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venerdì 21 maggio 2021

VdL - Hunger Games, La ballata dell'usignolo e del serpente, Suzanne Collins

Non ricordo se ne ho scritto in passato, in realtà credo di no, ma una decina di anni fa mi sono appassionata alla saga di Hunger Games (che lessi tutto d'un fiato) e ne sono rimasta affascinata.
In seguito ho trasmesso la passione alle mie figlie, abbiamo comprato i DVD e, insomma, tutto il resto è storia: sappiamo tutto di Katniss, Peeta e del crudelissimo presidente Snow.
Per questo motivo, quando l'anno scorso è uscito questo nuovo romanzo, ero molto curiosa di sapere di cosa avrebbe trattato; e devo dire che, una volta vista la trama, mi sono approcciata alla lettura un po' titubante: il protagonista infatti è proprio lui, il cattivone!

Siamo a Capitol City alla vigilia dei decimi Hunger Games, quindi 64 anni prima dei fatti narrati nella Trilogia. Coriolanus Snow è un giovane diciottenne, allievo dell'Accademia di Capitol City. Pur appartenendo ad una nobile casata, Snow, come gli altri superstiti della sua famiglia, è povero in canna. La guerra ha picchiato duro sulla capitale di Panem e sugli Snow, privando il giovane Coriolanus di entrambi i genitori e di tutte le ricchezze. Quello che rimane loro è solo lo stile, l'educazione aristocratica ed il lignaggio, infatti il motto di famiglia è che "gli Snow si posano sopra, come la neve"!
Per questo motivo Coriolanus è orgogliosissimo di essere stato scelto, insieme ad altri studenti dell'Accademia, come mentore per la nuova edizione dei Giochi. Spera anche di fare un'ottima figura e di vincere una borsa di studio per l'università, visto che non può permettersi le spese per il proseguimento degli studi. Il sorteggio gli regala però una delusione, infatti a lui tocca il tributo femmina del Distretto 12. Ma già alla cerimonia della  Mietitura il suo tributo, Lucy Gray, gli farà capire che forse la sorte non è stata così avara con lui; certo Lucy Gray è una ragazza (quindi, sulla carta, più debole), ma dimostra di avere una caratteristica che può risultare vincente: sa come affascinare il prossimo. Scopriremo poi che Lucy Gray ed i suoi parenti vivono nel Distretto 12, ma non vi appartengono, sono infatti artisti girovaghi e cantano per sopravvivere.
Una volta arrivata a Capitol City, la bella voce della ragazza contribuisce a farla amare dal pubblico, complice l'intuito di Coriolanus che fa di tutto per sfruttare le sue doti. Mentre i Giochi cominciano, con il loro tributo di morte, il giovane Snow sente crescere dentro di se dei sentimenti per il suo tributo, ricambiati fra l'altro. Per questo e per la smania di eccellere e di acquisire favore, Coriolanus farà di tutto per portare Lucy Gray alla vittoria, anche azioni non consentite dal regolamento. Dove porterà tutto questo?

