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venerdì 30 ottobre 2020

VdL - Hugo e Rose, Bridget Foley

 Probabilmente succede a tutti di leggere la sinossi di un romanzo, farsene un'idea e poi leggerlo e rendersi conto di aver preso una colossale cantonata. Di certo è quello che è successo a me con il libro di oggi, "Hugo e Rose"; sedotta dalla romantica copertina dai colori pastello e dalla quarta di copertina, mi sono approcciata al libro attendendomi un portentosa storia d'amore grondante romanticismo da tutti i pori. Non è stato così. Aggiungerei: per fortuna.

Rose è una giovane donna con una bella famiglia. Un marito medico, che si fa in quattro per fare una bella carriera e portare benessere economico alla propria famiglia, e tre bei bambini, allegri, intelligenti, chiassosi e rompiscatole come tutti i bambini piccoli. Ma Rose è una donna insoddisfatta che si odia perché si sente insoddisfatta quando invece dovrebbe ringraziare ogni minuto per tutto ciò che ha. Rose è insoddisfatta della propria vita, del proprio corpo, segnato da tre gravidanze, e trascina i giorni per arrivare alle notti ed al sonno. Infatti da quando, aveva 5 anni,  quando Rose è stata in coma a causa di una caduta in bici, ogni notte sogna Hugo. Hugo è un suo coetaneo e con lui, da decenni, ogni notte, vive meravigliose avventure sull'Isola: un posto fiabesco dove i due ragazzi si ritrovano ogni notte. Sull'Isola Rose è sempre giovane e bella e così anche Hugo, l'unico che la capisce e la conosce davvero. Tutto procede diciamo tranquillo finché un giorno, per caso, Rose incontra Hugo nella vita reale. Ma, come tutti sappiamo, la realtà è molto diversa dal sogno ed anche Hugo è diverso dal personaggio da fiaba che popola le notti di Rose. Quando realtà e sogno s'incontrano come andrà a finire?

Per certi versi questo romanzo si potrebbe definire geniale perché riesce ad affrontare con un costrutto originalissimo molte tematiche assolutamente non banali. Quindi, specialmente nella prima parte, amore e romanticismo ci sono, ma il racconto non si esaurisce in quello. Anzi nella seconda parte insorge una sfumatura noir che rende la situazione anche abbastanza inquietante.

Rose è una casalinga insoddisfatta perché ha abbandonato i suoi progetti per seguire la famiglia. Non le manca nulla, suo marito la adora, i bambini amano teneramente la loro mamma; ma la figura, quasi mitica, di Hugo e di come la vede sull'Isola, contribuiscono ancora di più a renderla insoddisfatta della realtà. Perciò quando incontra il vero Hugo (non proprio un adone invero ma pur sempre Hugo), Rose si confonde, non capisce più se quello che sapeva del suo amico notturno è vero o è solo illusione. Dovrà buttarsi senza paracadute in questa nuova avventura per capire ciò che conta veramente per lei; per conoscere veramente Hugo e l'origine della loro Isola misteriosa. Dovrà immergersi nelle acque buie dei propri sentimenti e fare una scelta. 

Concludendo il romanzo riesce a staccarsi dai cliché della storia d'amore per addentrarsi nei meandri molto più profondi degli umani sentimenti: l'accettazione di se stessi per quello che si è e l'accettazione del passato e dei traumi che abbiamo subito. 

Lo consiglio senz'altro.


Bridget Foley



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

Altri piacevoli suggerimenti di lettura li potrete trovare sul blog Homamademamma.

venerdì 23 ottobre 2020

VdL - Chi ha rubato Annie Thorne?, C.J. Tudor

Il mistero, a volte anche un po' spaventoso, preso a piccole dosi mi piace ancora. Da giovane divoravo i romanzi di Stephen King a ritmo quasi continuo; adesso non ce la faccio più ... sarà che ci pensa la vita a farmi sufficientemente paura o sarà che sono diventata grande e saggia ...chissà.
Di fatto il romanzo di oggi un pochino inquieta! con un breve sunto capirete il perché.

Arnhill, paesino minerario del Nottinghamshire. Nel 1992 una banda di ragazzini trova un ingresso ai cuniculi delle miniere ormai chiuse da anni; decidono di scendere e lo fanno in 5: Hurst, il capobranco; Fletch, il suo bracciodestro; Chris, il potenziale genio disadattato; Marie, fidanzatina di Hurst e Joe Thorne, protagonista del libro. All'interno trovano una caverna che cela un segreto spaventoso e che si ritorce contro di loro, terrorizzandoli e costrigendoli ad una fuga al buio e precipitosa. Il problema è che anche Annie, la sorellina di otto anni di Joe, li ha seguiti di nascosto fin laggiù ... e laggiù accade qualcosa ... qualcosa per cui Annie non esce dalla miniera. Joe torna a casa di nascosto e non fa parola dell'accaduto con i genitori; partono le ricerche perché Annie viene dichiarata scomparsa da casa ... ma dopo due giorni Annie torna da sola ... Un miracolo per tutti, per tutti tranne che per Joe che non riconosce in quella creatura la dolce sorellina di pochi giorni prima.
Dopo 25 anni Joe torna ad Arnhill attirato da una email che dice "So cos'è successo a tua sorella". Anche perchè sembra che tutto stia succedendo di nuovo...

