Per il VdL prenatalizio vi voglio parlare dell'ultimo libro che ho letto: La cotogna di Istanbul di Paolo Rumiz.
Trama:
Max è un ingegnere austriaco chiamato a Sarajevo dopo la guerra dell'ex-Jugoslavia. Innamorato delle regioni e delle genti balcaniche, incontra una donna serba di rara bellezza e di misterioso passato, Masa. L'incontro è fulminante, ma passeranno tre lunghi anni di silenzio prima che Masa si riaffacci alla vita di Max. Ma Masa è malata del male del secolo e quella che possono vivere è solo una parentesi di felicità ....
La trama, tutto sommato è molto semplice; ciò che rende particolare questo libro è lo stile di scrittura. Non è un libro, ma una ballata; una lunga, languida, triste canzone d'amore e di morte, così come la canzone che da' il titolo al libro.
Non facile da seguire, a volte la ricerca di un linguaggio aulico è un po' pesante, ma nel complesso riesce nell'intento: porta il lettore in terre ricche di profumi, suoni, sensazioni avvolgenti, a tratti sembra di essere dentro "le mille e una notte".
Giudizio critico : ❀❀❀
QUI gli altri suggerimenti di oggi
venerdì 19 dicembre 2014
venerdì 12 dicembre 2014
Venerdì del libro - Una sposa conveniente, Elsa Chabrol
Oggi voglio cambiare genere, motivo per cui vi presento questo libro, molto carino, che una gradevolissima commedia degli errori: La sposa conveniente di Elsa Chabrol.
Trama:
Dal balcone di casa sua, Juliette (centouno anni, un mese e quattro giorni) tiene sotto controllo i movimenti di ciascuno dei nove anziani residenti a Pouligeac, uno sperduto villaggio di montagna nelle Alte Cevenne: meglio della televisione. Tra un insulto e un convenevole trascorre la vita tranquilla e apparentemente immutabile di Robert, detto il Petoso, di Franz il Crucco, di Martine la Svampita, di Léonie la Talpa... soprannome misterioso, per una che a ottantasette anni ancora cerca disperatamente di perdere la verginità. Poi ci sono Ernest, Aurélie e sua madre la Vispetta, Ginette e Paulette, e infine c'è suo figlio Pierrot, il Piccinino. Un "ragazzo" di quarantasette anni, l'unico della sua generazione a essere rimasto in paese, per non lasciare sola la mamma. Pierrot è un generoso tuttofare, si occupa della spesa per gli anziani e di ogni sorta di riparazione e manutenzione nei loro vecchi casali: in altre parole, è una presenza vitale. Fin quando, all'improvviso, la madre viene meno, e lui decide di abbandonare il villaggio per cercare una moglie e farsi una famiglia in città. Come sopravvivere se Pierrot parte? Chi provvederà ai bisogni quotidiani? Il gruppetto di anziani non si rassegna all'amara prospettiva di perdere il Piccinine e con un guizzo di folle intraprendenza i novelli cospiratori allestiscono in casa di Juliette una postazione Internet e riescono ad attirare in paese Tatiana, una ragazza russa in cerca di fidanzato...
Questa strampalata banda di vecchietti ne combina sempre una più del diavolo, con la temibilissima Juliette a comandare tutto e tutti.
Ragazze alla fine tutto va' come non deve andare però .... però però .... leggete il libro e lo saprete! Lettura divertente e spensierata che, decisamente, a volte ci vuole.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
QUI trovate gli altri libri suggeriti
Trama:
Dal balcone di casa sua, Juliette (centouno anni, un mese e quattro giorni) tiene sotto controllo i movimenti di ciascuno dei nove anziani residenti a Pouligeac, uno sperduto villaggio di montagna nelle Alte Cevenne: meglio della televisione. Tra un insulto e un convenevole trascorre la vita tranquilla e apparentemente immutabile di Robert, detto il Petoso, di Franz il Crucco, di Martine la Svampita, di Léonie la Talpa... soprannome misterioso, per una che a ottantasette anni ancora cerca disperatamente di perdere la verginità. Poi ci sono Ernest, Aurélie e sua madre la Vispetta, Ginette e Paulette, e infine c'è suo figlio Pierrot, il Piccinino. Un "ragazzo" di quarantasette anni, l'unico della sua generazione a essere rimasto in paese, per non lasciare sola la mamma. Pierrot è un generoso tuttofare, si occupa della spesa per gli anziani e di ogni sorta di riparazione e manutenzione nei loro vecchi casali: in altre parole, è una presenza vitale. Fin quando, all'improvviso, la madre viene meno, e lui decide di abbandonare il villaggio per cercare una moglie e farsi una famiglia in città. Come sopravvivere se Pierrot parte? Chi provvederà ai bisogni quotidiani? Il gruppetto di anziani non si rassegna all'amara prospettiva di perdere il Piccinine e con un guizzo di folle intraprendenza i novelli cospiratori allestiscono in casa di Juliette una postazione Internet e riescono ad attirare in paese Tatiana, una ragazza russa in cerca di fidanzato...
