Rieccomi. Con la fine dell'estate torno sempre anche io... In questi mesi sono stata poco presente sul web ma molto attiva come lettrice, quindi ho un po' di materiale da presentarvi nei prossimi appuntamenti.
Oggi comincio con un autore di ho già parlato qui, recensendo The Dome, e che amo molto, Stephen King. Siccome non mi ero abbastanza spaventata leggendo "Helen Driscoll", ho pensato bene di buttarmi sul buon vecchio King che turbarmi ancora un pochettino e devo dire che ci sono riuscita in pieno.
Rose Madder non è forse uno dei suoi romanzi meglio riusciti, ma spaventare spaventa e schifare schifa quanto basta.
Rose è la maltrattata (ma è un eufemismo) moglie di Norman, poliziotto di un'imprecisata città del NordEst. Dopo anni e anni di vessazioni una mattina Rose esce di casa con solo la borsetta e la carta di credito di Norman e fugge. Fugge a caso, senza meta, approdando in una non identificata grande città del Mid-West, dove trova rifugio in una casa famiglia per donne maltrattate, la Figlie e Sorelle, che l'aiutano a ritrovare fiducia in se stessa e a trovare anche un lavoro. Un giorno Rose entra d'impulso in un negozio d'antiquariato dove incontra Bill, che farà breccia nel suo cuore ferito, e dove acquista uno strano dipinto raffigurante una donna in abiti dell'antica grecia: sul retro del quadro c'è la scritta Rosa Madder che, tradotto in italiano, è un colore, il "rosa di robbia". Nel frattempo Norman è a caccia di Rose, perchè uno come lui non può accettare di essere piantato in asso dalla moglie come un fesso qualunque; la scia di sangue che lascia durante la caccia è fra le più agghiaccianti del repertorio di King.
Mentre Norman si avvicina sempre più a lei, il quadro comincia a dare strani segnali finchè una notte si allarga la punto che Rose vi entra dentro... Dentro quel mondo, che rimanda ad uno dei mondi paralleli descritto in un altra serie di King, Rose incontra la misteriosa donna del quadro ed una sua serva di nome Dorcas; la donna del quadro le chiede di aiutarla in un'impresa pericolosa, Rose accetta e la donna le promette che, in caso di bisogno, saprà restituirle il favore.
Una volta uscita dal quadro Rose dimentica tutto, ma quando Norman la troverà ed aggredirà le sue amiche della Figlie e Sorelle, ricorda e capisce che ha bisogno dell'aiuto promesso.
In una lotta finale dove Norman e Rose assumono sembianze mitologiche, giustizia sarà fatta e il marito sadico subirà la giusta pena.
Ma ogni cosa ha un prezzo, e la Furia suscitata potrebbe non essere così semplice da sopire.
La cosa decisamente insolita del romanzo è il riferimento alla mitologia greca ed in particolare alle Erinni, personificazioni femminili della Vendetta (Furie nella mitologia romana).
Nel complesso però non l'ho trovato all'altezza di altri romanzi dello stesso autore; il viaggio all'interno del mondo greco è rivisitato in una chiave che non ho amato molto, piegato alla vena horror della vicenda.
Quello che invece viene descritto molto bene è l'incubo di vivere vicino ad un mostro, un uomo che dovrebbe amare e proteggere la propria compagna ed invece la sottopone a soprusi fisici e psicologici terribili. Una situazione che finisce per annientare la personalità di Rose, rendendola una donna insicura, spaventata dal mondo, col corpo a pezzi e con l'anima piegata.
Vederla riemergere dal baratro getta uno sprazzo di luce su una vicenda angosciante. Si comprende anche però che certe ferite lasciano un segno che non guarisce mai. Rose alla fine impara a vivere, ma il segno rimarrà per sempre dentro di lei, che diverrà madre e moglie nonostante Norman.
Come ho già detto in passato, King è fatto per chi lo ama, quindi non consiglio ma indico e lascio alla sensibilità di ognuno la voglia di leggerlo.
Giudizio critico : ❀❀
QUI i consigli di oggi
Detto questo...king è un maestro!!!
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo!
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