Ciao lettrici! Sono stata un po' assente, ma in questo periodo sono un po' giù di corda e non ero nelle condizioni di spirito di scrivere. Spero che passi ...
Comunque oggi vorrei proporvi l'ultimo libro finito nelle mie grinfie: Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. Era da parecchio tempo che questo libro era ai box in attesa di essere letto, ma sentivo che doveva venire il suo momento perché l'argomento prometteva di essere arduo da digerire. Non sbagliavo.
Trama:
Oskar ha nove anni, vive a New York e ama inventare oggetti fantastici: camicie fatte di becchime, ascensori che non precipitano e grattacieli che non possono crollare. Oskar ha nove anni e suo padre è morto nel crollo delle torri gemelle. Oskar ha nove anni ma potrebbe averne molti di più per il peso che le sue fragili spalle sono costrette a reggere. Oskar ha un segreto che non può svelare a nessuno. Un giorno entra nello studio di suo padre e trova una chiave misteriosa, l'unico indizio è un cognome, "Black". Così, un po' per curiosità un po' per non perdere contatto con la memoria del padre, Oskar comincia un viaggio che lo porta a viaggiare per tutta New York e ad incontrare persone diversissime fra loro.
Devo dire che nonostante il finale, che non mi ha soddisfatto del tutto, è un libro che mi ha colpito molto per il profondo dolore di cui è intriso. In questa storia tutti hanno segreti: Oskar non può dire alla madre di aver sentito le telefonate fatte dal padre mentre era intrappolato nella torre; sua madre non può mostrare la propria sofferenza; la nonna non può parlare del passato e dell'inquilino che a tutti pare un essere immaginario, l'inquilino non può rivelare la sua vera identità e raccontare la sua storia.
Tutti i protagonisti affidano i loro sentimenti alla parola scritta: Oskar ha i suoi quaderni, l'inquilino e la nonna le loro lettere.
Quello che trasuda da ogni parola è dolore, perdita, rimpianto (un rimpianto quasi insopportabile che alla fine condiziona la vita di tutti).
Non c'è un finale risolutivo, un evento che sblocca la situazione, in questo il libro è molto realistico. Quello che rimane è la speranza che il piccolo protagonista riesca ad uscire dal proprio bozzolo di dolore e a vivere una vita felice.
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
QUI trovate i suggerimenti delle altre lettrici
Comunque oggi vorrei proporvi l'ultimo libro finito nelle mie grinfie: Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. Era da parecchio tempo che questo libro era ai box in attesa di essere letto, ma sentivo che doveva venire il suo momento perché l'argomento prometteva di essere arduo da digerire. Non sbagliavo.
Trama:
Oskar ha nove anni, vive a New York e ama inventare oggetti fantastici: camicie fatte di becchime, ascensori che non precipitano e grattacieli che non possono crollare. Oskar ha nove anni e suo padre è morto nel crollo delle torri gemelle. Oskar ha nove anni ma potrebbe averne molti di più per il peso che le sue fragili spalle sono costrette a reggere. Oskar ha un segreto che non può svelare a nessuno. Un giorno entra nello studio di suo padre e trova una chiave misteriosa, l'unico indizio è un cognome, "Black". Così, un po' per curiosità un po' per non perdere contatto con la memoria del padre, Oskar comincia un viaggio che lo porta a viaggiare per tutta New York e ad incontrare persone diversissime fra loro.
Devo dire che nonostante il finale, che non mi ha soddisfatto del tutto, è un libro che mi ha colpito molto per il profondo dolore di cui è intriso. In questa storia tutti hanno segreti: Oskar non può dire alla madre di aver sentito le telefonate fatte dal padre mentre era intrappolato nella torre; sua madre non può mostrare la propria sofferenza; la nonna non può parlare del passato e dell'inquilino che a tutti pare un essere immaginario, l'inquilino non può rivelare la sua vera identità e raccontare la sua storia.
Tutti i protagonisti affidano i loro sentimenti alla parola scritta: Oskar ha i suoi quaderni, l'inquilino e la nonna le loro lettere.
Quello che trasuda da ogni parola è dolore, perdita, rimpianto (un rimpianto quasi insopportabile che alla fine condiziona la vita di tutti).
Non c'è un finale risolutivo, un evento che sblocca la situazione, in questo il libro è molto realistico. Quello che rimane è la speranza che il piccolo protagonista riesca ad uscire dal proprio bozzolo di dolore e a vivere una vita felice.
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
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Ciao Manu,
RispondiEliminami attrae la storia per come l'hai riassunta e lo terrò a mente sicuramente per il futuro. Adesso però non ho animo per letture intrise di dolore.... ma non mancherò, promesso, di leggerlo.
Grazie del suggerimento!
Kly