Questa strampalata banda di vecchietti ne combina sempre una più del diavolo, con la temibilissima Juliette a comandare tutto e tutti.
Ragazze alla fine tutto va' come non deve andare però .... però però .... leggete il libro e lo saprete! Lettura divertente e spensierata che, decisamente, a volte ci vuole.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
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venerdì 5 dicembre 2014
Venerdì del libro - Acciaio, Silvia Avallone
Dopo la pausa della settimana scorsa, eccoci al nostro appuntamento del venerdì. Stavolta voglio proporvi un libro che ho letto un paio di anni fa, si tratta di Acciaio di Silvia Avallone. Questo romanzo ha avuto, all'epoca, un discreto successo e ne hanno anche tratto un film (che non ho visto).
Ecco la trama:
Siamo a Piombino, nei casermoni vicini al mare (ma quello brutto e trascurato) di via Stalingrado, Anna e Francesca hanno 13 anni e sono "le belle" del quartiere e vivono l'estate dei loro "quasi 14 anni" come l'ultimo scampolo fastidioso d'adolescenza prima di approdare al mondo adulto. Vengono entrambe da famiglie difficili: Francesca ha un padre possessivo che la maltratta e una madre succube che non la difende. Anna ha una madre che s'ammazza di lavoro ed un fratello, Alessio, che di notte si droga per sopportare il peso di una vita che non vuole, costretto dai fatti a lavorare in acciaieria. Ed è proprio la Lucchini, grande acciaieria non più così grande, col suo altoforno visibile da tutta Piombino, a fare da sfondo alla vicenda.
Di fatto Anna e Francesca se ne fregano di tutto, concentrate sulla loro amicizia esclusiva e sulla loro vita di "piccole vincenti", col miraggio dell'Elba sempre lì, davanti a loro; l'Elba con i suoi turisti tedeschi e milanesi pieni di soldi e macchinoni. Ma le cose sono destinate a cambiare.
Non aggiungo altro alla trama, così ve lo potete leggere con soddisfazione. Per quanto mi riguarda l'ho trovato un po' adolescenziale, anche se non mancano gli spunti di riflessione. Al di là della storia delle due protagoniste, è lo sfondo che fa pensare: la crisi, la chiusura delle acciaierie che spesso sono le uniche fonti di lavoro per intere città, il degrado sociale, l'altra faccia di luoghi turistici che però i turisti non vedono mai.
Tutto sommato un libro amaro che lascia molti interrogativi.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Potete trovare QUI i suggerimenti delle altre lettrici!
Ecco la trama:
Siamo a Piombino, nei casermoni vicini al mare (ma quello brutto e trascurato) di via Stalingrado, Anna e Francesca hanno 13 anni e sono "le belle" del quartiere e vivono l'estate dei loro "quasi 14 anni" come l'ultimo scampolo fastidioso d'adolescenza prima di approdare al mondo adulto. Vengono entrambe da famiglie difficili: Francesca ha un padre possessivo che la maltratta e una madre succube che non la difende. Anna ha una madre che s'ammazza di lavoro ed un fratello, Alessio, che di notte si droga per sopportare il peso di una vita che non vuole, costretto dai fatti a lavorare in acciaieria. Ed è proprio la Lucchini, grande acciaieria non più così grande, col suo altoforno visibile da tutta Piombino, a fare da sfondo alla vicenda.
Di fatto Anna e Francesca se ne fregano di tutto, concentrate sulla loro amicizia esclusiva e sulla loro vita di "piccole vincenti", col miraggio dell'Elba sempre lì, davanti a loro; l'Elba con i suoi turisti tedeschi e milanesi pieni di soldi e macchinoni. Ma le cose sono destinate a cambiare.
Non aggiungo altro alla trama, così ve lo potete leggere con soddisfazione. Per quanto mi riguarda l'ho trovato un po' adolescenziale, anche se non mancano gli spunti di riflessione. Al di là della storia delle due protagoniste, è lo sfondo che fa pensare: la crisi, la chiusura delle acciaierie che spesso sono le uniche fonti di lavoro per intere città, il degrado sociale, l'altra faccia di luoghi turistici che però i turisti non vedono mai.
Tutto sommato un libro amaro che lascia molti interrogativi.
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venerdì 21 novembre 2014
Venerdì del libro - La donna che sbatteva nelle porte, Roddy Doyle
Rieccoci al Venerdì del libro e, considerando che il 25 Novembre è la giornata della Lotta alla Violenza contro le donne, ho pensato di proporvi il romanzo di Roddy Doyle "La donna che sbatteva nelle porte".
Trama:
Paula Spencer è la protagonista e voce narrante di questo romanzo intenso e drammatico. Vive a Dublino dov'è circondata da società molto cordiale ma anche turbolenta e rissosa. Quella di Paula con Charles comincia come una classica storia d'amore che poi sfocia nella formazione di una famiglia. Ma la violenza entra gradualmente a far parte della quotidianità e Paula impara a conoscere l'odio che può corrodere un uomo e la voglia di rivalsa che può muovere una donna.
