13T16:08:38.010+01:00I "quasi" montanari"La casa è dove sono i libri" Richard Francis BurtonManuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.comBlogger351125tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-66824622597656812922023-12-05T16:54:00.002+01:002023-12-05T16:54:27.417+01:00Pensiero di fine 2023Piccola autoriflessione ad uso e consumo presumibilmente solo mio, visto che dubito che ci sia ancora qualcuno che legge i blog generici come il mio, fatti di riflessioni e pensieri sparsi.
Dunque dicevo, piccola autoriflessione: ma cosa siamo diventati?
Oggi è stata invero una giornata un po' storta ... un po' molto storta lo ammetto, ma è proprio al termine di queste giornate che io mi sento letteralmente sopraffatta dall'egoismo, dalla cattiveria gratuita, dalle trappole che il prossimo piazza sul nostro cammino, così ... per cattiveria.
Non so voi ma io sono infinitamente stanca di avere a che fare con persone maleducate, che ti trattano come una pezza da piedi mentre tu stai solo cercado un'informazione, una spiegazione...
Sono stanca di gente che rivanga fatti vecchi e stupidi per attaccarsi a due lire (che li spendeste in medicine almeno).
Sono stanca degli sguardi scocciati, nervosi, degli insulti... Sono stanca di entrare in un negozio e non ricevere un sorriso, un buongiorno, ma uno sguardo sfavato di chi ti darebbe fuoco piuttosto che aiutarti.
Sono stanca della rabbia.
Ma perchè siamo tutti rabbiosi e frustrati e scarichiamo il tutto sul primo che capita, poraccio...
Scusate ma io è un mondo che non riconosco più. Vecchiaia forse, lo ammetto. O forse non è solo quello.
Ho poca esperienza dell'estero, ma l'Italia sta diventando un paese dove si vive male, ma proprio a livello sociale; c'è molta maleducazione, molto egoismo, molto <i>io penso per me e gli altri che si arrangino</i>. C'è una generazione sbagliata. E badate non sto parlando dei giovani che invece si danno molto da fare ed hanno la mente aperta e profonda coscienza di tante cose. Parlo di una generazione di mezzo che sborda nella mia e abbraccia quella seguente che è stata allevata col valore dei soldi, del successo sociale e del <i>tutto mi è dovuto ma io non devo niente a nessuno</i>.
Dio che squallore...
Dio come sono stanca...Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-50685445774567723572023-04-15T17:08:00.006+02:002023-04-15T17:12:20.736+02:00Oxen. Gli uomini oscuri, Jens Henrik Jensen <p> Salve a tutti/e! Oggi secondo libro della serie <i>Oxen</i>, dello scrittore danese Jens H. Jensen.</p><p>Proseguono le disavventure del pluridecorato veterano delle forze speciali danesi, in fuga, dal volume precedente, dai misteriosi componenti della Danehof, evoluzione moderna e corretta dell'antico parlamento medievale.</p><p><i>Dopo il caso dei cani impiccati, Oxen fugge con la sua "polizza d'assicurazione sulla vita" al sicuro in un server in Thailandia; il suo peregrinare lo porta a rifugiarsi, sotto falso nome, in un allevamento di trote nello Jutland. Ma la lunga mano della Danehof riesce a stanarlo e ad incolparlo di un omicidio; così riparte la caccia all'uomo. Dalla sua parte solo Margrethe Frank, l'agente dei servizi segreti per cui Oxen comincia a nutrire sentimenti che valicano la semplice amicizia. Il problema è di chi fidarsi? Di nessuno perché gli uomini oscuri sono ovunque, controllano tutto e quella di Oxen diventa una lotta per la vita.</i></p><p>Molto bella questa seconda puntata, a mio parere meglio anche della prima, il ritmo è più serrato e la storia si fa sempre più intricata e con azzeccati colpi di scena. Il finale è apertissimo, questo è un tipico libro di transizione all'interno di una serie, ti lascia col fiato sospeso e il desiderio di saperne di più. Male perché questo ottimo scrittore è tradotto in italiano alla velocità dei bradipi, quindi chissà quanto dovrò aspettare per conoscere il seguito 😩.</p><p>Consigliato.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDN0NXJgZC-APLuzBs_Nm0vEVk9QgPGQQt_uZKNwU02VzJUBPIWiyRqO_sCh9fkRyGOfXz52HKoMqwUKEMsGV1_A-a3Gc7DYdloSsUluwA65gSLFneb86R-h3O1Y4KyzollCC-okkZ0mB9Th38MPLaMYYMMb2wfCOeRjFcQy-PBZ_pBXaep9hfZsW_/s819/9788893819237_0_536_0_75.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Jens H. Jensen" border="0" data-original-height="819" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDN0NXJgZC-APLuzBs_Nm0vEVk9QgPGQQt_uZKNwU02VzJUBPIWiyRqO_sCh9fkRyGOfXz52HKoMqwUKEMsGV1_A-a3Gc7DYdloSsUluwA65gSLFneb86R-h3O1Y4KyzollCC-okkZ0mB9Th38MPLaMYYMMb2wfCOeRjFcQy-PBZ_pBXaep9hfZsW_/w209-h320/9788893819237_0_536_0_75.jpg" title="Oxen. Gli uomini oscuri." width="209" /></a></div><p><span style="color: #6fa8dc; font-size: large;"><b style="background-color: white;">GIUDIZIO PERSONALE 4/5</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-53062826640317260702023-03-21T08:30:00.001+01:002023-03-21T08:30:00.237+01:00Luce della notte, Ilaria Tuti<p> Se leggerete questo romanzo avrete fin da subito l'impressione che ci sia qualcosa di diverso rispetto ai due precedenti. C'è come un faro speciale puntato sulla piccola protagonista, Chiara, creatura quasi soprannaturale, delicata e speciale. Solo alla fine della lettura, nelle note dell'autrice e nella dedica finale, scopriremo che l'impressione era giusta: questo non è solo un romanzo, è un canto di dolore dove la scrittura assurge ad un compito terapeutico.</p><p>Cronologicamente la storia si svolge tre mesi dopo i fatti di <i>Fiori sopra l'inferno</i> e, nel complesso, si può dire che i bambini sono protagonisti in modo più o meno esplicito. C'è Chiara, c'è un misterioso bambino forse scomparso, c'è Andreas, l'assassino di Travenì, che un bambino lo è rimasto per sempre, c'è il figlio mai nato di Teresa, ci sono il padre ed il figlio del romanzo <i>La strada</i> di Cormac McCarthy, c'è il Piccolo Principe con la sua volpe. E' un romanzo sui bambini, nati perfetti, e sulle sofferenze che vengono loro inflitte da questo nostro mondo di mostri. Mostri non sono solo assassini, rapitori e sfruttatori, mostri siamo noi tutti quando non accettiamo il diverso, lo straniero, quando lo dileggiamo con crudeltà o chiudiamo gli occhi davanti ai soprusi di cui è vittima.</p><p>Ho letto molte recensioni poco positive su questo libro. Non sono d'accordo. Credo che sia un libro che va capito e che sia nato senza la velleità di essere un giallo. E' un libro che è nato da un'urgenza, da un bisogno: dare una voce a chi soffre. Il lieto fine non credo sia un caso; spesso nella vita vera il lieto fine non esiste. A me è piaciuto tanto. Consigliato.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibC3jJpwQEmotOjOJ9hKW7reKOgUAaqCuQCVT1heqmHKMB32ibZNmEIYZTIuPgvtJGsznxGzBLfPRpuM0kak-lIMRoANr_crlpkzOKv3dSMgeRcLHwTbYkQ9qeqwmdkhy--BMfldRa4OuZzttKct18xSceLSdJx1kL0wRujEacRAzV2gZ1cxo5gAl1/s813/tuti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Ilaria Tuti" border="0" data-original-height="813" data-original-width="536" height="507" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibC3jJpwQEmotOjOJ9hKW7reKOgUAaqCuQCVT1heqmHKMB32ibZNmEIYZTIuPgvtJGsznxGzBLfPRpuM0kak-lIMRoANr_crlpkzOKv3dSMgeRcLHwTbYkQ9qeqwmdkhy--BMfldRa4OuZzttKct18xSceLSdJx1kL0wRujEacRAzV2gZ1cxo5gAl1/w334-h507/tuti.jpg" title="Luce della notte" width="334" /></a></div><p><br /></p><p><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: 4,5/5</span></b></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-44215876587637078642023-03-14T12:45:00.001+01:002023-03-14T12:45:14.594+01:00Noi due oltre le nuvole, Massimo Cacciapuoti<p> La storia narrata in questo breve romanzo è straziante; due giovani vite, Nica e Sandro, l'uno attanagliato dal dolore fisico, l'altra tarpata dal disagio psicologico. Il punto di vista narrativo è quello di Nica, l'unico personaggio di cui abbiamo un quadro, sebbene limitato dall'opinione che lei ha di se stessa. Gli altri personaggi, Sandro e i genitori, in realtà sono solo sbozzati e, sinceramente, lo trovo un peccato, soprattutto per Sandro. Rimane una figura si sfondo, quasi onirica, come se fosse stato solo un breve sogno nella vita di Nica, non sappiamo molto di lui. </p><p>Questo romanzo, di cui non ho amato lo stile narrativo, si presenta come un'istantanea di un periodo (pochi mesi) della vita di Nica. Sappiamo qualcosa del prima, attraverso il suo racconto, ma non sappiamo quasi nulla del dopo, siamo costretti ad immaginarlo. </p><p>Dicevo che lo stile narrativo, forse, vuole simulare il flusso di pensieri della protagonista, che racconta in prima persona. Il risultato è però poco coinvolgente, a dispetto della tematica affrontata e a dispetto delle singole scene raccontate. Solo sul finale c'è del phatos, ma è talmente veloce che comunque lascia poco lo stesso.</p><p>Ribadisco che la storia è molto toccante ed anzi lo scrittore stesso scrive che per lui è stato molto difficile affrontarla, ma di tutte queste emozioni dalla carta trasuda molto poco. Nel complesso è un libro che si può leggere, ma non mi ha entusiasmata.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAoAL27HaHdMO322VCQxFWwUAsE-UO36jiRLvenkQD76DZoOyxJK1XqhtOnAxWMexdBtmQHANZI1Hi6_5t4VI4900kd6BfZjdRBVffmtB6DdeRQN6ZPrAyUmFm6NdznipB1FdkzTaltaVLHPOec3jS3VKiMEwch-r_5WbUS5Q1TvEP_xkQRaIf2H5X/s409/cacciapuoti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Massimo Cacciapuoti" border="0" data-original-height="409" data-original-width="270" height="512" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAoAL27HaHdMO322VCQxFWwUAsE-UO36jiRLvenkQD76DZoOyxJK1XqhtOnAxWMexdBtmQHANZI1Hi6_5t4VI4900kd6BfZjdRBVffmtB6DdeRQN6ZPrAyUmFm6NdznipB1FdkzTaltaVLHPOec3jS3VKiMEwch-r_5WbUS5Q1TvEP_xkQRaIf2H5X/w338-h512/cacciapuoti.jpg" title="Noi due oltre le nuvole" width="338" /></a></div><p><br /></p><p><span style="color: #3d85c6; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: 3,5/5</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-43186265573482303062023-03-06T11:07:00.005+01:002023-03-06T17:10:04.560+01:00Mussolini il capobanda - Aldo Cazzullo<p> Per motivi ignoti persino a me stessa continuo a dare seconde occasioni ad Aldo Cazzullo, di cui ho già scritto <a href="http://iquasimontanari.blogspot.com/2020/01/vdl-peccati-immortali-aldo-cazzullo-e.html" target="_blank">qui</a>.</p><p> Sia chiaro, questo libro è lodabilissimo, il tema non si mette in discussione: oggi, forse più che mai, è necessario parlare in modo chiaro del fascismo badando a smantellarlo di quell'aura di fascino ed epurandolo dalle leggende metropolitane che, da quasi un secolo, lo seguono.</p><p>Semplicemente la scrittura di Cazzullo ed il mio gusto non riescono ad incontrarsi. Ma lo so, quindi non mi aspetto più di essere stupita. In realtà continuo a finire per leggerlo perché parla spesso di argomenti che mi interessano, come in questo caso.</p><p>L'analisi del fenomeno fascismo è affrontata, secondo me, in modo molto lucido, puntando appunto a cercare di fare chiarezza su quelle piccole grandi certezze che aleggiano in casa di tutti e smantellandole una ad una. Quindi, oltre ad apprendere che il fascismo si è affermato facendo leva sulla violenza e intimidazione, tappando la bocca all'opposizione a suon di manganellate, apprendiamo che no, il duce non ha bonificato le zone paludose e malariche d'Italia, anzi ha rallentato questo processo, iniziato dal governo precedente e conclusosi solo dopo la guerra. Che no, il fascismo non ha fatto tanto per le donne: tutt'altro! Le donne erano considerate come fattrici e dovevano stare a casa, sono state escluse dall'insegnamento e dal pubblico impiego (con apposita legge) e si chiariva che non dovevano nemmeno lavorare in fabbrica, cosa che poi non è successa solo ed esclusivamente perché è scoppiata la guerra e quindi, essendo gli uomini al fronte, non rimaneva che utilizzare le donne come operaie.