No, lo so che scritto così sembra un libro dell'orrore, ma non lo è. Non temete di trascorrere notti insonni, costellate di mostri, zombie o che so io; no, l'horror c'è ma non così terrorizzante.
Beh comunque questa affermazione prendetela da una che leggeva Stephen King come leggere il libro Cuore 😜
Tornando a noi vi dirò che il libro è buono pur non essendo strepitoso (solo il Re sa far paura essendo strepitoso). Probabilmente l'autrice omaggia Mr. King, ma lo fa bene, costruendo un efficace impianto narrativo. Il personaggio principale, Joe, è abbastanza fastidioso nel suo genere: ubriacone, giocatore pieno di debiti, bugiardone patentato. Ciò nonostante si capisce che ha molto sofferto e che quanto accaduto lo ha reso debole sì, ma non cattivo. Aspira a fare il suo lavoro d'insegnate in maniera corretta e costruttiva e, fra le righe, si capisce che avrebbe anche i numeri, ma la bottiglia rovina tutto.
Si riscatta in parte cercando di risolvere il problema delle miniere di Arnhill, in modo che nessuna altra giovane vita venga condotta alla follia da ciò che vi è celato. Riuscendoci? Chissà. Ma di fatto lui si costruisce un'appiglio che potrebbe cambiargli la vita e lo lasciamo credendoci anche noi.
Se vi ho incuriosito, bene: missione compiuta!

C. J. Tudor



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

I suggerimenti di lettura di oggi li trovate su Homemademamma, che promuove l'iniziativa.

venerdì 16 ottobre 2020

VdL - Ti ricordi?, Alessandro Perissinotto

 A volte si sente, o almeno io sento, la necessità di leggere storie brevi. Soprattutto in estate spesso non sono in mood "libri-fiume", quindi apprezzo libri come quello di oggi: brevi e divertenti racconti imperniati sui ricordi d'infanzia.

Non a caso il titolo è "Ti ricordi?" ed è basato sui ricordi delle vacanze estive dell'autore che, fino ad una certa età, si svolgevano in compagnia dei nonni in un paesino della montagna piemontese nella Val Grande di Lanzo.

Il libricino è strutturato in ordine alfabetico, come una specie di abbecedario della memoria e protagonista è proprio il Paese, luogo dei ricordi prima ancora di essere un luogo fisico. Forse ognuno di noi ha un posto del genere, perché, quello che ci accade e viviamo durante l'infanzia s'imprime indelebilmente nella nostra memoria e si colora delle sfumature sentimentali, nostalgiche ed ironiche al tempo stesso.

"Ti ricordi"? si legge in una mezza giornata. Ma sarà una mezza giornata di sorrisi e di ricordi propri che affiorano richiamati dalle parole dell'autore. Leggerlo d'estate è stata la maniera migliore per ricordare quelle mie lontane estati di 35/40 fa, quando per me il Paese era solo dall'altra parte della strada, dove abitava mia nonna. Per me quello è il luogo della memoria. La nonna, i campi, la raccolta del fieno, i miei cugini che "venivano su" da Bologna e passavano i 3 mesi d'estate lì con noi, la campagna e di boschi circostanti diventavano i nostri possedimenti e non c'erano limiti alle avventure che potevamo inventarci. 

E' breve, carino, leggero: non sarà una lettura indimenticabile, ma vi farà ricordare e, allora, perché non tentare?


Alessandro Perissinotto


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Altri suggerimenti di lettura potrete trovarli sul blog di Paola, Homemademamma.

venerdì 9 ottobre 2020

VdL - La partita, Stefano Ferrio

 Da alcuni anni questo ebook mi faceva l'occhiolino dalla lista dei "da leggere", ma niente, non era mai il suo momento, perlomeno fino all'estate di questo pazzo 2020, in cui spesso mi sento nostalgica ed in cui mi trovo spesso a rimpiangere il passato e gli anni spensierati della giovinezza.

Una bella storia, diciamo molto calcistica, forse un po' troppo per i miei gusti visto che non amo e non seguo il calcio, ma il tema di fondo non è certo il calcio. Il tema vero è il tempo che passa, che divora i nostri sogni di gioventù, che magari ci spinge all'apice del successo oppure ci coccola con il dolce tepore della normalità. Sullo sfondo c'è lei: la Partita Interrotta.