In questo romanzo si parla, ovviamente, di violenza in ambito famigliare. E' un romanzo forte, ma degno di essere letto perché scritto con un occhio molto obiettivo: non ci sono giudizi (quelli magari vengono lasciati al lettore se si sente di darne) ma una fotografia oggettiva della vita della protagonista.
Bello ed educativo.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
QUI trovate gli altri suggerimenti della settimana.
venerdì 14 novembre 2014
Venerdì del libro - La lettera d'amore, Cathleen Schine
Buon venerdì a tutte.
Dopo una serie di libri piuttosto impegnativi, oggi voglio fare un salto all'indietro e presentarvi questo romanzo che ho letto la prima volta nel 1998: La lettera d'amore di Cathleen Shine.
Considerate pure che all'epoca avevo 25 anni, ma la lettera d'amore che da' titolo al romanzo mi rapì il cuore: nel corso degli anni l'ho letta e riletta molte volte e non posso fare a meno di pensare che sia semplicemente perfetta. Se avessi mai ricevuto una lettera del genere ... beh, sarei caduta ai piedi dell'autore senza battere ciglio!
Questa è la trama:
Helen è una donna matura, divorziata, forte e indipendente. Vive a Pequot, piccolo centro del New England e possiede una libreria che gestisce in maniera originale e un po' "sopra le righe". Un giorno, fra fatture e pubblicità, trova anche una lettera d'amore. Anonima. Beh, non esattamente visto che viene firmata "Montone" ed è indirizzata ad una certa "cara Capra"! E già la scelta degli pseudonimi la dice lunga sulla sottile nota ironica che percorre tutto il romanzo, quasi come una musica di sottofondo. Comunque non si sa chi l'abbia scritta e non si sa a chi sia destinata. Ma le parole della lettera s'insinuano nella mente di Helen, smuovono pensieri ed alla fine si propagano fra gli abitanti di Pequot scardinando certezze e convenzioni, smuovendo le acque chete della vita di provincia.
E' un romanzo leggero, d'amore. D'amore a tutto tondo. La lettera porta l'amore a Pequot, che si trova a vivere un'estate strana e scompigliata! Magari non si tratta di qualcosa di indimenticabile, ma a me è piaciuto molto e l'ho riletto parecchie volte; tutte le volte che avevo voglia d'amore, tutte le volte che avevo voglia d'innamorarmi come Helen che, a quarant'anni, si ritrova a vivere un'innamoramento adolescenziale e ... beh ... noi tutte sappiamo quanto sia sconvolgente l'amore da ragazzi!
E' uno dei miei libri preferiti e io lo consiglio a chi ha voglia di rivivere queste sensazioni!
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
QUI trovate gli altri suggerimenti della settimana!
Baci baci!!!
Dopo una serie di libri piuttosto impegnativi, oggi voglio fare un salto all'indietro e presentarvi questo romanzo che ho letto la prima volta nel 1998: La lettera d'amore di Cathleen Shine.
Considerate pure che all'epoca avevo 25 anni, ma la lettera d'amore che da' titolo al romanzo mi rapì il cuore: nel corso degli anni l'ho letta e riletta molte volte e non posso fare a meno di pensare che sia semplicemente perfetta. Se avessi mai ricevuto una lettera del genere ... beh, sarei caduta ai piedi dell'autore senza battere ciglio!
Questa è la trama:
Helen è una donna matura, divorziata, forte e indipendente. Vive a Pequot, piccolo centro del New England e possiede una libreria che gestisce in maniera originale e un po' "sopra le righe". Un giorno, fra fatture e pubblicità, trova anche una lettera d'amore. Anonima. Beh, non esattamente visto che viene firmata "Montone" ed è indirizzata ad una certa "cara Capra"! E già la scelta degli pseudonimi la dice lunga sulla sottile nota ironica che percorre tutto il romanzo, quasi come una musica di sottofondo. Comunque non si sa chi l'abbia scritta e non si sa a chi sia destinata. Ma le parole della lettera s'insinuano nella mente di Helen, smuovono pensieri ed alla fine si propagano fra gli abitanti di Pequot scardinando certezze e convenzioni, smuovendo le acque chete della vita di provincia.
E' un romanzo leggero, d'amore. D'amore a tutto tondo. La lettera porta l'amore a Pequot, che si trova a vivere un'estate strana e scompigliata! Magari non si tratta di qualcosa di indimenticabile, ma a me è piaciuto molto e l'ho riletto parecchie volte; tutte le volte che avevo voglia d'amore, tutte le volte che avevo voglia d'innamorarmi come Helen che, a quarant'anni, si ritrova a vivere un'innamoramento adolescenziale e ... beh ... noi tutte sappiamo quanto sia sconvolgente l'amore da ragazzi!
E' uno dei miei libri preferiti e io lo consiglio a chi ha voglia di rivivere queste sensazioni!
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
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Baci baci!!!
venerdì 7 novembre 2014
Venerdì del libro - Sognavo di correre lontano, Ron McLarty
Ciao a tutte e Buon Venerdì del Libro!