</p><p>A livello economico e politico era, e sono soft, un incompetente pervaso da folli idee di grandezza, impero, supremazia della razza italica di cui, fra l'altro, aveva una pessima opinione sostenendo che l'italiano era debole e sentimentale ed andava sferzato col nerbo per renderlo forte e degno come l'antico romano. Motivo per cui mandiamolo in guerra in condizioni allucinanti, mal equipaggiato e mal vestito, così che si irrobustisca e muoia, cavolo, se necessario muoia per la gloria dell'Italia e del Duce. In definitiva il ventennio non è altro che una lunga corsa verso la guerra, che Mussolini desiderava più di ogni altra cosa, tanto da dichiararla così, a caso, perché ormai era ora e schierandosi chiaramente dalla parte sbagliata della Storia.</p><p>Direte, certo, tutte cose che si sanno... Davvero? Lo sapete quindi che, in realtà, sul fascismo è stata messa in atto una campagna di rimozione impressionante? Cosa ne sanno i nostri giovani del fascismo? Tutti sappiamo che a scuola se ne parla certamente poco e forse anche male. Davvero, cosa ne sanno, se poi io devo sentir dire a mio nipote (con nonno partigiano ed internato a Mauthausen) che "ci vorrebbe un po' di Duce" per raddrizzare tutti?</p><p>Che evidentemente questo ragazzo (primo della classe ed intelligentissimo) non sa che il fascismo premiava i violenti, reclutava spesso i mezzi delinquenti, e tappava la bocca a chi esprimeva un pensiero diverso da quello fascista. Che ai tempi di Benito si finiva al confino per una chiacchiera da bar, detta magari dopo due bicchieri di troppo!</p><p>Tutto ciò per dire che, sì, non amo lo stile di Cazzullo, ma questo è un libro dritto e necessario. Compratelo, leggetelo, pensate con la vostra testa e fate due conti. Poi datelo ai vostri figli, ai vostri nipoti e ditegli che la verità, epurata da ideologie, è che quella è stata una delle pagine più buie ed anche più vergognose e svilenti della nostra Storia. Mai dimenticare, perché chi dimentica ripete l'errore.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSNjMbdR1FtSVXH_RRJsyVb9_5mTapPJd2HyjFgEgcIsQ2AvqMJZzHOEF0CjwvvtV-_83Z8Edn1Gz-FeXt7q-Eq8IMqWL1zWwKn5-09AogZEKSsaM1bgKPqbPnu4OguFgGWckvQmcCZaFFsJ81VAUGISjVUU_GB9dgGA_394VKgWvG3-7SZmOJDlcx/s1024/mussolini-1024x484.jpg.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Aldo Cazzullo" border="0" data-original-height="484" data-original-width="1024" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSNjMbdR1FtSVXH_RRJsyVb9_5mTapPJd2HyjFgEgcIsQ2AvqMJZzHOEF0CjwvvtV-_83Z8Edn1Gz-FeXt7q-Eq8IMqWL1zWwKn5-09AogZEKSsaM1bgKPqbPnu4OguFgGWckvQmcCZaFFsJ81VAUGISjVUU_GB9dgGA_394VKgWvG3-7SZmOJDlcx/w538-h254/mussolini-1024x484.jpg.webp" title="Mussolini il capobanda" width="538" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE : 3,5/5</span></b></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-30305981334333560862023-02-16T18:05:00.002+01:002023-02-16T18:05:41.789+01:00Lezioni di chimica - Bonnie Garmus<p> Cosa posso scrivere di questo romanzo che ho finito da 5 minuti ed ho ancora gli occhi umidi dalla commozione?</p><p>Che parla troppo vicino al mio cuore? Che mi sento come Elizabeth Zott? Che vorrei essere Elizabeth Zott? Che capisco, comprendo, ho vissuto ogni frustrazione, ogni moto di ribellione anche se non sono vissuta nell'America degli anni '60? Che sono una chimica, che ho studiato, faticato, amato il mondo della chimica, ma che non ho mai avuto la possibilità di farne il mio lavoro? Dovrei parlare di tutte le porte che ho ricevuto in faccia, dei "no, stiamo cercando altro" quando <i>altro</i> voleva solo dire <i>uomo</i>? Qualcuno me l'ha anche detto chiaro e tondo...</p><p>Dirò che questo è un libro per me bellissimo, con una protagonista straordinaria, personaggi secondari originali e divertenti. Elizabeth Zott è una donna che è stata spesso messa a terra dalla vita, ma si è rialzata ed è andata avanti a testa alta, forte del suo sapere e forte delle sue certezze. Elizabeth mi ha insegnato molto e soprattutto mi ha messo un tarlo in testa e farlo tacere sarà dura: posso ancora cambiare il mio mondo. </p><p>"Ricordatevi: la chimica è cambiamento. Il coraggio è alla base del cambiamento e il cambiamento è ciò a cui siamo chimicamente destinati."</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrSs10DfyaAi7gaMwrOff1Fx112fm-kTCqMmwk9Zxl82hZF7Map4jMErkJRcQme4tWEcBqlPu7aNQEWPo_EuqDjkyt2idGaYpkj5elZU6ZSeXeZGVhGaxufHz2MeZ8IxpK4V6RU2MDwnyxQyOitxhBJsYUNCBBZZ0aJY7qnuD6OXMJpyWX6Dkqeudy/s4000/IMG_20230216_180017.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Bonnie Garmus" border="0" data-original-height="3000" data-original-width="4000" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrSs10DfyaAi7gaMwrOff1Fx112fm-kTCqMmwk9Zxl82hZF7Map4jMErkJRcQme4tWEcBqlPu7aNQEWPo_EuqDjkyt2idGaYpkj5elZU6ZSeXeZGVhGaxufHz2MeZ8IxpK4V6RU2MDwnyxQyOitxhBJsYUNCBBZZ0aJY7qnuD6OXMJpyWX6Dkqeudy/w400-h300/IMG_20230216_180017.jpg" title="Lezioni di chimica" width="400" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="font-size: large;">Giudizio personale: 4,5/5</span></b></p><p><br /></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-51020942749222470602022-10-25T08:30:00.001+02:002022-10-25T08:30:00.202+02:00Circe, Madeline Miller<p> Madeline Miller, classe 1978, è ormai da mesi saldamente ai primi posti delle classifiche con il suo romanzo "La canzone di Achille". La mia progenie ha già versato una discreta quantità di lacrime sulle suddette pagine, invitandomi più volte ad avventurarmi nella lettura e a versare le mie.</p><p>Chi mi conosce appena un pochino però sa che io ho un'innata predisposizione ad evitare i libri da classifica, almeno finché il can can non è scemato; però mi sono imbattuta il questo romanzo precedente che mi ha incuriosita fin dalla prima veloce scorsa alle pagine iniziali ... ed eccoci qui!</p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Circe è quella che si chiama una "dea minore" essendo figlia del titano Elios e della ninfa Perseide; ignorata fin dalla nascita perché considerata brutta e priva di poteri particolari, l'immortale Circe passa molti secoli all'ombra dei diabolici fratelli Perse, Eete e Pasifae dotati invece di enormi poteri magici. Poi un giorno Circe s'innamora di un umano (esseri che dagli dei vengono considerati al pari degli escrementi!) e per amore compie un gesto che cambierà il resto della sua vita immortale. Verrà esiliata dal padre, su richiesta di Zeus, su un'isola deserta e qui vivrà secoli di solitudine e brevi fantastiche avventure.</i></p><p>Non entro maggiormente nel dettaglio, la storia della Maga Circe un po' si conosce dall'Odissea, ma il personaggio portato in scena dalla Miller è chiaramente affondato nella mitologia greca, ma esplorato profondamente nel suo aspetto psicologico. La narrazione è in prima persona, quindi noi viviamo i sentimenti di Circe, che, a differenza degli altri dei e semidei, <b>ha</b> dei sentimenti, è qui la novità. A scuola ci hanno spiegato cos'era un dio greco: un essere immortale, onnipotente, con emozioni estreme mai filtrate dalla coscienza come invece avviene negli uomini. Questa era la nozione scolastica. In questo libro capiamo più a fondo quella nozione, la profonda noia che spinge gli dei a giocare con le vite degli umani, così, per divertirsi un po'. Allo spesso modo le divinità giocano con Circe, che è una dea debole e limitata, ma anche molto sottovalutata! Alla fine lei ottiene la propria libertà e quello che, nella sua vita centenaria, le era sempre mancato. Insomma in questo romanzo la maga crudele che tramuta gli uomini in porci, diventa uno splendido personaggio: coraggiosa, determinata e ribelle.</p><p>Se vi piace la mitologia greca troverete un bel po' di vicende che già conoscente ma viste "dall'interno"; se non vi piace magari apprezzerete questa donna moderna e indipendente, padrona della propria vita.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8S_kKubj_U3IX4w6uqYznQJ4O33XtQ49FCngEY1PWRh-lilususFayBDH2nboat6JP4XvxA_OrHgGwyBvTqjoJUePxHDlqzPUpwxQZbWTjiMVN0E5_giY_onOjxWFtdno7wFVp1PuUJRWgxTSjxWuPUvFrq2cjEpHfDaU-QjqYUwpRQHWagPH56pj/s825/CIRCE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Madeline Miller" border="0" data-original-height="825" data-original-width="536" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8S_kKubj_U3IX4w6uqYznQJ4O33XtQ49FCngEY1PWRh-lilususFayBDH2nboat6JP4XvxA_OrHgGwyBvTqjoJUePxHDlqzPUpwxQZbWTjiMVN0E5_giY_onOjxWFtdno7wFVp1PuUJRWgxTSjxWuPUvFrq2cjEpHfDaU-QjqYUwpRQHWagPH56pj/w280-h432/CIRCE.jpg" title="Circe" width="280" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span style="color: #3d85c6; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-59044243682043857712022-09-27T08:30:00.001+02:002022-09-27T08:30:00.210+02:00Trans Europa Express, Paolo Rumiz<p> Buongiorno a tutti/e, rieccomi dopo una lunghissima assenza.</p><p>Durante l'estate, sarò sincera, non ho letto molto. Non ero proprio in vena e mi sono dedicata ad altro. Però qualcosa in libreria c'è, quindi il primo libro di cui vorrei parlavi è "Trans Europa Express"; si tratta di un bellissimo diario di viaggio scritto nel 2008.</p><p>I motivi per cui, ai primi di maggio, mi sono approcciata a questo libro sono molteplici. Anzitutto mi piace moltissimo lo stile di Rumiz che trovo asciutto, essenziale, ma, al contempo, estremamente descrittivo. Mi spiego, con poche parole riesce perfettamente a delineare la scena tanto che, spesso, mi è sembrato di essere lì, al suo fianco, a vedere con i miei occhi le cose di cui scrive.</p><p>In secondo luogo sapevo di questo romanzo per aver ascoltato un bellissimo podcast di Mario Calabresi contenente una lunga chiacchierata con Rumiz sull'Est e sulla situazione attuale dell'est Europa. Fra l'altro vi consiglio davvero di ascoltare questa puntata (vi lascio il link https://open.spotify.com/episode/1Js7tYvsbgh1OUqYwOnNzK?si=m3moyxdhTfWinxshNYBmzg); a mio parere Rumiz è una delle persone più piacevoli da ascoltare, poi con quell'accento friulano ancora di più.</p><p>Insomma riassumendo in questo podcast si accennava al libro di oggi, quindi quando me lo sono trovato davanti in libreria mi sono detta "è un segno"!</p><p>Il diario di viaggio parla della lunga estate del 2008 passata da Rumiz in cammino fra Rovaniemi (Finlandia) e Odessa (Ucraina). Un viaggio on the road, fatto principalmente in treno, sull'immaginaria linea di confine fra Est e Ovest, fra Europa e Oriente. Quel confine che da tanti mesi è diventato una linea di tensione o di conflitto aperto. </p><p>Fa molto riflettere il fatto che già allora, nelle parole di tutte le persone che Rumiz incontra, c'era già il sentore di quello che poi è accaduto e sta ancora accadendo. </p><p>L'ho trovata una lettura estremamente istruttiva, calata nella vita quotidiana dei popoli che vivono su quella particolare linea di faglia. Popoli meravigliosi, vitali, che si sono adattati ad un ambiente ingrato, che sfidano la povertà e non negano accoglienza a nessun viandante. Un viaggio bellissimo, che ti viene voglia di affrontare ma che sai che ora, meno che mai, può essere affrontato. Un viaggio di cui ti chiedi che ne sarà stato di quelle persone, di quei luoghi, di quelle sconosciute bellezze.