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venerdì 23 agosto 2019

VdL - Due mogli, Maria Pia Ammirati

Bentornati al nostro appuntamento del Venerdì del libro promosso da Paola del blog Homemademamma.

Il titolo del libro di oggi può far pensare a vicende di cuore, ma non è proprio così; o meglio c'è il cuore, c'è la famiglia con i problemi di tutti i giorni e ci sono due matrimoni che sembrano barcollanti a chi li vive dall'interno. Sullo sfondo di queste vicende, una tragedia che ha segnato profondamente il nostro Paese: la strage di Bologna.
Per motivi geografici la strage del 2 agosto è un evento che mi ha colpito moltissimo e ne ho già parlato altre volte su questo blog. Non mi stanco mai di leggere libri o saggi su questo evento, perché voglio sempre saperne di più e voglio sentire il più possibile le testimonianze di chi all'epoca c'era e riusciva a capacitarsi dell'accaduto.
In effetti io il 2 agosto del 1980 c'ero, ma avevo quasi 7 anni (li avrei compiuti 25 giorni dopo), vivevo a 60 km e la mia vita era fatta di prati, giochi e poco altro. Non ricordo molto di quella giornata anche perché in quei tempi non si guardava molto la TV; per lo più in casa si ascoltava la radio e, sicuramente, la notizia della tragedia è arrivata anche a casa mia; ci sarà stata anche una telefonata preoccupata a mia zia che vive a Bologna abbastanza vicino alla stazione. Di tutto questo però non c'è traccia nella mia memoria. Il mio unico, forte, ricordo risale alla sera del 2 agosto. L'ora di cena era il momento in cui la TV entrava in funzione ed io mi sono seduta pensando di apprestarmi a vedere la nuova puntata di Heidi che andava in onda proprio a quell'ora; ma quella sera niente cartone, c'era una diretta dalla stazione. Probabilmente manifestai il mio disappunto, mossa da quell'egoismo che a volte dimostrano i bambini, specialmente se lo usano per difendersi dalla brutture della vita. Mia madre mi rimproverò aspramente dicendo che dovevo invece pensare che anche io e lei potevamo essere là, sotto le macerie. Fu scioccante. Fu scioccante perché era vero e questa verità non mi aveva sfiorata fino a quell'istante. Quando ero piccola io e mia madre andavamo costantemente a Bologna in treno (per mille motivi) ed il nostro treno arrivava proprio al piazzale Ovest, per cui uscivamo o sul posteggio dei taxi (spazzato via dall'esplosione) o passavamo davanti alla sala d'attesa di seconda classe (!) ed uscivamo dall'uscita principale per prendere l'autobus che si fermava lì davanti.
Quella presa di coscienza mi ha seguito fino ad oggi, legandomi profondamente a quella terribile giornata.
Per questa mia vicenda personale mi sento di consigliarvi caldamente il libro di oggi.
Le due mogli di cui parla il titolo vivono a Roma, quindi una città molto lontana da Bologna. Sono amiche e vivono nello stesso palazzo con le rispettive famiglie. Matilde è una donna dall'apparenza austera, un marito lavoratore e metodico, due figli maschi un po' viziatelli; stanno per partire per il mare in quel caldo sabato d'agosto, giusto il tempo di un veloce saluto a Marta, l'amica-vicina così diversa da lei. Marta ha una famiglia numerosa, tutte figlie femmine, la più grande, Gianna, lontana, a Bologna a frequentare l'università. Marta un po' invidia Matilde e la sua vita organizzata, specialmente quel giorno perché ha appena scoperto di essere di nuovo incinta.
Due mogli è vero, ma anche due figlie: Gianna che studia all'università e si sostiene lavorando al bar della stazione; Marina, l'unica figura realmente esistita (Marina Gamberini) di cui l'autrice ci racconta invece le vicissitudini degli ultimi mesi prima della strage. Gianna e Marina vivranno quel giorno da due punti di vista opposti, ma avranno un comune destino: imparare a convivere col fatto di essere sopravvissute.
Il momento dello scoppio travolgerà in maniera inaspettata anche la vita di Matilde e la cambierà per sempre.

Un libro breve, che si legge velocemente, ma un libro che dovrebbe essere letto da tutti, specialmente dai giovani, che non sanno, non capiscono perché non c'erano e perché i giovani sono così, lo siamo stati anche noi, "roba vecchia, dai mamma che palla che sei, sempre con queste storie drammatiche!"

Non si tratta di un resoconto delle strage, ma di uno scorcio sulle vite che sono state stravolte da un avvenimento tragico. Si parla di gente comune in questo romanzo; niente terroristi, niente politici, solo gente che lavora, studia, viaggia e tira avanti come meglio può ogni singolo giorno. Gente che ha sogni, speranze, paure, soddisfazioni e prospettive. Poi all'improvviso tutto si ribalta. La scala di valori salta. Quello che temevi diventa la tua forza. Quello che ti sembrava importante non lo è più.



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

PS: Marina Gamberini aveva 20 anni il 2 agosto del 1980; fu l'unica a sopravvivere fra le "ragazze della Cigar", l'azienda che si occupava della ristorazione all'interno della stazione. Gli uffici della Cigar si trovavano sopra la sala d'aspetto di seconda classe: lo scoppio risucchiò tutte le impiegate tranne Marina che venne inchiodata sulla sua scrivania da una trave crollata e questo la salvò. Marina Gamberini ha impiegato gli ultimi 39 anni a cercare di accettare il fatto di essere sopravvissuta alle sue amiche. Sta ancora cercando di riuscirci.

foto-simbolo di Marina quando venne estratta dalle macerie


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