Questa settimana cambiamo totalmente direzione con questo libro, Sognavo di correre lontano di Ron McLarty. L'ho letto alcuni anni fa e mi ha colpito molto; chissà magari l'ho solo letto nel momento giusto per lui (sono fermamente convinta che ogni lettura ha il suo tempo perfetto) ma ricordo che all'epoca mi colpì parecchio.
Trama:
Smithy Ide è un quarantenne decisamente obeso, indolente, ubriacone e fumatore incallito: non è rimasto più nulla del giovane assennato e corridore di un tempo. Perchè?
Beh lo scopriamo lungo un romanzo che è un viaggio: il viaggio che Smithy affronta d'impulso al ritorno dal funerale dei suoi genitori, un viaggio che comincia da East Providence, Road Island e che lo porta a Los Angeles e che Smithy compie in sella alla bicicletta della sua adolescenza.
Ma, attenzione, questa non è la storia di un redivivo Forrest Gump, è la disperata ricerca di un uomo che non è mai diventato tale, bloccato in un'eterno limbo dalla scomparsa della sorella Bethany.
E sono proprio notizie di Bethany che lo spingono a partire da casa dei suoi genitori dove trova la lettera che annuncia il ritrovamento del corpo di sua sorella a Los Angeles. Bethany ... povera, dolce, amata e malata Bethany. Malata di mente. Bethany che sente una voce, una voce che le dice di fare delle cose... E mentre Smithy corre lungo le strade d'America ripercorre il suo passato: un passato comunque sempre di corsa, di corsa a cercare Bethany, nelle sue fughe disperate, fino a quella volta che non l'hanno trovata più. Almeno fino ad ora. Pedalando Smithy perde peso, trova amici, vive avventure, viene rapito, deriso, insultato e scopre che l'amore della sua vita è sempre stato davanti ai suo occhi.
Questo romanzo l'ho comprato per caso, d'impulso e devo dire che la recensione di Stephen King sulla quarta di copertina ha avuto il suo peso sulla scelta! Recentemente ho letto recensioni tremende su questo libro, ma io l'ho amato molto. E' una storia tipicamente in stile americano, sì insomma il potere salvifico della bici e dell'attività fisica e cose così ... ma non è questo che ci ho visto. Io ci ho visto la storia di un fratello schiacciato dall'ingombrante presenza di una sorella bellissima, dolcissima, amata da tutti, ma malata di mente, una malattia molto grave che le fa fare cose assurde e anche cattive. A lei, la meravigliosa Bethany, un angelo caduto in terra. I genitori non hanno la forza di pensare a Smithy; Bethany prosciuga tutte le loro forze. E quando scompare le cose peggiorano. Così Smithy semplicemente smette di lottare per se stesso, getta la spugna e si abbandona al cibo, al fumo e all'alcool. Inconsciamente cerca la morte come fine del dolore, ma senza aver il coraggio di infliggersela, diventa un ignavo. Ma da tutto si può riemergere e Smithy ce la fa, facendo pace con se stesso e con Bethany che comunque ha amato dolorosamente per tutta la vita.
Bello.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Trovate QUI gli altri suggerimenti di oggi!
Questa settimana cambiamo totalmente direzione con questo libro, Sognavo di correre lontano di Ron McLarty. L'ho letto alcuni anni fa e mi ha colpito molto; chissà magari l'ho solo letto nel momento giusto per lui (sono fermamente convinta che ogni lettura ha il suo tempo perfetto) ma ricordo che all'epoca mi colpì parecchio.
Trama:
Smithy Ide è un quarantenne decisamente obeso, indolente, ubriacone e fumatore incallito: non è rimasto più nulla del giovane assennato e corridore di un tempo. Perchè?
Beh lo scopriamo lungo un romanzo che è un viaggio: il viaggio che Smithy affronta d'impulso al ritorno dal funerale dei suoi genitori, un viaggio che comincia da East Providence, Road Island e che lo porta a Los Angeles e che Smithy compie in sella alla bicicletta della sua adolescenza.
Ma, attenzione, questa non è la storia di un redivivo Forrest Gump, è la disperata ricerca di un uomo che non è mai diventato tale, bloccato in un'eterno limbo dalla scomparsa della sorella Bethany.
E sono proprio notizie di Bethany che lo spingono a partire da casa dei suoi genitori dove trova la lettera che annuncia il ritrovamento del corpo di sua sorella a Los Angeles. Bethany ... povera, dolce, amata e malata Bethany. Malata di mente. Bethany che sente una voce, una voce che le dice di fare delle cose... E mentre Smithy corre lungo le strade d'America ripercorre il suo passato: un passato comunque sempre di corsa, di corsa a cercare Bethany, nelle sue fughe disperate, fino a quella volta che non l'hanno trovata più. Almeno fino ad ora. Pedalando Smithy perde peso, trova amici, vive avventure, viene rapito, deriso, insultato e scopre che l'amore della sua vita è sempre stato davanti ai suo occhi.