</p><p>Non posso fare altro che consigliare questo libro. Leggerlo vi arricchirà moltissimo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht-hdGga-yhbeMuXFCByVO8BZYZoCKEsM3EAU31P3zmRrYWTLnm4afUqN1F2NoxO_MuyVjQ2eAdCJSjPkchK2F2BtfOGs_e8RhYOOYpveoMCCGbB73ZO5rgRM4OLFFeW-BkKDiDuAZFDtwwPodtj4Jr7W72mu5iS5ceZe9faLFL0IkwXKmJMfQvczB/s776/Rumiz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Paolo Rumiz" border="0" data-original-height="776" data-original-width="500" height="446" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht-hdGga-yhbeMuXFCByVO8BZYZoCKEsM3EAU31P3zmRrYWTLnm4afUqN1F2NoxO_MuyVjQ2eAdCJSjPkchK2F2BtfOGs_e8RhYOOYpveoMCCGbB73ZO5rgRM4OLFFeW-BkKDiDuAZFDtwwPodtj4Jr7W72mu5iS5ceZe9faLFL0IkwXKmJMfQvczB/w287-h446/Rumiz.jpg" title="Trans Europa Express" width="287" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀ 1/2</span></b></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-52708375740177369932022-06-28T08:30:00.016+02:002022-06-28T17:46:06.377+02:00Un'incantevole Aprile, Elizabeth Von Armin<p> Il libro di oggi mi è stato suggerito secoli fa da Maris, una vecchia amica di blog che non leggo già da un bel po' e che mi manca molto.</p><p>Si tratta di un romanzo pubblicato per la prima volta nel 1922: in Inghilterra regnava re Giorgio V e l'impero coloniale era ancora ampio; dal libro traspare come fosse un'epoca di passaggio, l'influsso dei costumi vittoriani era ancora molto forte, ma qualcosa stava cambiando nella società inglese.</p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Mrs. Wilkins è giovane e insoddisfatta della sua vita matrimoniale, un giorno legge l'annuncio riguardante l'affitto di un castello medioevale in Italia, in Liguria, per il mese di Aprile. Ne è attratta ma da sola non può permetterselo, così coinvolge la conoscente Mrs Arbuthnot anche lei in cerca di una pausa dal marito fonte d'imbarazzo perché autore di biografie piccanti sulle più famose mantenute della storia europea. La compagnia viene poi allargata alla bellissima Miss Caroline, in fuga dalla sua bellezza, e all'anziana Mrs Fischer, che incarna perfettamente la donna vittoriana.</i> </p><p>Ognuna di loro si lascia alle spalle una vita piatta, senza grandi gioie e soddisfazioni, una vita di sopportazione di un ruolo che però non sentono più loro. Ognuna, anche l'anziana Mrs Fischer, ambisce ad un cambiamento. Lo stato di grazia regalato dalla magnificenza della natura italiana, porterà le protagoniste e riflettere profondamente su se stesse e sul cambiamento che desiderano apportare alle loro esistenze. A volte anche il caso ci metterà lo zampino, ma, di fatto, tutte e quattro torneranno in Inghilterra cambiate, migliori, chi con un matrimonio rinvigorito, chi con amicizie sincere, chi con la prospettiva di non dover più fuggire da se stessa.</p><p>Beh, gente, l'Italia fa miracoli!E qui mi fermo.</p><p>Libro piacevole, decisamente d'altri tempi. Consiglio.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd0W9dgudEAXLEd-E2opPpVqKyrdiHTcBd9gO-hmCKRpyQZj0OeN2CKCub0ZsFhPOgZbkODx1y1RE0s6PsVz9-zBX1sVC_MqZdnyuzYP4hrg2_dtMmlm9--6fzCNOFBRezzA4U-onTupg5jIre-vgaAsCMG5SPKAjWrGvGbUlr9pMxccTJ1gTnwEAF/s2516/aprile-light.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2516" data-original-width="1653" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd0W9dgudEAXLEd-E2opPpVqKyrdiHTcBd9gO-hmCKRpyQZj0OeN2CKCub0ZsFhPOgZbkODx1y1RE0s6PsVz9-zBX1sVC_MqZdnyuzYP4hrg2_dtMmlm9--6fzCNOFBRezzA4U-onTupg5jIre-vgaAsCMG5SPKAjWrGvGbUlr9pMxccTJ1gTnwEAF/s320/aprile-light.jpg" width="210" /></a></div><p><br /></p><p><span style="background-color: white; color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-64891683980455324902022-06-07T08:30:00.003+02:002022-06-09T14:25:00.154+02:00Un'amicizia, Silvia Avallone<p> Un'amicizia. Un titolo semplicissimo, quasi scarno, ma è proprio in quell'articolo indeterminativo la forza della scelta. Quella si cui si parla non è "l'amicizia", quella che sta sopra tutte le altre che si allacciano nella vita (anche se poi viene percepita come tale per tutto il libro), è "un'amicizia": lo è per la protagonista e lo è perché è rappresentativa di quel sentimento per molti di noi lettori. Anche se poi in affetti, quest'ultimo romanzo di Silvia Avallone, smuove molti sentimenti ed affronta diversi argomenti. </p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Elisa ha quattordici anni, viene da Biella ed è stata costretta al trasloco a T. sulla costa Toscana. La sua famiglia è disastrata, i genitori sono separati da molti anni (il padre vive a T) e lei ed il fratello sono sempre stati con la madre, una donna immatura e poco organizzata che ha affrontato la vita e la maternità disarmata, non sapendo bene come affrontare le prove della vita di tutti i giorni, improvvisando parecchio e lasciandoli molto a loro stessi. Elisa si ritrova a T sola con il padre, un mezzo sconosciuto seppur animato dalle migliori intenzioni; è tutto un disastro, Elisa odia T, disprezza se stessa da sempre, non si accetta, non si piace, trova rifugio solo in biblioteca e nella lettura. Poi incontra Beatrice. Diversissima da lei: bella, determinata, anche un po' stronza, ma con le sue fragilità e le sue tenerezze. Forse perché entrambe in qualche modo ai margini, Elisa e Beatrice diventano amiche per la pelle. Il romanzo è il racconto dei loro anni di liceo e del primo anno di università, visto con gli occhi di Elisa.</i></p><p>Primo argomento di dibattito è, ovviamente l'amicizia. Quella tra Elisa e Beatrice è un'amicizia fra ragazze, nata sui banchi, profonda, simbiotica, sbilanciata come spesso sono le amicizie a quell'età: Beatrice guida ed Elisa segue. Questo, è evidente, prelude ad un disastro, perché prima o poi chi è in posizione subalterna si stufa di esserlo e gli equilibri cominciano a vacillare. Siamo ognuna la Beatrice o l'Elisa di qualcuno. Come scrive la Avallone:"La verità è che il lutto per un'amicizia finita non si risolve. Non c'è modo di curarlo, rielaborarlo, chiudere e andare avanti. Rimane lì, piantato in gola, a metà tra il rancore e la nostalgia."</p><p>E' vero, per noi come per come Elisa, che passa gli anni a guardare Beatrice da lontano attraverso i social network. </p><p>Secondo argomento, la genesi dei social network. All'inizio delle vicende il web è appena agli albori, nessuno ha il cellulare si usa il telefono fisso: sembra un secolo fa vero? Invece no, solo poco più di una ventina d'anni fa le cose stavano così, poi il mondo è cambiato in modo radicale. Nel romanzo è Beatrice quella che percepisce le possibilità della rete. Elisa incarna i valori della parola stampata e cui rimarrà sempre fedele. La domanda di fondo, cui volutamente non viene data risposta perché ognuno ha la sua, è: quanta realtà c'è nei post dei social? Quanta vita vera c'è lì dentro? Quanto c'è di una persona, dei suoi sentimenti, del suo essere profondo? Il personaggio di Beatrice è un po', dico io, sulla falsariga del personaggio Chiara Ferragni. Alla fine del romanzo non è più Bea, l'amica di gioventù, è "la Rossetti", il personaggio di Instagram che ogni poche ore posta un luogo, un abito, un rossetto insomma una nuova tendenza; per Elisa la sua vecchia amica perde la sua identità in quel mondo d'immagini che si è scelta, non cambia mai, non evolve, è sempre uguale a se stessa, foto, dopo foto, dopo foto. Leggendo questo ho pensato che forse è per questo che, negli ultimi anni, gli influencer hanno aperto le porte delle proprie case ai social network, postando gravidanze, malattie, dispiaceri: un tentativo ultimo di essere autentici, di essere vivi, umani, non solo schiacciati su un'immagine perfetta e sempre identica.</p><p>Funziona? Personalmente non lo so, ho qualche dubbio. Ma da come, anche gente che conosco, perde tempo a scrivere sui profili e sui post di certi personaggi noti, forse invece l'illusione della vicinanza sociale funziona. Voglio dire io non riesco a pensare che se seguo Tizio sui social e Tizio comunica al mondo che ha l'influenza ed io gli scrivo un messaggio con i miei migliori auguri, ecco dicevo io non riesco a pensare che Tizio poi lo legga e che gliene freghi qualcosa e che questo sistema crei una connessione fra di noi, ci renda amici. Insomma io non lo farei e non lo faccio. Ma tanta gente sì. Quindi boh alla fine funziona? e magari sbaglio io? beh fa lo stesso, sbaglio volentieri!</p><p>Ricapitolando questo libro mi è piaciuto molto. Ho letto recensioni che ne dicevano peste e corna anche a livello stilistico; io non trovo, anzi l'ho trovato molto più maturo di "Acciaio" (l'unico altro libro che ho letto). Ho letto critiche feroci sulla scelta del tema amicizia, di nuovo, dopo Acciaio e Marina Bellezza ... perché? un autore scrive quello che sente fortemente dentro di se, evidentemente la Avallone aveva molto da dire sull'amicizia fra ragazze, probabilmente è stato un punto nodale della sua vita? In un'intervista ho letto che questo romanzo deve appunto chiudere un ciclo, una prima parte della sua vita e della sua opera che aveva bisogno di quest'ultimo romanzo per essere completamente risolta.</p><p>Personalmente ho trovato molto della mia vita nelle vicende di Elisa e Beatrice; è stato un doloroso salto nel passato perché anch'io ho la mia amicizia finita che però è, ancora oggi, un lutto irrisolto. Consiglio senza alcun dubbio la lettura di questo romanzo. Vi lascio con questa citazione dal film "Stand by me" tratto dal racconto di Stephen King:</p><p><b><i>Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha?</i></b></p><p><br /></p><p>PS: la copertina è <u>bellissima</u></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivy8UkViEfg__kAhtVNOCL3Pm9EWL4K1cVNYFqNzwTW7ElzSV4-_30vY6Y24plqxT2oaed6KjaelnIfaCz7Rj1u-BXSUJLd1wdPs63CmRmKg82m5VJpOKtHI5Li8eLhHeCSpZcZoD4RT_DpU04cCL5yugXUtWZhnqnx12U-IRWNE2mPprPb8o6wqw5/s819/avallone.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Silvia Avallone" border="0" data-original-height="819" data-original-width="536" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivy8UkViEfg__kAhtVNOCL3Pm9EWL4K1cVNYFqNzwTW7ElzSV4-_30vY6Y24plqxT2oaed6KjaelnIfaCz7Rj1u-BXSUJLd1wdPs63CmRmKg82m5VJpOKtHI5Li8eLhHeCSpZcZoD4RT_DpU04cCL5yugXUtWZhnqnx12U-IRWNE2mPprPb8o6wqw5/w312-h478/avallone.jpg" title="Un'amicizia" width="312" /></a></div><br /><p><span style="color: #0b5394; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀ e 1/2</b></span></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-60656470801815597382022-05-23T15:57:00.001+02:002022-05-23T15:57:13.189+02:0023 Maggio 1992<p> Ci sono date che tracciano una linea, nella storia e nella vita personale; il 23 Maggio 1992 è una di quelle.</p><p>Se mi ricordo dov'ero? Certo che sì.</p><p>All'epoca avevo 18 anni, ero in 5a superiore e, probabilmente, stavo pensando all'esame di maturità che presto avrei dovuto affrontare. Ero una appassionata ammiratrice di Falcone. Il tema della lotta alla mafia è sempre stato importante per me, avevo seguito l'infinito svolgersi del maxiprocesso, le fortune alterne del giudice, la vergognosa pagina dei "corvi" del palazzo di giustizia. Sentivo, con quella fede assoluta che solo gli adolescenti possono avere, che era tutta una trama montata ad arte, che Falcone dava fastidio e non solo a Cosa Nostra.