Montanari Family

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martedì 15 marzo 2022

Tango alla fine del mondo, Diego Cugia

 Cercherò di essere il più concreta possibile nel recensire questo romanzo che, tra l'altro, ho appena terminato: ho voluto farla proprio in tempo reale! Per me si tratta di una recensione complicata perché il libro mi ha suscitato molti sentimenti, fortemente contrastanti tra loro. Il che di per se è un bel segno: se una storia ti scuote vuol dire che un bel pezzo di lavoro l'ha già fatto. Ma veniamo ai fatti.

Siamo in Sicilia, alla fine dell'800, e la famiglia Maggio, il padre Michele con la moglie Caterina e le figlie gemelle diciassettenni Diana e Olivia, si mette nei guai; sono contadini e, accusati di aver preso parte ad una protesta contro l'aumento delle tasse, si vedono confiscati tutti i loro averi. Ridotti in povertà, abboccano all'amo di don Tano Calò, losco figuro che truffa la gente disperata vendendo loro "salvifici" biglietti per l'Argentina, terra di grandi ricchezze.

Ma don Tano non è solo un truffatore, è un prepotente, laido e malvagio, abituato a prendersi tutto ciò che vuole e, purtroppo, Tano vuole Diana, fiera fanciulla nel fiore della sua bellezza. Così con un bieco stratagemma la costringe a rimanere in Sicilia mentre il resto della famiglia parte per Buenos Aires convinta di averla lasciata in mani sicure. Per Diana comincia un inferno che la porterà a vivere situazioni impossibili da sopportare per una ragazza così giovane.

Contemporaneamente la sua famiglia arriva in Argentina dove scopre l'inganno di Tano, il padre per fortuna trova un impiego al mattatoio della Boca, quartiere del porto, e la sera suona al Bandoneon, locale dove Michele e altri immigrati inventano una nuova musica: il tango. La nuova terra comincia a scorrere nelle vene di Michele, specialmente quando conosce Blanca, moglie del suo datore di lavoro. Scocca la scintilla a cui entrambi non possono resistere. 

Le vite di tutti cambieranno completamente e, col tempo, anche Diana approderà a Buenos Aires; ma quello che ha vissuto a Palermo ha ucciso la sua parte bambina e innocente; ora Diana è una donna che sa quello che vuole: vendetta.

Nelle pagine finali Cugia definisce questo romanzo un feuilleton. Vero. Ed è proprio per questo che suscita in me sentimenti contrastanti. Scritto è scritto molto bene, ti prende, scorre, anche la storia ha un'ambientazione interessante. I personaggi sono delineati, sfaccettati, nessuno di loro, tranne Olivia la mia preferita, è completamente buono o cattivo. Persino Tano, che di buono non ha niente, mostra sprazzi di tenerezza nei confronti di Diana, certo una tenerezza malata e possessiva, l'unico modo in cui un uomo come lui può amare.

Quindi dicevamo che lo stile è assolutamente apprezzabile; la storia in se però mi ricorda troppo una telenovela, per l'appunto, sudamericana. Nei saluti finali Cugia parla fra l'altro di una trasposizione di cui però non ho trovato traccia, quindi non so se esista, ma ci starebbe assolutamente.

Non rientra tanto nelle mie corde questo tipo di storia di amori, passioni, omicidi, tradimenti, ruberie e corna varie. Apprezzo la descrizione, che sottende tutta la narrazione, della nascita del tango come musica e come ballo. Apprezzo la descrizione dell'Argentina, di Buenos Aires e della vita degli emigranti, trattati come feccia dalla popolazione locale... farebbe bene ricordarsi che anche noi siamo stati un popolo di migranti trattati come animali nei luoghi dove approdavamo poveri e affamati...

Nel complesso lo reputo un buon libro, meritevole di essere letto. Se poi vi piacciono anche le storie d'amore tormentate vi farà impazzire. Una menzione per il personaggio di Olivia, la gemella dipinta come la più debole che in realtà si dimostra la più forte, compassionevole e determinata di tutti.


Diego Cugia


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀ e 1/2