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venerdì 7 febbraio 2020

VdL - Maria Stuarda. La rivale di Elisabetta I d'Inghilterra, Stefan Zweig

Buongiorno a tutte, amiche lettrici.
Da sempre sono un'amante della storia e sono anche sempre stata molto curiosa di conoscere i personaggi storici nel dettaglio, nella vita quasi di tutti i giorni, il loro vero carattere e le loro pulsioni più profonde.
Diciamo che, un po' per lo stesso motivo, finisco per apprezzare le fiction storiche anche se non sempre sono fedeli ai fatti. E questo è il caso di "Reign" una serie che io e le mie figlie abbiamo già visto molte volte su Rai4. Il telefilm in questione narra la vita di Maria Stuarda, regina di Scozia, soffermandosi a lungo sulla sua vita in Francia alla corte dei Valois e terminando con le sue gesta in Scozia e con la tremenda fine che tutti conosciamo.
Bene, se volete anche voi sapere tutta la verità su Maria Stuarda ... non guardate Reign! La serie è carina, anche se leggermente spinta e violenta, rende benino l'idea degli intrighi di corte e caratterialmente ci rende una Maria simile all'originale, ma la sua vita vera non ha avuto nulla a che fare con quello che ci viene propinato dagli sceneggiatori.
Ovviamente era facile da immaginare e proprio per questo ho voluto leggere un saggio sulla vita di Maria Stuarda, un personaggio che mi ha sempre affascinato. Il libro di Zweig, un po' datato è del 1935, ci presenta anzitutto la donna che si cela dietro la regina.
Una bambina nata in tempi difficili, incoronata regina a soli 6 giorni di vita e da allora messa sotto protezione, isolata proprio dai sudditi del suo regno che già allora la volevano morta; promessa in sposa a cinque anni al miglior partito ed alleato del momento, la Francia. Portata in Francia a quell'età ed educata secondo i canoni della nobiltà francese, sposa il delfino di Francia, Francesco II, a soli quindici anni e, dopo un anno, è regina di Francia oltre che di Scozia; vedova a soli due anni dal matrimonio, viene sostanzialmente invitata dalla suocera, Caterina de' Medici, a togliersi dalle scatole e a tornare in Scozia.
Intanto Elisabetta I Tudor è salita al trono d'Inghilterra, trono che però Maria sente di poter rivendicare essendo seconda in linea di successione solo a Elisabetta che però potrebbe anche essere ritenuta illegittima in quanto disconosciuta proprio dal padre Enrico VIII (che cambiava moglie più spesso dei calzini ed aveva l'abitudine di far fuori la moglie non più desiderata!). Da ciò e dal fatto che Maria è fervente cattolica, salita al trono per grazia di Dio, mentre Elisabetta è protestante ed instaura il protestantesimo in Inghilterra e Scozia, nasce una profonda inimicizia fra le due cugine: l'una vedrà sempre nell'altra una minaccia, specialmente Elisabetta, e la rivalità fra le due durerà tutta la vita.
Rientrata in Scozia, Maria (che ricordiamolo è giovanissima) non ha i mezzi e la capacità politica di far fronte alla difficile situazione del suo Paese: i baroni non le sono fedeli; il fratellastro, defraudato del suo ruolo di reggente, la vede come un intralcio; Elisabetta temendo per la propria vita non vuole riconoscerla come erede al trono. Maria ha bisogno di alleanze forti e quindi cerca in Europa un nuovo marito. Ma, a questo punto, il destino ci mette lo zampino: infatti questa ragazza intelligente, buona d'animo, tollerante, assennata, quando s'innamora di un uomo perde totalmente il senno, facendo una stupidaggine dietro l'altra! Quindi, innamorata persa, decide di sposare Lord Darnley (erede degli Stuart) con cui avrà il figlio Giacomo. Quando però si accorge che lo sposo tanto voluto è un cretino bello e buono, che oltretutto gli fa ammazzare il fido consigliere e trama con i baroni per far fuori anche lei, non trova di meglio che affidarsi al conte di Bothwell. Quest'ultimo, uomo di polso ma violento, prepotente e arrogante, assume sempre più potere nel regno; Maria, abituata al debole marito che definisce lei stessa come un "uomo dal cuore di cera", viene sedotta dai modi forti di Bothwell e perde completamente la testa per lui. Da qui, tutte le sue azioni la trascinano verso la rovina: pazza di desiderio vuole Bothwell al suo fianco, ma lei è sposata, è cattolica ed è una regina: non può avere un amante e non può uccidere il marito! Ma Bothwell, che non la ama affatto ma la usa per i suoi scopi, vede la promessa della corona sulla propria testa e quindi la convince a farsi coinvolgere nell'omicidio di suo marito. Sarà la fine. In un Paese pervaso dai sospetti, dove comunque un re è stato assassinato, dove tutti indicano Bothwell come colpevole la nostra regina cosa fa? Sposa Bothwell! Tutto verrà scoperto e per i baroni sarà la scusa servita su un piatto d'argento per liberarsi di lei. Imprigionata e costretta ad abdicare a favore del figlio, Maria fugge dalla prigionia e raduna un piccolo esercito con cui sfida il fratello Giacomo divenuto reggente. Sconfitta, si rifugia in Inghilterra, sedotta da una lettera di Elisabetta che le assicura accoglienza; Maria mette piede sul suolo inglese ignara del fatto che non potrà lasciarlo mai più. Siamo nel 1568 e qui comincia la sua lunga prigionia; già indagata per la morte del marito, si complica ulteriormente la vita partecipando, a più riprese a complotti vari per togliere di mezzo Elisabetta. Alla fine un po' pecca d'ingenuità ed un po' cade in un tranello, ma di fatto viene processata per tradimento e viene condannata a morte. Elisabetta però è terrorizzata dall'idea di mandare a morte una regina consacrata e per di più sua parente, così rimanda di mese in mese la firma della condanna a morte. Alla fine, il 1 febbraio 1587,  cede e firma. La sentenza è fissata per l'8 febbraio (quindi esattamente 433 anni fa). Maria prepara la scena nei minimi dettagli: sceglie il vestito più bello, scarpe morbide di marocchino perché il rumore dei passi non rompa il silenzio tombale della sua ascesa al patibolo, un velo bianco le copre il capo fino ai piedi, in mano ha rosario e crocefisso. Sotto il vestito, che deve togliere per l'esecuzione, indossa una sottoveste di seta cremisi, colore dei martiri cattolici in quanto voleva morire da martire, e lunghi guanti di uguale colore; nelle sue ultime parole affida il proprio spirito al Signore. Con tutta questa bella preparazione, però, l'esecuzione è abbastanza brutale: il boia sbaglia il primo colpo, ce ne vogliono tre per finirla.
Alla morte di Elisabetta, la regina "vergine" morta senza figli, sale al trono d'Inghilterra proprio Giacomo, il figlio di Maria che riunisce quindi, finalmente, le corone di Scozia e Inghilterra. Per ironia della sorte l'attuale casata regnante del Regno Unito discende dagli Stuart ciò vuol dire che Elisabetta II discende dalla sfortunata Maria Stuarda.
Le due acerrime rivali, Maria ed Elisabetta, riposano una a fianco all'altra nell'Abbazia di Westminster.