</p><p>Ma quel giorno, anzi quella sera, ero andata ad accompagnare mio padre in aeroporto, doveva partire per lavoro alla volta di Singapore. All'epoca non è che si prendesse l'aereo proprio tutti i giorni, io per esempio non l'avevo mai preso, quindi lo avevamo accompagnato perché era un po' come un evento! Eravamo poi salite, io e mia madre, sulla terrazza panoramica per vederlo decollare. Ricordo che in quel momento il sole basso della sera aveva riverberato sugli oblò incendiandoli: mi aveva fatto un brutto effetto, tanto che dissi mia madre "mamma mia, sembrava qualcosa che scoppiava!" Lei aveva riso dandomi dell'esagerata, così, ridendo della mia suggestionabilità, avevamo riguadagnato l'auto per rientrare a casa.</p><p>Solo più tardi quella sera, scoprii che all'ora in cui l'aereo di mio padre si alzava dalla pista, la macchina del giudice Falcone si alzava nel cielo di Capaci.</p><p>Dopo 30 anni è la prima volta che racconto questa storia. Incredibile? Sicuro. Ma è la verità che ci crediate o no, non m'interessa.</p><p>Fatto è che quella sera piansi amare lacrime di dolore e disillusione. Pensavo solo che non era possibile, che non potevano averlo fatto, che non era giusto, che l'avevano lasciato solo... Che tutto era perduto. Che avevano vinto "loro".</p><p>Ma quando, nei giorni successivi, vidi la reazione della Sicilia pensai che forse no, che i miei coetanei siciliani avevano compreso la parola di quel giudice dal viso buono e dall'involontario eroismo (fra le altre cose a settembre '92 in nelle università italiane ci fu un boom di iscrizioni a giurisprudenza) .</p><p>Dopo 30 anni lo penso ancora. Penso che quello che fecero Falcone e Borsellino segnò una svolta fondamentale. Penso anche però che la mafia non si può eliminare; ha cambiato pelle ma è sempre lì, come e forse più di prima. Uccide meno? Non lo so, forse è solo diventata più subdola e batte le legge in altri modi. Ma so, sono certa e non smetterò mai di proclamare che se abbiamo degli eroi veri in questo nostro Paese disgraziato, allora quegli eroi sono questi due uomini che hanno spianato la legge e la parola davanti alla ferocia di chi spianava la pistola.</p><p>Oggi ci chiedevamo con mio marito se Riina è ancora vivo o no, credo sia morto, non m'interessa. Ma chissà se dall'inferno dove si trova l'ha capito che non è stato niente... Perché di lui non ci ricordiamo nemmeno se è vivo o morto. Di Giovanni Falcone ci ricordiamo tutti.</p><p>Quindi, alla fine, chi ha vinto?</p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-87609213892504024032022-05-17T08:30:00.001+02:002022-05-17T08:30:00.231+02:00Il maestro delle ombre, Donato Carrisi<p> Ultimo capitolo della serie "Marcus e Sandra", mi dispiace dirlo ma, per me, il peggiore dei tre (dei primi due romanzi ve ne ho parlato <a href="http://iquasimontanari.blogspot.com/2016/02/vdl-il-tribunale-delle-anime-donato.html">qui</a> e <a href="http://iquasimontanari.blogspot.com/2021/02/vdl-il-cacciatore-del-buio-donato.html">qui</a>).</p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Roma si trova al centro di una tempesta perfetta: una perturbazione violentissima e 24h di blackout programmato. Peccato che nessuno si ricordi della bolla emanata da papa Leone X in cui diceva che "mai, mai, mai" la città sarebbe dovuta rimanere al buio...</i></p><p><i>Nel frattempo Marcus, il penitenziere, si sveglia in una cripta sotterranea, nudo e senza più memoria di ciò che gli è accaduto negli ultimi giorni. Partendo da un messaggio scritto da lui stesso cerca di ricostruire i propri passi, ma, come già accaduto in passato, ha bisogno dell'aiuto di Sandra per venirne a capo. Nel frattempo il blackout ha scatenato una strana follia in città che improvvisamente sembra popolata da zombie dallo sguardo vuoto.</i></p><p><i>Quella di Marcus e Sandra è una lenta discesa nell'inferno di una profezia vecchia di secoli. Cosa troveranno i sopravvissuti all'alba del giorno dopo? Chi si cela dietro i fatti che Marcus non riesce a ricordare?</i></p><p>Seppur partendo da presupposti molto stuzzicanti, il romanzo non decolla mai veramente. Un Marcus che pare fragile a causa dell'amnesia, in difficoltà rispetto al solito, una Sandra invece molto più forte e determinata: i due personaggi sono sempre belli, ma sono un po' tutto quello che si salva in questa storia strana che, non me ne voglia l'autore che io sono una povera profana, sembra un po' eccessiva.</p><p>Quello che non posso proprio perdonargli è di non aver sciolto i nodi dei romanzi precedenti: Marcus continua a vive, ignaro, una vita non sua. Inoltre il finale è buio: si può intuire cosa sarà dei protagonisti, ma non viene detto chiaramente, un po' come se Carrisi non fosse certo di volersi separare da loro definitivamente. Ma forse, come si evince dalle note finali dell'autore, qui il punto non era tanto la trama in se, qui il punto era distruggere Roma in poche ore. Il romanzo ha qualcosa di gotico, Roma perennemente sotto la pioggia, distrutta da un'esondazione del Tevere, al buio assoluto; forse non a caso poi molte scene sono ambientante in luoghi sotterranei, bui ed angusti, c'è sicuramente una scelta stilistica in questo.</p><p>Si toccano anche temi molto interessanti come la dipendenza che abbiamo tutti dall'energia elettrica: più di ogni altra cosa il blackout ci getta nello smarrimento, senza la nostra tecnologia, senza televisione, senza impianti d'allarme, ci sentiamo nudi ed in preda agli elementi. Soprattutto oggi siamo irrimediabilmente dipendenti dagli smartphone e da internet, senza di loro ci sentiamo tagliati fuori dalla vita. </p><p>Un pensiero poi, del personaggio di Vitali, mi ha molto colpita e mi ha fatto pensare alla pandemia; parlando dei fatti terribili accaduti: "Vitali sapeva che la gente avrebbe dimenticato in fretta, nessuno avrebbe imparato nulla da quella notte. Tranne, forse, i morti."</p><p>La lettura è avvincente come al solito, ma nel complesso non sono rimasta entusiasmata come per i due libri precedenti.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYNaddeXsOAZpqoclmJbCk2Uo3JiEUgiiTNriFHP7J-a-MVL4bb2sIK-trkBb5tQIn_FqSZ0Gw7wkHA4hIIC7NDjCicGNQDFw-AVOI2sq4uWDUyCK-RJvBGYCdmhhqI-_1TKb0HZR-OZIguZFvsuivguPsYSVLWGSRhgApyMoKmtwS-8YXCfzowjlS/s500/carrisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="338" height="539" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYNaddeXsOAZpqoclmJbCk2Uo3JiEUgiiTNriFHP7J-a-MVL4bb2sIK-trkBb5tQIn_FqSZ0Gw7wkHA4hIIC7NDjCicGNQDFw-AVOI2sq4uWDUyCK-RJvBGYCdmhhqI-_1TKb0HZR-OZIguZFvsuivguPsYSVLWGSRhgApyMoKmtwS-8YXCfzowjlS/w364-h539/carrisi.jpg" width="364" /></a></div><p><br /></p><p><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀ e 1/2</span></b></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-85186765362003896912022-04-26T08:30:00.004+02:002022-04-26T08:30:00.226+02:00La ragazza dagli occhi di carta, Ilaria Tuti (racconto)<p> Buongiorno a tutti!</p><p>Il libro di oggi, prequel della serie di Teresa Battaglia scritto prima di "Fiori sopra l'inferno", è un racconto breve di Ilaria Tuti dove troviamo per la prima volta tutti i protagonisti a noi già noti.</p><p>C'è una Teresa Battaglia già informata della sua malattia, malattia che però qui è appena agli esordi e le causa solo qualche piccolissima dimenticanza.</p><p>C'è Marini, il suo braccio destro, che già manifesta un attaccamento protettivo nei confronti del suo superiore.</p><p>Ci sono tutti gli altri personaggi più o meno secondari che poi ritroveremo nei romanzi successivi.</p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Un uomo coperto di sangue non suo viene fermato da una volante in evidente stato confusionale; nello zaino ha una mano di donna tranciata di netto e la foto di una ragazza a cui, sugli occhi, sono stati incollate due ellissi di carta. Presumibilmente la ragazza della foto è anche la "proprietaria" della mano, quindi c'è probabilmente un cadavere da cercare, di cui però Teresa ed i suoi uomini non conoscono l'identità...</i></p><p>Diciamo subito che questa breve storia non aggiunge e non toglie nulla ai libri che l'hanno poi seguita. Probabilmente, ipotizzo, era un primo esperimento letterario che metteva in campo personaggi che sono poi stati affinati successivamente. L'ambientazione, il ritmo narrativo e l'atmosfera sono quelle che poi troveremo in "Fiori sopra l'inferno". C'è sempre qualcosa di molto inquietante nella natura di Ilaria Tuti: boschi, radure, laghi montani, tutto sottende un senso d'inquietudine, di attesa per non dire proprio di paura. Nella purezza dell'ambiente alpino si nasconde la corruzione umana che quasi contamina l'ambiente, questo concetto nei libri della Tuti è sempre presente. Ed in questo racconto c'è il germe di tutto. </p><p>Quindi, ribadisco, una storia che racchiude in divenire tutti i temi della serie del commissario Battaglia, uno stile che, a mio parere, è già quello che troveremo in seguito, una conduzione del phatos già buonissima. Carino da leggere, senza aspettative ma come puro esercizio di lettura, se già si conosce la serie.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsA79TghJHuSzByOGeAkkvvbuiQv3lLaO3msBDiWE9rsQ2IGeGIncF7J6hPZK6FdYMmwJkBI8Vll1jYA3n9pnTSz883Wz7yM8w5K9_n1d3OQpgi23eFSga7_WF61WjUF_csTQ2YDAmvVBaeqZYyhHT7oSEFhfLdYHU80REWxhDRPgDS0_lTX-F0ymX/s800/tuti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Ilaria Tuti" border="0" data-original-height="800" data-original-width="572" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsA79TghJHuSzByOGeAkkvvbuiQv3lLaO3msBDiWE9rsQ2IGeGIncF7J6hPZK6FdYMmwJkBI8Vll1jYA3n9pnTSz883Wz7yM8w5K9_n1d3OQpgi23eFSga7_WF61WjUF_csTQ2YDAmvVBaeqZYyhHT7oSEFhfLdYHU80REWxhDRPgDS0_lTX-F0ymX/w310-h434/tuti.jpg" title="La ragazza dagli occhi di carta" width="310" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</span></b></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-65151854552776299452022-04-05T08:30:00.003+02:002022-04-22T18:20:12.539+02:00La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco, Enrico Brizzi<p> Vi confesso che questo libro l'ho cercato per mari e per monti. La cosa bella è che ancora adesso non so il perché; voglio dire, non so esattamente cosa mi aspettassi, ma quello che poi ho trovato alla fine mi ha soddisfatto. Sia chiaro, questo romanzo non aggiunge e non toglie niente alla letteratura italiana: è scritto bene (ditemi tutto quello che volete ma non che Brizzi non scrive bene), scorre leggero e, ai più, non dirà niente di che. Non a me.</p><p>La linea trainante della narrazione è Vasco, ok, ma appare subito evidente che è un pretesto. Diciamolo, io e Brizzi siamo coetanei (l'ho detto già altre volte che siamo legati dall'anagrafica) e, riflettendoci, io stessa se volessi trovare una linea rossa che ha accompagnato la mia infanzia, adolescenza, giovinezza e, ahimè, maturità non potrei che scegliere il Blasco. Le sue canzoni, piacessero o meno, sono in effetti state la colonna sonora della nostra vita, fino qui. Il libro è una nostalgica e divertente autobiografia della gioventù dell'autore, dalla tenerissima età ad oggi. Ha il limite che se non sei bolognese o non sei almeno transitato spesso per Bologna per parentele varie e/o per studio non lo capisci e non ti lascia niente. Quindi non è un libro per tutti, ma forse, non so, non aveva nemmeno la presunzione di esserlo. A volte credo che si scriva di un argomento perché se ne ha voglia. Punto. Poi se gli altri lo capiscono bene, altrimenti ciao. Fine del discorso.