Questo romanzo l'ho comprato per caso, d'impulso e devo dire che la recensione di Stephen King sulla quarta di copertina ha avuto il suo peso sulla scelta! Recentemente ho letto recensioni tremende su questo libro, ma io l'ho amato molto. E' una storia tipicamente in stile americano, sì insomma il potere salvifico della bici e dell'attività fisica e cose così ... ma non è questo che ci ho visto. Io ci ho visto la storia di un fratello schiacciato dall'ingombrante presenza di una sorella bellissima, dolcissima, amata da tutti, ma malata di mente, una malattia molto grave che le fa fare cose assurde e anche cattive. A lei, la meravigliosa Bethany, un angelo caduto in terra. I genitori non hanno la forza di pensare a Smithy; Bethany prosciuga tutte le loro forze. E quando scompare le cose peggiorano. Così Smithy semplicemente smette di lottare per se stesso, getta la spugna e si abbandona al cibo, al fumo e all'alcool. Inconsciamente cerca la morte come fine del dolore, ma senza aver il coraggio di infliggersela, diventa un ignavo. Ma da tutto si può riemergere e Smithy ce la fa, facendo pace con se stesso e con Bethany che comunque ha amato dolorosamente per tutta la vita.
Bello.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
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venerdì 31 ottobre 2014
Venerdì del Libro - Diciannove minuti, Jodi Picoult
Buona giornata! Il romanzo di oggi continua il filone del bullismo intrapreso la settimana scorsa, ma da un punto di vista completamente diverso; si tratta di Diciannove minuti di Jodi Picoult.
Trama:
Sterling, New Hampshire, è una cittadina come tante: piccola tranquilla e provinciale, lì non succede mai nulla. Ma una mattina Peter Houghton, un ragazzo di diciassette anni, si presenta a scuola armato fino ai denti e compie una strage: in diciannove minuti miete e stravolge per sempre vite, corpi e menti. Nulla sarà mai più uguale a Sterling. Peter però non ha compiuto a pieno il suo lavoro di morte: non è riuscito a uccidere se stesso, quindo dovrà subire un processo. Fra i feriti c'è Josie Cormier, figlia del giudice del processo e amica d'infanzia di Peter, nonchè testimone chiave. Durante i lunghi mesi che seguono la sparatoria e fino al processo i protagonisti, tutti legati a doppio filo fra loro, dovranno compiere un viaggio dentro se stessi, nel presente e nel passato, per cercare di capire da dove è venuto tanto male. Alla fine il carnefice si rivela anche vittima e la vittima carnefice: studenti modello si rivelano squallidi prepotenti e ed i mostri sono ragazzi soli e disperati, nascosti dietro una maschera o schiacciati da un'identità che viene pubblicamente derisa.
Il finale è amaro e senza possibilità di salvezza per nessuno. Chi ha colpa pagherà per il suo peccato. La vita seguirà il suo corso recando per sempre le cicatrici di ciò che è accaduto.
Si tratta di un romanzo molto doloroso, che fa pensare all'adolescenza e alla sua fragilità. Il bullismo in età giovanile esiste da sempre, in forma più o meno grave, ma come può un genitore capire fino a che punto il proprio figlio viene perseguitato e quando ha bisogno d'aiuto?
Giudizio critico : ❀❀❀❀
QUI trovate gli altri consigli della settimana.
Ciao!!
Trama:
Sterling, New Hampshire, è una cittadina come tante: piccola tranquilla e provinciale, lì non succede mai nulla. Ma una mattina Peter Houghton, un ragazzo di diciassette anni, si presenta a scuola armato fino ai denti e compie una strage: in diciannove minuti miete e stravolge per sempre vite, corpi e menti. Nulla sarà mai più uguale a Sterling. Peter però non ha compiuto a pieno il suo lavoro di morte: non è riuscito a uccidere se stesso, quindo dovrà subire un processo. Fra i feriti c'è Josie Cormier, figlia del giudice del processo e amica d'infanzia di Peter, nonchè testimone chiave. Durante i lunghi mesi che seguono la sparatoria e fino al processo i protagonisti, tutti legati a doppio filo fra loro, dovranno compiere un viaggio dentro se stessi, nel presente e nel passato, per cercare di capire da dove è venuto tanto male. Alla fine il carnefice si rivela anche vittima e la vittima carnefice: studenti modello si rivelano squallidi prepotenti e ed i mostri sono ragazzi soli e disperati, nascosti dietro una maschera o schiacciati da un'identità che viene pubblicamente derisa.
Il finale è amaro e senza possibilità di salvezza per nessuno. Chi ha colpa pagherà per il suo peccato. La vita seguirà il suo corso recando per sempre le cicatrici di ciò che è accaduto.
Si tratta di un romanzo molto doloroso, che fa pensare all'adolescenza e alla sua fragilità. Il bullismo in età giovanile esiste da sempre, in forma più o meno grave, ma come può un genitore capire fino a che punto il proprio figlio viene perseguitato e quando ha bisogno d'aiuto?
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Ciao!!
venerdì 24 ottobre 2014
Venerdì del libro - La verità di Amelia, Kimberly McCreight
Carissime, per il venerdì del libro di questa settimana voglio proporvi "La verità di Amelia" di Kimberly McCreight, un romanzo che mi è abbastanza piaciuto e che parla di un tema attuale: il cyber-bullismo.