Siamo negli anni '70, Vicenza, un gruppo di ragazzi alla fine del liceo si sfida in una partita di calcio. Da una parte c'è l'Inghilterra, formata da ragazzi della classe proletaria, idealisti e votati alla sconfitta calcistica; dall'altra c'è la Bar Fantasia, formata invece da giovanotti della parte "bene" della città, destinati ad un facile futuro da avvocati, notai o dirigenti dell'azienda di famiglia. Quel giorno il destino vuole che la partita debba essere sospesa su un pareggio, risultato che non soddisfa ne' gli uni ne' gli altri. Il patto è ritrovarsi nello stesso giorno e nello stesso posto dopo 33 con la stessa identica formazione per disputare lo spareggio. 

Ma 33 anni sono una vita, chi si ricorderà di quella promessa fatta in un pomeriggio di fine estate? Beh, paradossalmente tutti. Solo che la vita ha fatto il suo corso ed in alcuni casi non è stata affatto gentile. Così c'è chi è morto per droga, chi è finito in galera per terrorismo, ma c'è anche chi si è fatto con le proprie mani e col proprio cervello diventando giudice o medico, c'è chi è entrato in politica e chi sta morendo per un male incurabile. Ma una promessa è una promessa e "La Partita" deve essere giocata, perché ci sono figli che devono onorare la memoria dei padri e ci sono vite derelitte che hanno bisogno di un attimo di gloria.

Mi sembra di ricordare di aver letto di questo romanzo sul blog di qualcuna di voi, ma onestamente non mi ricordo chi. Beh, devo dire che nonostante il tema calcio mi annoi dopo una frazione di secondo, questo libro mi è piaciuto. C'è la giusta dose di nostalgia, di ricordi calcistici, di vita vissuta, di riscatto. Non si tratta di buonismo, ma di sudore e lacrime, di risultato da portare a casa perché è più di un risultato, più di una partita, è la parodia della vita stessa. E a volte il pallone gonfia la rete alle spalle del portiere e la folla esulta e i compagni ti abbracciano perché, per quell'unica volta, la gloria è tutta tua.

Consigliato!


Stefano Ferrio


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

Su Homemademamma, promotrice del Venerdì del libro, trovate altri interessanti consigli di lettura.

venerdì 2 ottobre 2020

Vdl - Un caso di scomparsa, Dror A. Mishani

 Non avevo mai letto uno scrittore di origine ebraica, e non saprei dire se questo possa avere a che fare con il rapporto che ho avuto con questo libro. Un libro strano che inizialmente ho capito poco; il protagonista stesso è molto strano, un poliziotto israeliano straordinariamente insicuro. Per tutta la prima parte della narrazione non ho capito dove si volesse andare a parare e, francamente, mi sono anche un po' annoiata nella lettura. Poi, ad un certo punto, la narrazione ingrana, si comincia a capire di più ed il nodo del mistero viene sciolto in poche pagine d'interrogatorio. O almeno così sembra ... ma la realtà è proprio quella che sembra o il nostro poliziotto insicuro (ed insieme a lui tutto il dipartimento di polizia di Holon) ha preso un granchio?

La trama comincia con la denuncia della scomparsa di Ofer, un giovane adolescente, da parte della madre: Ofer è scomparso dopo essere uscito per recarsi a scuola. A raccogliere la denuncia c'è il poliziotto Avraham Avraham, del dipartimento di polizia di Holon cittadina isrealiana a qualche chilometro da Tel Aviv. Inizialmente Avraham suggerisce alla donna di aspettare il giorno dopo, perché spesso i ragazzi fanno una bravata e poi tornano e perché non ci sono thriller ambientati in Israele, questo perché in Israele certe cose non succedono, non esistono serial killer, non ci sono rapimenti e gli stupri sono rarissimi (sarà proprio così? mah...?). Secondo Avi, in Israele, la soluzione è sempre la più semplice: se c'è un delitto il colpevole è il vicino, il nonno, lo zio, il cugino ... insomma la soluzione non richiede mai grandi investigazioni. Durante la notte però Avraham ha dei ripensamenti, come un presagio, la sensazione di essere stato superficiale, ed infatti il ragazzo non torna.

Partono così le indagini e le ricerche, ma di Ofer non c'è più traccia. Il nostro Avraham sbaglierà strada fino alla fine, quando un'intuizione improvvisa ed un errore banale da parte del vero assassino gli indicheranno la verità. Curioso che alla fine il suo discorso sui delitti in Israele risulti in effetti profetico.

Un romanzo alla fine interessante, se non altro per l'ambientazione con cui non avevo alcuna dimestichezza. Diciamo non proprio un giallo travolgente, con un protagonista un po' fiacco ed un personaggio, Zeev il vicino di casa di Ofer, che lascia totalmente attoniti per l'assoluto non-senso delle sue azioni. Quella di Zeev è un'azione di depistaggio che effettivamente svia le indagini dalla giusta strada, ma anche i "preconcetti" (se vogliamo chiamarli così) di Avi concorrono ad ostacolare il raggiungimento della verità.

Insomma nel complesso la lettura non è stata male, il finale ha risollevato le sorti di un romanzo che, diversamente, non avrei giudicato molto entusiasmante. Ma diciamo che ha il suo che, via.


Dror A. Mishani



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

Altri suggerimenti di lettura li trovate su Homemademamma.