</p><p>Stringendo, io l'ho capito. Come ho scritto anche a proposito de "Il matrimonio di mio fratello", io e l'autore condividiamo età, esperienze, luoghi di nascita e di crescita ed anche passioni collaterali: quindi i suoi primi 20/25 anni di vita somigliano molto ai miei. E' stato un bel periodo. Ho letto recensioni feroci e, secondo me di parte, riguardo questo libro. Brizzi non dedica un cantico alla perfezione della sua città, semplicemente descrive come essa è cambiata nei decenni, così come sono cambiati i suoi abitanti. Bologna, nei secoli, è stata tante cose: città etrusca, celtica, romana, longobarda, sede della prima università d'Europa, poi gran casino, poi papale, poi napoleonica, poi di nuovo papale, liberale, fascista ed infine comunista. Un crogiolo di avvenimenti e influenze che ne hanno fatto la città che ho conosciuto: aperta, dotta, a volte snob a volte popolana. Lo canta anche Guccini nella sua dedica d'amore alla città che l'ha ospitato a lungo:</p><div style="text-align: left;"><span style="background-color: #fce5cd;">"<span face="arial, sans-serif" style="font-size: 14px;">Bologna è una donna emiliana di zigomo forte</span></span></div><div style="text-align: left;"><span face="arial, sans-serif" style="background-color: #fce5cd; font-size: 14px;">Bologna capace d'amore, capace di morte</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span style="background-color: #fce5cd;"><span jsname="YS01Ge">Che sa quel che conta e che vale, che sa dov'è il sugo del sale</span><br /><span jsname="YS01Ge">Che calcola il giusto la vita e che sa stare in piedi per quanto colpita</span></span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span style="background-color: #fce5cd;"><span jsname="YS01Ge">Bologna è una ricca signora che fu contadina</span><br /><span jsname="YS01Ge">Benessere, ville, gioielli</span><br /><span jsname="YS01Ge">E salami in vetrina</span><br /><span jsname="YS01Ge">Che sa che l'odor di miseria da mandare giù è cosa seria</span><br /><span jsname="YS01Ge">E vuole sentirsi sicura con quello che ha addosso, perché sa la paura"</span></span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge" style="background-color: #fce5cd;"><br /></span></div><p style="font-size: 14px; margin-bottom: 12px; text-align: left;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: georgia;">E davvero questa è la nostra città: la più piccola delle metropoli italiane, un posto dove ancora puoi conoscere tutti quelli del "tuo ambiente", ma dove c'è ancora la capacità di sperimentare, di guardare fuori dalla propria cerchia; certo, bisogna volerlo, ma le occasioni non mancano. </span></p><p style="font-size: 14px; margin-bottom: 12px; text-align: left;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: georgia;">A causa della pandemia sono più di due anni che non faccio la mia gita solitaria in città e ne ho molta nostalgia. Mi prendo una giornata per me, niente marito niente figlie, prendo il treno e già quando scendo al piazzale ovest sento l'energia della mia città natale. Quand'ero giovane vedevo le possibilità: gente di tutta Italia, negozi, musei, piazze. Ora cerco le memorie: le cerco lungo via Indipendenza, poi in piazza Maggiore ed infine nei negozi del Quadrilatero dove non smetterò mai di cercate l'ombra di mia nonna che grida "Venite! Oggi le arance sono bellissime!"... E ora basta ragazzi/e perché già mi scendono le lacrime e direi che per oggi ho scavato nel passato già abbastanza.</span></p><p style="font-size: 14px; margin-bottom: 12px; text-align: left;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: georgia;">Comunque grazie Enrico Brizzi perché ad ogni libro mi smuovi sentimenti.</span></p><p style="font-size: 14px; margin-bottom: 12px; text-align: left;"><span style="background-color: #fce5cd; font-family: georgia;">Non ve lo consiglio. Vi ho detto di cosa parla. Scegliete voi. Per quel che mi riguarda, beh, obiettivo centrato.</span></p><p style="font-size: 14px; margin-bottom: 12px; text-align: left;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgCcbKSski-o7-JZobhzKLou_KZr-BQr0Qfp9awTNTDX_PTNnrBhesZQGdir1W8QT10RLfEjewQZ8KGIDlE5xyS4jPki21oAYqLcR9jQmv0cIbkROZjnWxz9xc5BdTbWgGCrJ7byiTxTGbUE71AnhmEN_j_96j5Q7xXsYItu619VpKz0miCNNm9jbNW=s500" style="background-color: #fce5cd; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Enrico Brizzi" border="0" data-original-height="500" data-original-width="323" height="448" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgCcbKSski-o7-JZobhzKLou_KZr-BQr0Qfp9awTNTDX_PTNnrBhesZQGdir1W8QT10RLfEjewQZ8KGIDlE5xyS4jPki21oAYqLcR9jQmv0cIbkROZjnWxz9xc5BdTbWgGCrJ7byiTxTGbUE71AnhmEN_j_96j5Q7xXsYItu619VpKz0miCNNm9jbNW=w290-h448" title="La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco" width="290" /></a></div><span style="background-color: #fce5cd;"><br /><span style="font-family: georgia;"><br /></span></span><p></p><p style="margin-bottom: 12px; text-align: left;"><span style="color: #0b5394; font-family: georgia; font-size: large;"><b style="background-color: #fce5cd;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-55181910140034875322022-03-15T08:30:00.002+01:002022-03-16T12:05:59.335+01:00Tango alla fine del mondo, Diego Cugia<p> Cercherò di essere il più concreta possibile nel recensire questo romanzo che, tra l'altro, ho appena terminato: ho voluto farla proprio in tempo reale! Per me si tratta di una recensione complicata perché il libro mi ha suscitato molti sentimenti, fortemente contrastanti tra loro. Il che di per se è un bel segno: se una storia ti scuote vuol dire che un bel pezzo di lavoro l'ha già fatto. Ma veniamo ai fatti.</p><p><i>Siamo in Sicilia, alla fine dell'800, e la famiglia Maggio, il padre Michele con la moglie Caterina e le figlie gemelle diciassettenni Diana e Olivia, si mette nei guai; sono contadini e, accusati di aver preso parte ad una protesta contro l'aumento delle tasse, si vedono confiscati tutti i loro averi. Ridotti in povertà, abboccano all'amo di don Tano Calò, losco figuro che truffa la gente disperata vendendo loro "salvifici" biglietti per l'Argentina, terra di grandi ricchezze.</i></p><p><i>Ma don Tano non è solo un truffatore, è un prepotente, laido e malvagio, abituato a prendersi tutto ciò che vuole e, purtroppo, Tano vuole Diana, fiera fanciulla nel fiore della sua bellezza. Così con un bieco stratagemma la costringe a rimanere in Sicilia mentre il resto della famiglia parte per Buenos Aires convinta di averla lasciata in mani sicure. Per Diana comincia un inferno che la porterà a vivere situazioni impossibili da sopportare per una ragazza così giovane.</i></p><p><i>Contemporaneamente la sua famiglia arriva in Argentina dove scopre l'inganno di Tano, il padre per fortuna trova un impiego al mattatoio della Boca, quartiere del porto, e la sera suona al Bandoneon, locale dove Michele e altri immigrati inventano una nuova musica: il tango. La nuova terra comincia a scorrere nelle vene di Michele, specialmente quando conosce Blanca, moglie del suo datore di lavoro. Scocca la scintilla a cui entrambi non possono resistere. </i></p><p><i>Le vite di tutti cambieranno completamente e, col tempo, anche Diana approderà a Buenos Aires; ma quello che ha vissuto a Palermo ha ucciso la sua parte bambina e innocente; ora Diana è una donna che sa quello che vuole: vendetta.</i></p><p>Nelle pagine finali Cugia definisce questo romanzo un feuilleton. Vero. Ed è proprio per questo che suscita in me sentimenti contrastanti. Scritto è scritto molto bene, ti prende, scorre, anche la storia ha un'ambientazione interessante. I personaggi sono delineati, sfaccettati, nessuno di loro, tranne Olivia la mia preferita, è completamente buono o cattivo. Persino Tano, che di buono non ha niente, mostra sprazzi di tenerezza nei confronti di Diana, certo una tenerezza malata e possessiva, l'unico modo in cui un uomo come lui può amare.</p><p>Quindi dicevamo che lo stile è assolutamente apprezzabile; la storia in se però mi ricorda troppo una telenovela, per l'appunto, sudamericana. Nei saluti finali Cugia parla fra l'altro di una trasposizione di cui però non ho trovato traccia, quindi non so se esista, ma ci starebbe assolutamente.</p><p>Non rientra tanto nelle mie corde questo tipo di storia di amori, passioni, omicidi, tradimenti, ruberie e corna varie. Apprezzo la descrizione, che sottende tutta la narrazione, della nascita del tango come musica e come ballo. Apprezzo la descrizione dell'Argentina, di Buenos Aires e della vita degli emigranti, trattati come feccia dalla popolazione locale... farebbe bene ricordarsi che anche noi siamo stati un popolo di migranti trattati come animali nei luoghi dove approdavamo poveri e affamati...</p><p>Nel complesso lo reputo un buon libro, meritevole di essere letto. Se poi vi piacciono anche le storie d'amore tormentate vi farà impazzire. Una menzione per il personaggio di Olivia, la gemella dipinta come la più debole che in realtà si dimostra la più forte, compassionevole e determinata di tutti.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgQamhCEairnkua2J6pD391Q0xvnCFLhCVko3GdmjPq2WqNEr_zjOE4mickUsRmUibaFfzXmU-qYfDy6s3mZCWPiprdw-NbeqUFEU3LT51UV7_hEcjc86dmA7vdnqYdDvFofD1p9cc9kjpTdHt9kiKCjk2fkYXES0cVIEwNpV_1Yxa5Pnc-x7sQ2jdc=s500" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Diego Cugia" border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="455" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgQamhCEairnkua2J6pD391Q0xvnCFLhCVko3GdmjPq2WqNEr_zjOE4mickUsRmUibaFfzXmU-qYfDy6s3mZCWPiprdw-NbeqUFEU3LT51UV7_hEcjc86dmA7vdnqYdDvFofD1p9cc9kjpTdHt9kiKCjk2fkYXES0cVIEwNpV_1Yxa5Pnc-x7sQ2jdc=w296-h455" title="Tango alla fine del mondo" width="296" /></a></div><br /><p><br /></p><p><span style="color: #3d85c6; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀ e 1/2</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-32315086920431048012022-02-22T08:30:00.000+01:002022-02-22T08:30:00.222+01:00La stanza della morte, Jeffery Deaver<p><span style="font-family: georgia;"> Oggi ennesima puntata della serie "Lincoln Rhyme" con il romanzo La stanza della morte, decimo episodio della saga.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Il libro tratta una molteplicità di argomenti interessanti: il rifiuto del modello americano da parte dei paesi in cui è stato forzatamente esportato, i servizi segreti deviati, il tema dell'attacco preventivo, il terrorismo anti USA, l'ingerenza degli alti poteri nelle indagini di polizia, la gestione della rabbia... Insomma tanta carne al fuoco che però non basta a far decollare questo romanzo. </span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ma veniamo ai fatti:</span></p><p><i><span style="font-family: georgia;">Robert Moreno, dissidente cittadino degli Stati Uniti ma di origini sudamericane, viene assassinato alle Bahamas. Dalle prime indagini appare evidente che l'assassinio è stato ordinato da qualcuno all'interno del Governo degli Stati Uniti apparentemente per sventare i suoi piani terroristici. A quanto pare, però, il morto stava semplicemente organizzando delle </span></i><i><span style="font-family: georgia;">dimostrazioni </span></i><i><span style="font-family: georgia;">pacifiche ... Quindi qualcuno ha abusato del suo potere? E perché? E come? Difficile per Rhyme indagare senza una scena del crimine, visto che lui si trova a New York! Sarà quindi necessario un cambio di passo nella tipologia delle indagini e la coppia Rhyme-Sachs per questa volta dovrà separarsi seguendo piste diverse...