Trama:
Kate Baron non può credere che sua figlia Amelia sia stata veramente sorpresa a copiare un compito e che quindi sia stata sospesa dalla Grace Hall, uno degli istituti privati più in vista di New York. E' questo che pensa mentre si reca di corsa a prenderla a scuola, ma la strada vicino all'edifico è intasata di macchine della polizia e l'accesso bloccato da un cordone di poliziotti, e il motivo è orribile: Amelia si è suicidata per la vergogna lanciandosi dal tetto del palazzo.
Dopo la tragedia Kate si chiude nel suo dolore, poi, un giorno, un SMS anonimo squarcia la realtà che le è stata raccontata :"Amelia non si è buttata". Possibile che la verità sia diversa da quella appurata dalle autorità? Kate deve saperlo e quindi deve tuffarsi nella vita privata di sua figlia, sapere delle sue amicizie e dei suoi segreti. Perchè Amelia aveva dei segreti, come tutti gli adolescenti. Solo vincendo il dolore per quello che scopre, Kate potrà portare a galla la verità.
Il romanzo mi è abbastanza piaciuto anche se ho trovato il finale un po' scontato e affrettato rispetto al resto del libro che, invece, mi sembra scritto bene. Senza dubbio l'argomento è interessante: i nostri figli vivono sul web, nel SMS, mettono online i loro momenti più privati e questo può essere usato da qualcuno come un ricatto. La cosa fa riflettere.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Per gli altri suggerimenti della settimana vi invito a passare da QUI.
baci baci ....
Trama:
Kate Baron non può credere che sua figlia Amelia sia stata veramente sorpresa a copiare un compito e che quindi sia stata sospesa dalla Grace Hall, uno degli istituti privati più in vista di New York. E' questo che pensa mentre si reca di corsa a prenderla a scuola, ma la strada vicino all'edifico è intasata di macchine della polizia e l'accesso bloccato da un cordone di poliziotti, e il motivo è orribile: Amelia si è suicidata per la vergogna lanciandosi dal tetto del palazzo.
Dopo la tragedia Kate si chiude nel suo dolore, poi, un giorno, un SMS anonimo squarcia la realtà che le è stata raccontata :"Amelia non si è buttata". Possibile che la verità sia diversa da quella appurata dalle autorità? Kate deve saperlo e quindi deve tuffarsi nella vita privata di sua figlia, sapere delle sue amicizie e dei suoi segreti. Perchè Amelia aveva dei segreti, come tutti gli adolescenti. Solo vincendo il dolore per quello che scopre, Kate potrà portare a galla la verità.
Il romanzo mi è abbastanza piaciuto anche se ho trovato il finale un po' scontato e affrettato rispetto al resto del libro che, invece, mi sembra scritto bene. Senza dubbio l'argomento è interessante: i nostri figli vivono sul web, nel SMS, mettono online i loro momenti più privati e questo può essere usato da qualcuno come un ricatto. La cosa fa riflettere.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
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baci baci ....
venerdì 17 ottobre 2014
Venerdì del libro - L'ultima estate d'innocenza, Patrick Fogli
Ciao ciao a tutte. Anche questa settimana rimango sul filone degli autori e delle ambientazioni emiliane.
Quello che vi propongo è un giallo/thriller che ho letto l'estate scorsa: L'ultima estate d'innocenza di Patrick Fogli. Ecco un accenno della trama:
A Bologna è un'estate strana, piena di temporali improvvisi che spengono il sole accecante. E' l'estate in cui viene ritrovato il corpo straziato di Paola, una bambina che tutta l'Italia sta cercando da mesi. Lo stesso giorno una donna bellissima e dal passato complesso e misterioso viene uccisa nel suo appartamento. E' l'estate di Lisa, che ha tredici anni a che non parla più da un maledetto giorno di febbraio; il giorno in cui non è tornata a casa da scuola fino a notte inoltrata. E' l'estate di sua madre Roberta che vorrebbe capire e al tempo stesso ha paura di sapere cos'è successo quel giorno alla sua bambina. E' l'estate di Michele Ferrara che si sveglia dal coma dopo sei mesi, dopo che, una notte di febbraio, si è schiantato contro un muro, ed ora non ricorda più nulla ne' di se stesso ne' di chi gli sta vicino. Nulla di quell'uomo che era e che, poco a poco, comincia a ricordare riscoprendo un altro se stesso che gli fa paura. E' l'estate di Nicola Zanardi, fotografo d'assalto sconvolto dalla guerra in Iraq, da cui torna con la valigia sbagliata e una scheda piena di foto che nessuno deve vedere, ma che in troppi vorrebbero avere. Ed infine è l'estate di Giovanni Marra, poliziotto buono con un passato troppo pesante da sopportare. E per qualcuno è l'ultima estate d'innocenza.
