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venerdì 1 dicembre 2017

Al bar si muore

Mercoledì sera, ore 17-17:15, vado in paese a piedi perché mi manca il pane. Le persone che incontro si contano sulle dita di una mano. Negozi deserti. Macchine il giusto e comunque solo di passaggio. Mi assale un senso di desolazione:"Questo paese muore o forse è già morto. Come ho potuto pensare di costruire un futuro qui. Non c'è nulla per me; cosa ci potrà essere per le mie figlie?! Se fossimo coraggiosi, se non avessimo investito troppo in questo posto, dovremmo fuggire via da qui."
Via da questo stupido paese con 26 bar e 1 negozio l'alimentari. Via dai suoi troppi vestiti a prezzi assurdi e non un posto di ritrovo per i ragazzi. Via dal cinema aperto 3 giorni a settimana con uno spettacolo alle 21 e poi a letto. Via da queste scuole a metà dove nessuno vuole venire a insegnare. Via dalle sue strade trascurate che puzzano di piscio di cane. Via dalle sue Terme in rovina, una ricchezza che nessuno ha saputo mettere a frutto. Via dalle industrie che chiudono nella cecità di chi ci lavora.
Se fossimo coraggiosi e se fossimo in due a volerlo fare...
Torno indietro. Col solito peso sul cuore. Io non sono fatta per lasciarmi vivere. Ma è quello che faccio. E pesa.

PS: poi, due ore dopo aver scritto il post sopra, vai a un ricevimento a scuola dove ti fanno i complimenti per come hai educato tua figlia e ti dicono che ragazza in gamba e intelligente sia. E allora, forse, non tutto quello che faccio è pura sopravvivenza...

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