</span></i></p><p><span style="font-family: georgia;">L'inizio è inesorabilmente lento e, devo dirlo, tedioso. Ci ho messo un tempo scandalosamente lungo a valicare le metà del libro che, da quel punto in poi, prende un po' di ritmo e ti trasporta alla fine piuttosto agevolmente. La prima metà però è una vera fatica, aumentata da una costellazione di personaggi che si rivelano di un'antipatia unica: dall'SI della situazione, uno degli assassini più odiosi che abbia mai incontrato nei libri di Deaver, alla viceprocuratore distrettuale Nance Laurel, ai vari "simpatici" personaggi dei servizi segreti. </span></p><p><span style="font-family: georgia;">Ci sono anche degli spunti originali però, come la più unica che rara uscita in esterna di Lincoln che, addirittura, si reca alla Bahamas! E continuano anche le vicende riguardanti la salute dei due protagonisti: Rhyme si è sottoposto ad un intervento che gli ha ridato un parziale uso di un braccio e vorrebbe intervenire anche sull'altro; Amelia è sempre più sofferente per l'artrite che rischia di mettere a repentaglio la sua carriera di poliziotta. Su questi versanti ci saranno grandi sorpresone sul finale.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Quindi nel complesso che dire, la storia c'è, non si può negare. I nostri protagonisti ci sono, con i loro alti e bassi. Il tutto è orchestrato un po', come dire <i>in do minore</i>, non c'è lo smalto dei primi romanzi ma qualcosa trapela qua e là. </span></p><p><span style="font-family: georgia;">Poi ci sono cose che, secondo me (ma chi sono io per dirlo), ormai hanno fatto il suo tempo, tipo la lavagna degli indizi di Lincoln Rhyme: va bene Jeffery dicci che la scrivono ma non propinarcela, con aggiunte e correzioni, 10 volte in un libro, limitati un attimino! E, per l'amor di Dio, non ritirare fuori ad ogni romanzo il perché Lincoln è paraplegico e Amelia zoppica: chi non lo sa che si legga il primo romanzo! </span></p><p><span style="font-family: georgia;">Comunque in qualche modo si arriva alla fine anzi, direi che tutto succede alla fine e le ultime pagine sono un susseguirsi di avvenimenti e scoperte e cambiamenti di fronte che, però, ogni tanto appaiono un po' forzati. Per questi motivi e solo per l'affetto che ho nei confronti dei personaggi al libro appioppo un 3/5. Vedremo come andrà con i romanzi successivi della serie.</span></p><p><span style="font-family: georgia;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIu11pCa4AiQQEIQ_nYsCfb62AtauCGtD6uUg8pUasAvw8XAVLbUcV7ZvgACYjnPvlkvkFd2wwQJKogSfjpMGbqLJu3G8rR2C7EP42f4jYbVEUvPnxoiUktC_47bdmaTqLTYjiE9PIgyBwFJGWlQZbqDQXhwe8WPqU4gZo4VmTWOUkmJJFBUur9Gm5=s823" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="488" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiIu11pCa4AiQQEIQ_nYsCfb62AtauCGtD6uUg8pUasAvw8XAVLbUcV7ZvgACYjnPvlkvkFd2wwQJKogSfjpMGbqLJu3G8rR2C7EP42f4jYbVEUvPnxoiUktC_47bdmaTqLTYjiE9PIgyBwFJGWlQZbqDQXhwe8WPqU4gZo4VmTWOUkmJJFBUur9Gm5=w317-h488" width="317" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia;"><br /></span><p></p><p><span style="color: #3d85c6; font-family: georgia; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-80971185972393513882022-02-02T08:30:00.002+01:002022-02-02T12:30:49.124+01:00La casa dei sette ponti, Mauro Corona<p><span style="font-family: georgia;"> Lo so, lo so, a molti/e di voi Mauro Corona non sarà affatto simpatico. Mi raccomando Mauro non Fabrizio (per l'amor del cielo...), quello con barba e capelli selvaggi, fazzoletto legato sulla testa, mezze maniche fisse anche al Polo Nord.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">In effetti pure io quelle due mezze volte che l'ho visto a "Carta bianca" per 5 millisecondi non sono rimasta particolarmente entusiasmata dalle sue esternazioni (ma non sempre ha torto...), però...</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Però ho letto tre suoi scritti, "Il volo della martora", "Aspro e dolce" e questo di oggi "La casa dei sette ponti", ed ho apprezzato molto il suo stile. Anch'io come Corona sono un'amante della montagna, un po' perchè ci vivo un po' perchè ci vado in vacanza (montagne diverse) e concordo con la sua visione rispettosa della natura. La trovo realistica e passionale, forse più di quella di Messner, e condivido anche la nostalgia verso la vita passata delle nostre montagne: più povera certo ma forse più vera.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Anche questo breve racconto s'ambienta in montagna, più precisamente sulla mia montagna l'Appennino Tosco-Emiliano. San Marcello Pistoiese e l'Abetone distano da noi, in linea d'aria, solo un sospiro un po' più lungo. Ed ecco che la via si snoda davanti ai miei occhi mentre la narrazione procede.</span></p><p><i><span style="font-family: georgia;">Un industriale della seta di Prato ritorna di tanto in tanto all'Abetone per incontrarsi con gli amici d'infanzia. Anche lui è originario dei monti, ma ha fatto fortuna in città ed ormai la sua vita è lì, un po' solo certo, ma nella sua intransigenza e nel suo amore per il lavoro la solitudine non incide molto. Però ritorna e, sempre, lungo la strada tortuosa che lo porta a destinazione, nota una piccola casa diroccata, inadatta ad essere abitata, con il tetto ricoperto da teli di plastica colorata ed un camino che butta fumo sempre, sia d'inverno che d'estate. Quella casa attrae sempre la sua attenzione, non può fare a meno di domandarsi chi possa mai averla eletta a propria dimora. Finché un giorno il nostro industriale si fermerà e busserà alla porta. Comincerà per lui un viaggio nel passato che assomiglia ad una delle favole che mia nonna mi raccontava da piccola, per farmi stare tranquilla due minuti...</span></i></p><p><span style="font-family: georgia;">Veramente questo breve racconto è una favola. Una vera favola, con tanto di morale e con tante chiavi di lettura quanti sono gli occhi che possono leggerla. In ognuno di noi provocherà reazioni diverse, io mi sono molto commossa alla fine e non succede così spesso che un libro mi muova alle lacrime. Ci sono molti simboli nascosti nella narrazione, non da ultimi i sette ponti che il protagonista dovrà attraversare. Essi sono simboli, evidentemente, dei proprio demoni interiori. Ma potrebbero essere anche ponti reali visto che a San Marcello Pistoiese esiste un ponte sospeso, una passerella pedonale a campata unica sospesa sul torrente Lima e lunga più di 200m. Ma a soli 40km sorge anche il Ponte della Maddalena, detto anche "ponte del diavolo", di Borgo a Mozzano famosissimo per la sua forma che sfida le leggi della natura.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Tutto questo per dire come, in questo racconto, la realtà si mescoli con la fantasia e diventi simbolo di un cammino interiore. L'industriale ricco e realizzato compirà un viaggio dentro se stesso, alla scoperta della realtà del suo passato ed alla ricerca della vera essenza del nostro esistere su questa terra. Servirà la catarsi e la rinascita a nuova vita. Ma la vita verrà e sarà migliore.</span></p><p><span style="font-family: georgia;">Un racconto che non porta via molto tempo ma che dona tanto. Lo consiglio sicuramente.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEijOTdykESHlkqKlK117w7fsWy2PYtug-E7LyQt0CScCzVBgIu-lgyVtxfxSdvybP82GxPXalyYxxJIJHoV-6bx4LKMPswo-T0DXESU-cgIkTR00NilQfcmP5y3Yfn0DBf0nlIkcgIpCSIy-Tafei5oJ_eSCGjPUePvP5kI34KxIAN_ApOBcykRRTD8=s698" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Mauro Corona" border="0" data-original-height="698" data-original-width="430" height="466" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEijOTdykESHlkqKlK117w7fsWy2PYtug-E7LyQt0CScCzVBgIu-lgyVtxfxSdvybP82GxPXalyYxxJIJHoV-6bx4LKMPswo-T0DXESU-cgIkTR00NilQfcmP5y3Yfn0DBf0nlIkcgIpCSIy-Tafei5oJ_eSCGjPUePvP5kI34KxIAN_ApOBcykRRTD8=w287-h466" title="La casa dei sette ponti" width="287" /></a></div><br /><span style="font-family: georgia;"><br /></span><p></p><p><span style="color: #3d85c6; font-family: georgia; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀ e 1/2</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-297870497751952312022-01-17T18:16:00.007+01:002022-01-17T18:22:51.379+01:00La verità di Emily, Barbara Freethy<p>Buongiorno e BUON ANNO a tutti/e gli/le amici/che leggioni/e!!</p><p>Se fate caso alle date, noterete che mi sono presa una lunga pausa di riflessione. Mi sono presa tempo per decidere se proseguire nella mia recensione dei libri che leggo. La rubrica del Venerdì del Libro, promossa da Paola di Homemademamma, è finita. Anche le mie recensioni hanno registrato un grosso calo di lettori. Naturalmente è fisiologico: i blog ormai sono stati soppiantati da Instagram e da Youtube. Ritengo però che la recensione di un libro abbia bisogno di un canale diverso. La lettura è un processo che richiede tempo, riflessione e ragionamento; non può essere un "mordi e fuggi" e non può esserlo nemmeno una recensione. Per cui ho deciso di continuare.</p><p>La cadenza delle recensioni sarà casuale e non più legata alla settimanalità che aveva il Venerdì del Libro.</p><p>L'unico social (mah ... chiamiamolo social) a cui continuerò ad appoggiarmi è Anobii, un portale popolato da amanti della lettura e collegherò le mie recensioni al mio profilo Anobii.</p><p>Detto ciò, procediamo con il primo libro recensito nel 2022, ma letto nel 2021: "La verità di Emily" di Barbara Freethy.</p><p><i>San Francisco. Una festa al college fra risate, musica alta, superalcolici e stupefacenti. D'improvviso un urlo squarcia la notte e una terribile tragedia segna per sempre la vita degli attoniti spettatori: Emily, la ragazza più ammirata e invidiata del college, è precipitata dal tetto. Omicidio? Suicidio? Natalie, Laura e Madison, le sue tre migliori amiche con cui formava "le fantastiche quattro", restano sconvolte dall'accaduto, ma nessuna di loro pare aver visto niente. La loro amicizia viene spazzata via da questa morte drammatica e misteriosa, lasciandole sole con i propri dubbi e sensi di colpa: avrebbero potuto fare qualcosa per salvarla? Dieci anni dopo un evento inaspettato riaccende i riflettori su quella vecchia storia: un romanzo che ricalca esattamente la vicenda sta scalando la vetta delle classifiche. E l'autore pare saperne molto più di chiunque altro, insinuando che fu proprio una di loro a spingere intenzionalmente la ragazza giù dal tetto. Chi ha scritto quel libro? Chi si nasconde davvero dietro lo pseudonimo di Garrett Malone? I fili delle loro vite e di quei giorni dimenticati stanno per intrecciarsi di nuovo, rivelando trame impreviste. </i></p><p>Il viaggio nel passato di Natalie prevede un incontro, che si trasforma in collaborazione, con Cole, fratello di Emily ed ex fidanzato di Natalie. Come da copione lei non ha mai scordato lui e lui non ha mai scordato lei. Ma non sono gli unici personaggi ad avere dei conti in sospeso sol passato. Tutti i nodi verranno al pettine e la "verità" sulla vita e la morte di Emily travolgerà tutti, nel bene e nel male. </p><p>Nel complesso un libro piacevole, ma niente di trascendentale. Ci sono tutti gli ingredienti: mistero, morte, amicizia, amore, sesso, conflitti famigliari. Si tocca proprio un po' di tutto, tanto per non sbagliare. Insomma, si legge bene, ci si distrae abbastanza, ma non aspettatevi un'opera indimenticabile.