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venerdì 15 febbraio 2019

VdL - La banda degli invisibili, Fabio Bartolomei

Non è facile affrontare l'argomento della terza età senza scadere nei clichè, ma questo scrittore, di cui non avevo mai letto nulla, ci riesce egregiamente. Anzi, fa molto di più, con eleganza e delicatezza riesce a fare della critica sociale. Cominciando dal titolo che è già espressione del contenuto, "La banda degli invisibili", perché gli anziani sono "invisibili" a tutti, alle istituzioni senza dubbio visto che vengono ignorati da decenni, ma anche dagli altri cittadini, che li costringono a lottare contro la maleducazione, la burocrazia che per un anziano è una vera tortura, contro un mondo che viaggia troppo veloce senza alcun rispetto per le loro gambe stanche...
Ma vediamo un po' di cosa si parla in questo romanzo:

Angelo è un ultrasettantenne ex-partigiano; è rimasto vedovo da tempo e come parenti gli rimangono solo due nipoti che non si fanno mai vedere. Il nucleo della sua vita sono tre amici del circolo anziani, Filippo, Ettore e Osvaldo e Lauretta, amore mai sbocciato di gioventù. Con loro Angelo passa le sue giornate, anche perché i 4 vecchietti hanno capito che devono aiutarsi da soli a non affondare nella vecchiaia vera, quella che ti ruba le forze, i ricordi e la voglia di andare avanti. La vecchia vera non ha nulla a che fare con l'età anagrafica, ma piuttosto col rimanere soli, abbandonati, chiusi in casa senza stimoli di alcun genere. Per sfuggire a questo il gruppo di anziani signori si dedica a svariate attività: sabotare le corse delle auto blu sulle corsie preferenziali, spedire buste piene di cacca di cane a cittadini maleducati, e via di seguito fino ad arrivare a progettare il rapimento del premier (all'epoca Silvio Berlusconi)!

Ci sono pagine che fanno sorridere a denti stretti. Troppe volte le persone anziane vengono irrise più o meno velatamente, senza pensare che magari hanno delle necessità diverse da quelle di un giovane: per esempio non possono stare in fila per ore senza che le gambe facciano male o che la vescica reclami brutalmente attenzione! Eppure il gruppo degli invisibili c'è per chi ha bisogno di una mano. Come per andare in ospedale a trovare un vecchietto privo di memoria e abbandonato dai parenti, i quattro lo vanno a visitare fingendosi vecchi compagni di scuola. Oppure per occuparsi di Domitilla, la figlia cerebrolesa di una conoscente a cui il comune ha tolto l'assistenza.
La parte finale, con il rapimento del premier, è veramente ben riuscita a cavallo fra l'inaspettato ingenio dei quattro (ma non dimentichiamo, come non lo dimenticano loro, che sono ex-partigiani) e il folklore di un piano impossibile ma che invece riesce alla grande.
Insomma questo romanzo lo consiglio perché apre gli occhi su un fatto lampante ma che a volte tutti dimentichiamo: essere anziani non vuol dire essere delle cose, incapaci d'intendere e di volere e, peggio, di provare emozioni, ma essere uomini e donne che hanno dato tanto e che ancora possono dare moltissimo e che avrebbero bisogno di molte più attenzioni e amore da parte dei parenti, in primis, ma anche maggior comprensione da parte di tutti.



GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀
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venerdì 1 febbraio 2019

VdL - Ferite profonde, Nele Neuhaus

Ho scoperto Nele Neuhaus per caso con il suo libro più famoso "Biancaneve deve morire" (di cui vi ho parlato QUI) e sono stata conquistata dal suo stile e dal ritmo narrativo.
"Biancaneve deve morire" fa parte di una serie di romanzi che hanno come protagonisti il commissario capo Oliver von Bodenstein e la sua collega Pia Kirchhoff; quello di cui vi scrivo oggi è uno dei primi della serie.

David Joshua Goldberg, novantaduenne ebreo appena tornato in Germania, viene ucciso nella sua casa di Kelkheim; le modalità dell'omicidio fanno pensare ad un'esecuzione: un colpo alla testa con un proiettile di grosso calibro, la vittima in ginocchio sul pavimento.
I successivi due ritrovamenti rendono il caso ancora più inquietante: i numeri 1 - 6 - 1 - 4 - 5 scritti su uno specchio con il sangue ed un tatuaggio sul braccio della vittima ... un tatuaggio tipico delle SS, un loro segno di riconoscimento scritto in caratteri gotici. 
Di lì a poco vengono trovate uccise nello stesso modo altre due persone. A legare le tre vittime, oltre alla vetusta età e al numero 16145, c'è anche il fatto che tutti erano stati invitati al compleanno di Vera Kaltensee, ricca vedova ultraottantenne e famosa filantropa che vive con l'ambiguo figlio Elard. Ma cosa può unire questa donna, cui il nazismo aveva tolto tutto, a tre uomini che pare facessero parte delle SS?

Anche questo romanzo è veramente molto bello e ben strutturato; la storia è avvincente e non ci si fa mancare nulla, da un tuffo in un tristissimo periodo della storia europea ad un bel groviglio di intrighi famigliari. I personaggi sono numerosi, profondi, mai banali e le loro vicende affiorano lentamente nello scorrere della narrazione sapientemente dosata per mantenere alta la tensione narrativa.
Una storia originale, sconvolgente e con un finale assolutamente imprevedibile. Inutile dirlo, lo consiglio caldamente!
Vorrei segnalare che Nele Neuhaus è anche autrice di una serie di libri per ragazzi di cui ho acquistato i primi due volumi per la Tata: ne è rimasta conquistata! La protagonista è Elena, tredicenne amante dei cavalli (e la Tata non poteva che immedesimarsi!).
Purtroppo, e non ne capisco il motivo, i libri di questa autrice sono tradotti in italiano con estrema lentezza. Per esempio la serie per ragazzi vede tradotti finora solo i primi due volumi.
Ho poi notato, cercando sul web, che anche la serie poliziesca è stata tradotta solo in parte, secondo me sull'onda del successo di "Biancaneve deve morire". E' un grosso peccato perché l'autrice scrive molto molto bene e, personalmente, preferisco il suo stile a quello di molti altri "più blasonati" (o gettonati...) autori nord europei. Ma purtroppo tant'è...



GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀

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