Con tutte le sue pecche ed i suoi limiti, Maria Stuarda è un personaggio femminile che mi piace molto; un'eroina romantica ante litteram soprattutto se paragonata alla fredda e titubante Elisabetta, grandissima sovrana è vero, ma non certo il più simpatico dei personaggi. Paradossalmente la forza di Elisabetta è stata proprio quella di non prendere quasi mai una chiara posizione su nulla, ma di tergiversare e negoziare; di contro Maria prende anche troppo spesso posizione, spesso contro il suo stesso interesse, ma dimostra un'orgoglio ed una forza di carattere davvero ... beh ... regali.
Quindi, anche se vi ho già detto tutto (mi sono fatta prendere scusate), vi consiglio sicuramente di documentarvi personalmente sulla vita di questa grande donna che, ho concluso,  non è diventata una grande sovrana per una casualità del destino. Nata nella situazione sbagliata, in un Paese non ancora pronto ad essere riunito sotto un unico re, allontanata dalla Scozia da bambina non ha potuto imparare a conoscere i propri sudditi e non è stata quindi in grado di gestirli, per di più si è ritrovata sola e senza alleati.

Stefan Zweig


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

Oggi trovate altri suggerimenti su Homemademamma, il blog di Paola ideatrice del venerdì del libro.











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