</p><p>Da spiaggia o da divano-camino-neve/pioggia.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisCrh89fPMTGudNIKKittEBcc836gvZZE7u8bHZ9UHSuWIq0WhK1HHciZOTsRvI54W7-OS-U2vlF_JTL-ToikwCX8WhOoSa9i2HxLpoorAT9GxqtzeD7w6NiEIDJ-8SdDMQqwLVzr0p6Vh7AJPsL4zmFiFXj9mDw_Nwd7CagZwbTatQIK_9mLP7bLN=s715" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Barbara Freethy" border="0" data-original-height="715" data-original-width="536" height="389" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEisCrh89fPMTGudNIKKittEBcc836gvZZE7u8bHZ9UHSuWIq0WhK1HHciZOTsRvI54W7-OS-U2vlF_JTL-ToikwCX8WhOoSa9i2HxLpoorAT9GxqtzeD7w6NiEIDJ-8SdDMQqwLVzr0p6Vh7AJPsL4zmFiFXj9mDw_Nwd7CagZwbTatQIK_9mLP7bLN=w292-h389" title="La verità di Emily" width="292" /></a></div><p><b><span style="color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</span></b></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-63294941755941872642021-10-22T08:30:00.001+02:002021-10-22T08:30:00.243+02:00VdL - La signora dei fiumi d'estate, Tyler Trafford<p> Buongiorno amici/he leggioni/e!</p><p>Oggi vi parlo di un romanzo molto molto particolare "La signora dei fiumi d'estate" di Tyler Trafford; si tratta dell'autobiografia della madre dell'autore, Alice Tyler. </p><p>Trama:</p><p><i>Alice Tyler è appena morta, lasciandosi alle spalle anni di alcolismo, malattia e infelicità per un matrimonio mal riuscito. Fra i numerosi fratelli, Tyler è forse il figlio prediletto, quello ritenuto più simile a se stessa dalla madre, e a lui tocca l'eredità più difficile e al contempo più bella. A lui tocca la <b>Vera Cosa Bella</b> della vita di Alice, contenuta e gelosamente conservata per decenni in una vecchia scatole di zuppe Campbell; si tratta di lettere ed un album di foto che testimoniano il giovane amore di Alice per il pilota norvegese Jens Muller. Jens e Alice si incontrano a Montreal, in Canada, dove il giovane si è recato per completare il suo addestramento da polita militare. I due s'innamorano, il tutto di nascosto dalla famiglia di Alice, la cui madre ha mire ben diverse per la figlia. Alice però è una ragazza indomita: amante dei cavalli, dello sci, della vita all'aria aperta, ama studiare e sogna di diventare una scrittrice dopo aver frequentato l'università. Niente di più lontano dai sogni della madre che studia per lei un matrimonio "altolocato". Non sorprende che Alice s'innamori di un semplice soldato norvegese, buono, gentile, delicato, umile figlio di un ingegnere. Il loro amore è così profondo che, alla partenza per la guerra in Europa, Jens le promette che tornerà da lei a qualunque costo. Proprio per questo, fatto prigioniero dai tedeschi, prenderà parte alla Grande Fuga, quello portata sul grande schermo da Steve McQueen: l'evasione forse più coraggiosa e drammatica tentata da un campo nazista. Solo in tre riuscirono a tornare a casa, gli altri vennero ripresi e giustiziati. </i></p><p>Non vi dirò certo se Jens fu uno dei fortunati oppure no.</p><p>Vi dirò però che questo libro è davvero molto bello e molto particolare. La vera protagonista è Alice. Il suo amore con Jens occupa una parte della storia, ma non tutta. Certo quell'amore fu senza dubbio il fulcro della sua vita; abbiamo però, in generale, lo spaccato di una vita vera, profondamente calata nel suo tempo con le luci e le ombre che lo contraddistinsero. Molto bello, delicato, tormentato è il rapporto con l'autore, il figlio Tyler, che solo durante la stesure del libro capisce finalmente e profondamente la madre. Ecco, forse, questo è un libro su di un rapporto madre/figlio che solo alla morte della mamma trova la risposta a tutti gli interrogativi.</p><p>In fondo quante cose non capiamo dei nostri genitori? Scelte che non abbiamo capito nè condiviso ma che poi, con gli anni e l'esperienza, ci diventano chiare. Quante così ci hanno tenuto nascoste per proteggerci, per non darci un ulteriore inutile dolore? E, invece, quante di queste cose nascoste un dolore ce l'hanno dato lo stesso? Perché non abbiamo capito, perché non abbiamo trovato un senso...</p><p>Se una cosa appare chiara dopo aver letto questo romanzo è che genitori non si nasce. Si impara, sicuramente dai propri sbagli, e si capisce in vecchiaia che certi sbagli non si possono riparare più, ma almeno meritano un'ultima estrema spiegazione.</p><p>In definitiva è un romanzo d'amore. Ogni tipo d'amore.</p><p>Consigliato.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-m2K7Db8vUt4/YW1Cr6rS2DI/AAAAAAAALQA/6xnIi3B1ZyUdrWg15Uumwf4F34RcCtm6ACLcBGAsYHQ/s380/FIUMIDESTATE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Tyler Trafford" border="0" data-original-height="380" data-original-width="250" height="444" src="https://1.bp.blogspot.com/-m2K7Db8vUt4/YW1Cr6rS2DI/AAAAAAAALQA/6xnIi3B1ZyUdrWg15Uumwf4F34RcCtm6ACLcBGAsYHQ/w293-h444/FIUMIDESTATE.jpg" title="La signora dei fiumi d'estate" width="293" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀</span></b></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-70694898235184600312021-10-08T08:30:00.001+02:002021-10-08T08:30:00.405+02:00VdL - Qualcosa, là fuori, Bruno Arpaia<p> Letto al termine della torrida estate 2021, dopo mesi di siccità e di temperature estreme, questo libro ha qualcosa di terribilmente profetico. </p><p><i>Livio è un anziano professore di neuroscienze e, insieme a migliaia di altri persone, sta lasciando la desolata Italia a piedi, in cammino verso la Scandinavia, verso il miraggio dell'ultima terra abitabile. Ci troviamo infatti verso la fine di questo secolo, il cambiamento climatico si è drammaticamente compiuto: l'Europa del sud è un deserto inospitale e ridotto in povertà, chi ha il denaro sufficiente migra verso nord clandestinamente ... vi suona famigliare vero?... Durante il lungo e pericoloso cammino del convoglio, Livio ripercorre la sua vita fin dall'infanzia ed in parallelo ad essa ci mostra i cambiamenti del clima della Terra ed i loro effetti. L'ultima speranza dei migranti è quell'ultimo lembo di terra a nord ancora coltivabile.</i></p><p>Alla luce di quello che ogni giorno vediamo, ormai con i nostri occhi non importa la TV, leggere questo breve libro è un pugno in piena faccia, è un senso di inesorabilità riguardo quello che ci aspetta e aspetta le generazioni più giovani. Infatti il Livio bambino è praticamente un coetaneo delle mie figlie... E, scusate, ma oggi non ho più il timore che quello che scrive si avveri ... ne ho la certezza.</p><p>Sarò "vecchia" ma non nutro più molte illusioni sulla possibilità do poter tornare indietro. Anche la scienza dice che ormai siamo troppo oltre, il riscaldamento è innescato e, anche nella migliore delle situazioni, continuerà comunque per decenni. Il problema è che io ormai non credo più neanche alla migliore delle situazioni. Credo anzi che nessuno farà niente per salvarci dall'autoestizione (autoestinzione ... ma si può essere più cog****i!), nessuno farà assolutamente niente per limitare il danno e marceremo tranquilli, tronfi e stupidi verso la distruzione di un miracolo dell'universo: la nostra casa.</p><p>Peccato però che, invece, la nostra casa non morirà affatto. Moriremo noi. La Terra sopravviverà, col tempo guarirà e forse, se qualcuno sarà sopravvissuto, ricomincerà da capo. Spero meglio. Spero.</p><p>Per quanto riguarda la nostra generazione, che sembrava la più fortunata di tutte, se nel frattempo non saremo morti per qualche altro virus o batterio, assisteremo allo scempio del nostro bel mondo. Soffriremo il caldo, la sete, la fame, la mancanza di risorse naturali, i disordini sociali che ne scaturiranno... Non è solo un libro, succederà. Forse sta già succedendo. Ma il nostro piccolo orticello è più interessante e meno impegnativo da guardare. E allora giriamo la testa, chiudiamo gli occhi, diciamo che non dipende da noi, ma invece dipende anche da noi. Come cantava Da Gregori "la storia siamo noi ... siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere".</p><p>Leggetelo e, se vi pare il caso, riflettete.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JyCYDHH0vjQ/YUIVrrnSzHI/AAAAAAAALO8/MixZJdCEdgMeSuv5xloxZbctu00pDnPBACLcBGAsYHQ/s280/arpaia.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Bruno Arpaia" border="0" data-original-height="280" data-original-width="180" height="432" src="https://1.bp.blogspot.com/-JyCYDHH0vjQ/YUIVrrnSzHI/AAAAAAAALO8/MixZJdCEdgMeSuv5xloxZbctu00pDnPBACLcBGAsYHQ/w277-h432/arpaia.jpeg" title="Qualcosa, là fuori" width="277" /></a></div><p><br /></p><p><span style="color: #3d85c6; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-40862025497324010512021-10-01T08:30:00.001+02:002021-10-01T08:30:00.231+02:00VdL - Velocemente da nessuna parte, Grazia Verasani<p> Un po' di tempo fa vi avevo parlato di un libro di quest'autrice, Grazia Verasani; si trattava di <a href="http://iquasimontanari.blogspot.com/2019/04/vdl-quo-vadis-baby-grazia-verasani.html" target="_blank">"Quo vadis, baby?"</a>, il primo libro con protagonista Giorgia Cantini, un'investigatrice privata con sede a Bologna.</p><p>Il romanzo di oggi è il secondo con protagonista Giorgia e confermo che la mano della Verasani mi piace molto</p><p><i>Trama:</i></p><p><i>Giorgia è sempre lei, quarantenne sgualcita, facile alla bottiglia e alla sigaretta. L'amore non vuole neanche sentirlo nominare, anche se inconsciamente ne è attirata Dopo una breve vacanza torna in una Bologna estiva e afosa, dove l'attende un caso di sparizione: Vanessa detta Van è sparita da una settimana e a denunciarne la scomparsa è solo l'amica-collega di incontri sessuali d'alto bordo. Van ha un bambino ed una famiglia d'origine con cui non parla e la ragione affonda le radici in lontani accadimenti. Che abbiano a che fare con la scomparsa di Vanessa?</i></p><p>Allora, ve lo dico subito che il mistero sulla scomparsa di Van non è poi questo gran mistero. Il che ci sta anche perché la storia è molto calata nella realtà e, nella realtà, i grandi misteri sostanzialmente non esistono. Tutti i delitti ruotano molto vicino alla vita della vittima. Quindi il bello del libro non è il giallo in se, il bello del libro è Giorgia, il suo approccio alla vita estremamente disincantato, la sua paura d'amare che l'ha portata ad essere una zitella quarantenne dall'avventura facile e disimpegnata. Il dolore l'ha scavata, l'ha portata e la porta lentamente verso l'autodistruzione, lucidamente e consciamente.</p><p>Un personaggio duro, scabro e tormentato; proprio questo la rende così umana, anche se si sforza di essere fredda e di non farsi coinvolgere, non ce la fa proprio. </p><p>Inoltre l'azione si svolge fra Bologna e Sasso Marconi, all'imbocco della valle del Reno, dove l'appennino comincia appena appena a proporsi alla vista, ma da lontano, con la sagoma dei monti ancora lontana e con l'aria che però si fa un pochino più fresca e leggera ....