Un po' di tempo fa vi avevo parlato di un libro di quest'autrice, Grazia Verasani; si trattava di "Quo vadis, baby?", il primo libro con protagonista Giorgia Cantini, un'investigatrice privata con sede a Bologna.
Il romanzo di oggi è il secondo con protagonista Giorgia e confermo che la mano della Verasani mi piace molto
Trama:
Giorgia è sempre lei, quarantenne sgualcita, facile alla bottiglia e alla sigaretta. L'amore non vuole neanche sentirlo nominare, anche se inconsciamente ne è attirata Dopo una breve vacanza torna in una Bologna estiva e afosa, dove l'attende un caso di sparizione: Vanessa detta Van è sparita da una settimana e a denunciarne la scomparsa è solo l'amica-collega di incontri sessuali d'alto bordo. Van ha un bambino ed una famiglia d'origine con cui non parla e la ragione affonda le radici in lontani accadimenti. Che abbiano a che fare con la scomparsa di Vanessa?
Allora, ve lo dico subito che il mistero sulla scomparsa di Van non è poi questo gran mistero. Il che ci sta anche perché la storia è molto calata nella realtà e, nella realtà, i grandi misteri sostanzialmente non esistono. Tutti i delitti ruotano molto vicino alla vita della vittima. Quindi il bello del libro non è il giallo in se, il bello del libro è Giorgia, il suo approccio alla vita estremamente disincantato, la sua paura d'amare che l'ha portata ad essere una zitella quarantenne dall'avventura facile e disimpegnata. Il dolore l'ha scavata, l'ha portata e la porta lentamente verso l'autodistruzione, lucidamente e consciamente.
Un personaggio duro, scabro e tormentato; proprio questo la rende così umana, anche se si sforza di essere fredda e di non farsi coinvolgere, non ce la fa proprio.
Inoltre l'azione si svolge fra Bologna e Sasso Marconi, all'imbocco della valle del Reno, dove l'appennino comincia appena appena a proporsi alla vista, ma da lontano, con la sagoma dei monti ancora lontana e con l'aria che però si fa un pochino più fresca e leggera ....
... era da questo che da piccola capivo di essere quasi arrivata a casa: mio padre usciva dall'autostrada a Sasso Marconi, passava il ponte sul Reno (quello dei suicidi) ed imboccava la statale Porrettana ... e lì l'aria cambiava, cambiava temperatura, cambiava odore, cambiava consistenza ... allora lo sapevo, "Siamo quasi arrivati, fra 45 minuti è casa. Sono tornata."
Ed è così ancora oggi. Così, quando leggo che quelle sensazioni non sono solo mie, ma sono anche di altri, come dell'autrice, sono felice e mille ricordi si riaffacciano.
In conclusione confermo il consiglio: sono libri da leggere e quello di Giorgia Cantini è un personaggio vero, profondo che trasmette sentimenti. La Verasani è davvero brava a ricreare atmosfere, sensazioni e a farle vivere al lettore; lo prende e lo trasporta dentro le vite dei suoi personaggi, gliele fa capire e lo guida alla comprensione delle debolezze e delle bassezze umane. Io dico che non è poco...
GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀
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