Dunque, diciamo che cominciare a leggere un romanzo sapendo che il protagonista è un uomo crudele, senza scrupoli ed infido (almeno in futuro) non è proprio il massimo. Infatti, inizialmente non riuscivo ad entrare in sintonia con il libro. Poi ho cercato di prendere la cosa da un altro lato; non sempre si possono amare i personaggi (per dire la verità non è che mi piaccia tantissimo nemmeno Lucy Gray) ma possiamo sfruttare l'occasione per capire la genesi dei romanzi successivi. 
In questo modo ho intuito che forse era proprio questo l'intento della Collins, farci capire i fatti alla base della nascita degli Hunger Games e la loro trasformazione nel tempo. 
Si tratta di un romanzo molto diverso dai precedenti che erano molto basati sull'azione; questo prequel invece si presenta più come un romanzo di analisi e riflessione. La narrazione è divisa in tre parti: prima dei Giochi, durante lo svolgimento dei Giochi e dopo la conclusione dei Giochi, temporalmente parliamo di circa 3 mesi di tempo ... un po' pochino per trasformare un ragazzo in un supercattivo... ma questo è solo un mio parere.
 Inizialmente infatti non è possibile dare giudizi morali su Coriolanus e, sinceramente, non siamo in grado di farlo fino alla conclusione del romanzo; non è ne buono ne cattivo, è un adolescente normalissimo, estremamente ambizioso quello sì, ma con le sue luci e le sue ombre come tutti. 
Forse dipende dal fatto che il racconto procede dal punto di vista di Snow (un narciso veramente interessato solo a se stesso e pochissimo agli altri), ma ho trovato che, a parte il suo, tutti gli altri personaggi sono molto piatti. La stessa figura di Lucy Gray non viene approfondita; di lei sappiamo che canta, che è un'artista, come tutta la sua famiglia, che ha avuto un precedente amore, Billy, e vive in povertà come ogni abitante del Distretto 12. Cosa veramente passi nella mente della ragazza non possiamo saperlo.
Stessa cosa per Seianus, quasi la nemesi di Snow, che pure è un personaggio importante. Eppure quello che sappiamo di lui proviene tutto dalle prime pagine del romanzo: originario dei distretti approda a Capitol City grazie ai soldi del padre, buono d'animo non può dimenticare le sue origini quindi non può essere d'accordo con la funzione attribuita agli Hunger Games. Ciò lo porta a ribellarsi, ma in maniera scomposta, senza ottenere nulla e senza nemmeno imparare dai proprio errori; un'anima candida destinata al disastro. E dire che il suo rapporto d'amicizia con Coriolanus è fondamentale per la trasformazione di quest'ultimo.
La parte invece molto apprezzabile del libro è la possibilità di vedere le cose con gli occhi degli abitanti di Capitol City, che invece nella Trilogia appaiono come ricconi vanesi e senza etica. Per la prima volta sentiamo parlare della guerra causata dalla ribellione dei distretti, del dolore e delle privazioni subiti dalla capitale. Privazioni che hanno segnato profondamente il nostro protagonista, tanto da renderlo fermamente deciso a non trovarsi mai più in condizioni d'indigenza, a qualsiasi costo.
Col procedere della lettura capiamo, e lo facciamo insieme a Coriolanus, da dove nasce la paura che Capitol City nutre nei confronti dei distretti, come i distretti vedono realmente Capitol City e come dei Giochi in realtà non interessi molto a nessuno. Deus ex machina è la professoressa Gaul, scienziata psicopatica, cultrice dei Giochi e capo Stratega, donna crudele e vendicativa che vede in Snow delle potenzialità e trama per farne un proprio discepolo. Lo fa rinfocolando in lui l'odio per i distretti, mostrandogli la legittimità del tradimento, la necessità della punizione; nei suoi sogni Capitol City deve regnare su Panem con pugno di ferro perché solo attraverso regole rigidissime si può salvare il Paese dal caos della guerra civile. Secondo la Gaul è vero l'hobbesiano "homo homini lupus" e le leggi e le severe punizioni sono le uniche vie per regolare la convivenza. 
Gli Hunger Games dovrebbero essere una punizione esemplare per i distretti, ma nella pratica sono un flop, un inutile massacro di giovani vite fine a se stesso. Infatti nei distretti i Giochi non sono temuti (se non nel momento della Mietitura) e non sono seguiti un po' per disinteresse puro e semplice, un po' perché si è troppo impegnati a sopravvivere, un po' perché non ci sono i mezzi tecnologici per seguire lo show. C'è bisogno di un cambiamento nel format (se vogliamo chiamarlo così) quindi la Gaul coinvolge Coriolanus e gli altri studenti in progetti e proposte che volgano ad un rinnovamento degli Giochi: ecco quindi l'introduzione delle scommesse e degli sponsor per procurare cibo ai tributi (tutte idee di Snow volte a favorire la vittoria di Lucy Gray). Da qui parte quindi la genesi dei futuri Hunger Games a cui parteciperà Katniss Everdeen. 
Nella terza parte del libro, ambientata nel Distretto 12, i rimandi ai libri precedenti si sprecano (primo fra tutti la stessa parola "katniss", inventata da Lucy Gray come nome per una pianta di cui si nutre), tanto da portarci a sospettare che esista un legame fra Lucy Gray e Katniss... Forse quindi così si spiega il mancato approfondimento di questo personaggio: che ci sia qualcosa che ancora bolle in pentola? Che ci sia ancora una storia da raccontare ma, questa volta, dal punto di vista di Lucy Gray? Chissà se la Collins avrà ancora qualche sorpresa per noi!
Per concludere direi che ho trovato la fine un po' frettolosa; tutti sappiamo che Snow diventerà un tiranno da manuale, quindi c'è poco da sperare che l'amore trionfi, ma nel giro di pochi minuti Coriolanus passa dall'amore all'odio; la fame di potere e gloria lo porta a voltare le spalle a ciò che fino a pochi momenti prima considerava il proprio destino... Il suo personaggio, che barcollava sul filo del rasoio fra normalità e cattiveria, improvvisamente getta la maschera, anche con se stesso, e abbraccia il male, totalmente. Da lì in poi nessun atto gli sembrerà mai troppo riprovevole, nessun assassinio troppo spietato, nessuna menzogna troppo crudele. Il suo motto sarà "mai più farsi indebolire dall'amore" ed il ricordo di Lucy Gray, sparita nel nulla, diverrà un eterno monito all'inutilità dell'amore e dei sentimenti.
Mi è sembrato tutto un po' troppo repentino.

Nel complesso, dopo un inizio difficoltoso e non troppo coinvolgente, il libro mi è piaciuto anche se non mi sento di dargli più di tre fiorellini. Chiaramente lo consiglio solo ai fan della serie.

Suzanne Collins



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

Altri suggerimenti di lettura li trovate sul blog di Paola ideatrice del Venerdì del Libro,