</p><p>... era da questo che da piccola capivo di essere quasi arrivata a casa: mio padre usciva dall'autostrada a Sasso Marconi, passava il ponte sul Reno (quello dei suicidi) ed imboccava la statale Porrettana ... e lì l'aria cambiava, cambiava temperatura, cambiava odore, cambiava consistenza ... allora lo sapevo, "Siamo quasi arrivati, fra 45 minuti è casa. Sono tornata."</p><p>Ed è così ancora oggi. Così, quando leggo che quelle sensazioni non sono solo mie, ma sono anche di altri, come dell'autrice, sono felice e mille ricordi si riaffacciano. </p><p>In conclusione confermo il consiglio: sono libri da leggere e quello di Giorgia Cantini è un personaggio vero, profondo che trasmette sentimenti. La Verasani è davvero brava a ricreare atmosfere, sensazioni e a farle vivere al lettore; lo prende e lo trasporta dentro le vite dei suoi personaggi, gliele fa capire e lo guida alla comprensione delle debolezze e delle bassezze umane. Io dico che non è poco...</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-zMu2EVvZO6o/YUIOZ2cIyUI/AAAAAAAALO0/GvHRyYO4znc7jGvesIcPo_XRtCQsoP3yACLcBGAsYHQ/s823/verasani.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Grazia Verasani" border="0" data-original-height="823" data-original-width="536" height="433" src="https://1.bp.blogspot.com/-zMu2EVvZO6o/YUIOZ2cIyUI/AAAAAAAALO0/GvHRyYO4znc7jGvesIcPo_XRtCQsoP3yACLcBGAsYHQ/w281-h433/verasani.jpg" title="Velocemente da nessuna parte" width="281" /></a></div><p><br /></p><p><span style="color: #3d85c6; font-size: large;"><b>GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀</b></span></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-83575203996002471472021-09-24T08:30:00.001+02:002021-09-24T08:30:00.238+02:00VdL - Baci da Polignano, Luca Bianchini<p> Buongiorno amici/amiche lettori/lettrici.</p><p>Per chi come me, ha sognato leggendo "Io che amo solo te" e "La cena di Natale di Io che amo solo te", era imprescindibile chiedersi come sarebbe andata a finire la storia di Ninella e Mimì. Questo ultimo libro ce lo racconta.</p><p><i>Trama: </i></p><p><i>Dopo tante vicissitudini il matrimonio di Mimì sembra finalmente finito: Matilde ha perso la testa per Pasqualino, il giardiniere, e a Don Mimì è toccato lo sfratto dal "Petruzzelli". Sarebbe quindi libero di correre dalla sua Ninella, se non fosse che lei, finalmente, sembra aver trovato la serenità fra le braccia di Carlo, milanese innamoratosi di lei e della Puglia. Anche il matrimonio di Chiara e Damiano scricchiola e pure Orlando e Daniela hanno i loro problemi di cuore e di famiglia. Non può poi mancare la zia Dora che si catapulta giù dal Veneto a caccia dell'eredità di un trullo. </i></p><p>In mezzo a mille pettegolezzi, fughe al supermercato e viaggi in giro per il mondo tutti i nostri protagonisti troveranno il loro "kefi" (per citare le Vacanze in Grecia) e finalmente noi lettori saremo liberi di lasciare Ninella e Mimì al loro destino. Insieme...???</p><p>E chi lo sa ... leggete il libro se volete saperlo! </p><p>Forse non il più spumeggiante e scorrevole fra i tre libri, diciamo della serie, ma irrinunciabile per gli incorreggibili curiosi e romantici.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JBVnTC0F0nw/YT97X2Ebo3I/AAAAAAAALOs/BuDZTCoRWWoVwghnvTX9BwJy11GkJIFvgCLcBGAsYHQ/s799/bacidapolignano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Luca Bianchini" border="0" data-original-height="799" data-original-width="536" height="440" src="https://1.bp.blogspot.com/-JBVnTC0F0nw/YT97X2Ebo3I/AAAAAAAALOs/BuDZTCoRWWoVwghnvTX9BwJy11GkJIFvgCLcBGAsYHQ/w296-h440/bacidapolignano.jpg" title="Baci da Polignano" width="296" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀</span></b></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-12871033428063524662021-09-17T08:30:00.001+02:002021-09-17T08:30:00.281+02:00VdL - Morgana, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri<p> Buongiorno a tutti/e. Dopo una lunga pausa estiva, piena di buone letture, ritorno con le mie umilissime recensioni.</p><p>Un libro che era in attesa da un bel pochino e che ha finalmente trovato il suo tempo è "Morgana" scritto in tandem da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri.</p><p>Della Murgia ho letto solo "Accabbadora" che mi è piaciuto abbastanza ma non mi ha fatto svenire. La Murgia invece mi piace molto. Non sempre condivido le sue posizioni ma mi piace molto una persona che non ha paura di sostenere a spada tratta le proprie idee e lei lo fa. </p><p>Considerando ciò e considerando che il libro parla di <i>donne scomode</i>, mi sono approcciata alla lettura con parecchie aspettative.</p><p>Non sono rimasta delusa, caso mai sorpresa. La scelta delle figure di donna inserite in questo romanzo a volte spiazza, ma ha assolutamente un filo logico. Le "Morgane", a questo mondo, le apprezzo sempre molto: sono donne difficili in termini sociali, offendono, danno fastidio e soprattutto sono donne fuori dal loro tempo.</p><p>Così partiamo da Moana Pozzi, la prima pornodiva approdata alla TV, al varietà, anche ai salotti buoni della TV se vogliamo. Una donna che faceva della libertà sessuale la propria bandiera; colta, intelligente e bellissima, sapeva tenere testa a pseudoletterati rivendicando le proprie idee. Forse non è il tipo di simbolo che vorremmo seguissero le nostre figlie (io di sicuro no), ma è comunque una donna che ho sempre apprezzato pur non condividendo il suo credo. Come ho già detto amo chi sa difendere le proprie opinioni con intelligenza e stile.</p><p>Si passa poi a Santa Caterina ... per dire, un salto da niente! Eppure l'essere fuori dai tempi contraddistingue tutte queste donne. Santa Caterina, in tempi medioevali, ardiva rimproverare Papi e monarchi e, donna in tempi in cui le donne contavano zero, era da questi ascoltata e tenuta in gran conto! Straordinaria!</p><p>E poi si continua con Grace Jones, pantera iconica degli anni '80; Emily Bronte, la mia scrittrice preferita (!), anima tormentata votata ad una vita di rinunce che scrisse dell'amore con ferocia e dolorosa poesia; Moira Orfei; Tonya Harding, passata dalle vette del triplo Axel all'amara squalifica a vita; Marina Abramovic; Shirley Temple; Vivienne Westwood e Zaha Hadid.</p><p>Dieci donne forti, fortissime. Dieci donne che, nonostante tutto, sono un'esempio per tutte noi. Donne che non hanno avuto bisogno di nessuno per diventare quello che sono diventate e che, se sono cadute, si sono rialzate sanguinanti ma non vinte.</p><p>Decisamente un bel saggio che consiglio a tutte.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-pKh5lk_37jY/YT93Tm6gh6I/AAAAAAAALOk/ZD5KbtP7BfIGx6C5suydUzddB-MgvejCACLcBGAsYHQ/s480/Morgana.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Michela Murgia Chiara Tagliaferri" border="0" data-original-height="480" data-original-width="480" height="399" src="https://1.bp.blogspot.com/-pKh5lk_37jY/YT93Tm6gh6I/AAAAAAAALOk/ZD5KbtP7BfIGx6C5suydUzddB-MgvejCACLcBGAsYHQ/w399-h399/Morgana.jpg" title="Morgana" width="399" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="color: #0b5394; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀</span></b></p><p><br /></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-54169405572556834132021-07-16T08:30:00.003+02:002021-07-16T12:26:16.165+02:00VdL - Portami il diario, Valentina Petri<p> Questo titolo l'ho scoperto proprio qui, sul Venerdì del Libro.</p><p>Non ricordo proprio chi l'aveva consigliato così non potrò ringraziarlo per avermi fatto leggere questo libro eccezionale!</p><p>In "Portami il diario" c'è la scuola com'era e come me la ricordo ancora io e com'è oggi, quindi alla fine non molto diversa. Attraverso le storie scolastiche dei ragazzi raccontate in questo libro ho potuto buttare un'occhio dall'interno alla vita scolastica delle mie figlie e ritrovare sprazzi di quella che è stata la mia</p><p>Questo libro non ha davvero bisogno di grandi recensioni: racconta, dal punto di vista di un'insegnante, un intero anno scolastico in un Istituto Professionale. Con lei ci affezioniamo ai ragazzi che, sono tremendi quasi sempre sì, ma, come viene sempre sottolineato sono anche sorprendentemente meravigliosi, aperti, interessati.</p><p>Sono i nostri ragazzi e leggendo "Portami il diario" non possiamo che esserne orgogliosi.</p><p>Da leggere. Assolutamente!</p><p>PS: Ho contagiato anche le mie figlie (una alle medie ed una alle superiori) che se lo sono divorato fra grasse risate!</p><div style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-n21u58w9jfM/YOmx3zvTIjI/AAAAAAAALKo/Smwhtoaf03oIVK5nQ_vawOrAaASVopmjwCLcBGAsYHQ/s424/portamildiario.png"><img border="0" data-original-height="424" data-original-width="285" height="442" src="https://1.bp.blogspot.com/-n21u58w9jfM/YOmx3zvTIjI/AAAAAAAALKo/Smwhtoaf03oIVK5nQ_vawOrAaASVopmjwCLcBGAsYHQ/w297-h442/portamildiario.png" title="Portami il diario di Valentina Petri" width="297" /></a></div><br /><p><br /></p><p><b><span style="color: #3d85c6; font-size: large;">GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀❀</span></b></p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4430308585982716236.post-68983454242940005222021-07-05T17:25:00.002+02:002021-07-05T17:28:07.800+02:00Pensierino pop-up<p>Oggetto: sfilata di moda in piazza con modelle del luogo maggiorenni e minorenni </p><p>Ognuno di se stesso fa indubbiamente quello che gli pare e, parimenti, ognuno decide per i propri figli specie se minorenni.</p><p>E' per questo motivo che sono fermamente convinta che alle mie figlie voglio cercare di passare messaggi con un minimo di livello. Fermo restando che non c'è niente di male a sfilare in piccole iniziative di paese, nel mio intimo però resto convinta che non è quello che incoraggerei le mie figlie a fare. Altra cosa è cantare o danzare, ma sfilare, magari in costume, tirate e truccate e taccate come adulte ... beh anche no. Non a 15/16 anni di sicuro.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8I0Pqax_7MA/YOMk7LY3oNI/AAAAAAAALKc/CcH7Jc486mghDebX2J3BiJwzY47Ps4nkACLcBGAsYHQ/s1920/cop-sogni-in-passerella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="692" data-original-width="1920" height="196" src="https://1.bp.blogspot.com/-8I0Pqax_7MA/YOMk7LY3oNI/AAAAAAAALKc/CcH7Jc486mghDebX2J3BiJwzY47Ps4nkACLcBGAsYHQ/w547-h196/cop-sogni-in-passerella.jpg" width="547" /></a></div><br /><p><br /></p><p>La bellezza è un pregio, non neghiamolo, ma credo che questa società già si imperni abbastanza sull'ideale di bellezza e sensualità senza anche andare ad incoraggiare una ragazza a presentare la propria bellezza come primo biglietto da visita per affrontare il mondo. Anche perché un'iniziativa fondamentalmente fine a se stessa (cioè farsi pubblicità quasi gratis) finisce in realtà per passare una serie di messaggi non così banali: lei sfila sempre ⇒ lei può ⇒ lei è bella, ha un gran fisico ⇒ lei ha anche il coraggio di farlo ⇒ lei è una che non si fa tanti problemi a farsi vedere svestita ecc.... </p><p>Per un paesino è già tanta roba e credo che sarebbe meglio lasciarlo fare alle maggiorenni per lo meno. Non sono bacchettona e non è un giudizio su nessuno, è soltanto un mio pensiero che spingeva dentro per prendere forma.</p><p>Sono di certo un po' fuori dal tempo ma continuo ancora a credere nel cervello come fonte suprema di seduzione.</p>Manuhttp://www.blogger.com/profile/09931483820152130811noreply@blogger.com0