L'intreccio è intricato; le morti sono molte e si fa un po' fatica a capire bene i collegamenti fra loro. A parte questo il libro prende, perchè si vuole capire, ma, vi avverto, è agghiacciante. Davvero non scherzo per un periodo mi ha fatto stare male, sarà perchè si parla di bambine rapite e usate per le voglie rivoltanti di apparenti "uomini per bene"; sarà perchè anche la parallela vicenda politica ti fa venire il voltastomaco; sarà perchè alla fine ti rendi conto che questa è la realtà. Certo il libro è, come si dice, romanzato, ma alla fine siamo circondati da sudiciume a tutti i livelli della società e questo fa male...
La storia è amara, cruda e il finale lo è ancora di più. Io ve lo consiglio se vi sentite, se avete pelo sullo stomaco, perchè questo graffia a lascia il segno.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Potete trovare QUI le altre proposte del VdL
ciao a tutte!
Quello che vi propongo è un giallo/thriller che ho letto l'estate scorsa: L'ultima estate d'innocenza di Patrick Fogli. Ecco un accenno della trama:
A Bologna è un'estate strana, piena di temporali improvvisi che spengono il sole accecante. E' l'estate in cui viene ritrovato il corpo straziato di Paola, una bambina che tutta l'Italia sta cercando da mesi. Lo stesso giorno una donna bellissima e dal passato complesso e misterioso viene uccisa nel suo appartamento. E' l'estate di Lisa, che ha tredici anni a che non parla più da un maledetto giorno di febbraio; il giorno in cui non è tornata a casa da scuola fino a notte inoltrata. E' l'estate di sua madre Roberta che vorrebbe capire e al tempo stesso ha paura di sapere cos'è successo quel giorno alla sua bambina. E' l'estate di Michele Ferrara che si sveglia dal coma dopo sei mesi, dopo che, una notte di febbraio, si è schiantato contro un muro, ed ora non ricorda più nulla ne' di se stesso ne' di chi gli sta vicino. Nulla di quell'uomo che era e che, poco a poco, comincia a ricordare riscoprendo un altro se stesso che gli fa paura. E' l'estate di Nicola Zanardi, fotografo d'assalto sconvolto dalla guerra in Iraq, da cui torna con la valigia sbagliata e una scheda piena di foto che nessuno deve vedere, ma che in troppi vorrebbero avere. Ed infine è l'estate di Giovanni Marra, poliziotto buono con un passato troppo pesante da sopportare. E per qualcuno è l'ultima estate d'innocenza.
L'intreccio è intricato; le morti sono molte e si fa un po' fatica a capire bene i collegamenti fra loro. A parte questo il libro prende, perchè si vuole capire, ma, vi avverto, è agghiacciante. Davvero non scherzo per un periodo mi ha fatto stare male, sarà perchè si parla di bambine rapite e usate per le voglie rivoltanti di apparenti "uomini per bene"; sarà perchè anche la parallela vicenda politica ti fa venire il voltastomaco; sarà perchè alla fine ti rendi conto che questa è la realtà. Certo il libro è, come si dice, romanzato, ma alla fine siamo circondati da sudiciume a tutti i livelli della società e questo fa male...
La storia è amara, cruda e il finale lo è ancora di più. Io ve lo consiglio se vi sentite, se avete pelo sullo stomaco, perchè questo graffia a lascia il segno.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
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ciao a tutte!
venerdì 10 ottobre 2014
Venerdì del libro - Macaronì, Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli
Ciao a tutte.
Diciamo che già la settimana scorsa avevo intrapreso il filone degli autori locali e oggi ho voglia di continuarlo presentandovi questo libro: Macaronì di Guccini e Macchiavelli.
Oddio, i due autori non sono "strettamente" locali (sono bolognesi) ma il noto cantautore ha deciso di passare gli anni della sua ... ehm ... maturità, in un paese qui vicino, quindi più o meno è un compaesano no?
Inoltre il romanzo è ambientato qui, sulle mie montagne, quindi ci siamo!
Ecco la trama in breve:
"Benedetto Santovito è un maresciallo dei carabinieri e viene dalla Campania. A causa della sua mancanza di reverenza nei confronti del regime fascista viene assegnato ad uno sperduto paesino sulle montagne dell'Appennino Tosco-Emiliano. Il maresciallo si trova a dover indagare su una serie di delitti le cui origini risalgono a fatti accaduti nell'800, periodo in cui la zona era soggetta ad una forte emigrazione verso la Francia. Fuori dal suo ambiente, Santovito deve guadagnarsi la simpatia di persone difficili, complicate, chiuse, deve comprendere una mentalità montanara lontana da quella della sua terra natia".
Devo dire che la parte, per me, più affascinante di questo romanzo non è tanto la trama (che comunque è molto ben strutturata) quanto la competente ricostruzione della civiltà montanara appenninica: personaggi credibilissimi e delineati in maniera magistrale, figli di una terra selvaggia, inospitale, avara, ma bellissima. Una civiltà che ho imparato a conoscere dai racconti di mia nonna e che, ahimè, non esiste più, se non nella memoria dei più anziani, travolta dalla modernità e dall'appiattimento sociale. Un libro che decisamente mi ha toccato il cuore e che avrei voluto continuare a leggere all'infinito.
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
QUI potete trovare gli altri suggerimenti della settimana
baci baci!!
Diciamo che già la settimana scorsa avevo intrapreso il filone degli autori locali e oggi ho voglia di continuarlo presentandovi questo libro: Macaronì di Guccini e Macchiavelli.
Oddio, i due autori non sono "strettamente" locali (sono bolognesi) ma il noto cantautore ha deciso di passare gli anni della sua ... ehm ... maturità, in un paese qui vicino, quindi più o meno è un compaesano no?
Inoltre il romanzo è ambientato qui, sulle mie montagne, quindi ci siamo!
Ecco la trama in breve:
"Benedetto Santovito è un maresciallo dei carabinieri e viene dalla Campania. A causa della sua mancanza di reverenza nei confronti del regime fascista viene assegnato ad uno sperduto paesino sulle montagne dell'Appennino Tosco-Emiliano. Il maresciallo si trova a dover indagare su una serie di delitti le cui origini risalgono a fatti accaduti nell'800, periodo in cui la zona era soggetta ad una forte emigrazione verso la Francia. Fuori dal suo ambiente, Santovito deve guadagnarsi la simpatia di persone difficili, complicate, chiuse, deve comprendere una mentalità montanara lontana da quella della sua terra natia".
Devo dire che la parte, per me, più affascinante di questo romanzo non è tanto la trama (che comunque è molto ben strutturata) quanto la competente ricostruzione della civiltà montanara appenninica: personaggi credibilissimi e delineati in maniera magistrale, figli di una terra selvaggia, inospitale, avara, ma bellissima. Una civiltà che ho imparato a conoscere dai racconti di mia nonna e che, ahimè, non esiste più, se non nella memoria dei più anziani, travolta dalla modernità e dall'appiattimento sociale. Un libro che decisamente mi ha toccato il cuore e che avrei voluto continuare a leggere all'infinito.
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
QUI potete trovare gli altri suggerimenti della settimana
baci baci!!
venerdì 3 ottobre 2014
Venerdì del libro - Gioco "Per ogni lettera un libro"
Ciao a tutte. La settimana scorsa Maris ha postato per il suo VdL questo gioco, visto che mi è sembrato molto carino ho decido di aderire e proporvelo come post di questa settimana.
Il gioco è molto semplice, Maris ha estratto per noi quattro lettere dell'alfabeto: A,D,E,S. Per ognuna dobbiamo scegliere il titolo di un libro, che in qualche modo ha significato qualcosa per noi, parlandone brevemente.
Per la lettera A la mia scelta è: Absedium di M. A. Cerrino
narra la vita di Vercingetorige il capo Gallo che si oppose all'invasione romana di Giulio Cesare e che fu l'unico in grado di riunire le varie e litigiose tribù galliche sotto un'unico esercito. Perse, fu fatto prigioniero e venne trascinato a Roma in catene ed esibito durante la parata d'onore, ma è comunque una figura importantissima della storia antica.
Per la lettera D ho scelto: Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
un libro su cui c'è certamente poco da dire: uno dei più noti della grande scrittrice, più volte portato anche sul grande schermo e al teatro. Un giallo condotto in maniera magistrale: otto persone apparentemente non collegate fra loro vengono invitate da uno sconosciuto Mr Owen nella sua villa su un'isola al largo del Devon, ma al loro arrivo trovano ad attenderli solo i due domestici che pure non conoscono Mr Owen. Il maltempo blocca le 10 persone sull'isola; nelle loro camere c'è una strana filastrocca su dieci negretti che uno alla volta trovano la morte in modi diversi e, la sera a cena, una voce registrata comunica che ognuno di loro è stato giudicato colpevole di un grave delitto e che per questo avrà l'adeguata punizione. Il resto è thriller...
Per la lettera E ho scelto: Eva dorme di Francesca Melandri
Eva è una giovane altoatesina, molto bella e in carriera ha alle spalle un'infanzia complicata e ... non riesce a dormire. E quando una mattina squilla il telefono in passato torna a bussare alla sua porta: è Vito, il carabiniere calabrese che per lei è stato quanto di più simile ad un padre abbia mai avuto. Vito era di stanza in Alto Adige negli anni '60, anni cupi di grandi tensioni etniche ed attentati. Vito incontra Gerda: bellissima cuoca, sorella di un terrorista altoatesino e ragazza-madre in una realtà che la ripudia; madre di Eva. Vito cerca Eva, quella "figlia" che non ha mai dimenticato e che vuole rivedere prima di morire, perchè Vito sta morendo. E allora Eva parte per un viaggio di 1397 km che la porta dalle cime del Rosentgarden al sole della Calabria: un viaggio che sarà anche un viaggio nel passato, suo e di sua madre, e dentro se stessa per ritrovare quello che le è sempre mancato: la pace e il perdono per gli errori fatti, per le cose non dette e gli abbracci non dati. Un libro bellissimo e intenso.
Per la lettera S voglio omaggiare un autore locale cioè un mio compaesano, che oltre a fare il negoziante, si cimenta anche nella grande impresa della scrittura: Subito dopo l'inverno di Valerio Beccari.
Lolla ha una vita normalissima: un lavoro in banca, un marito, due figli grandi. Ma tutto frana quando il marito la lascia per una donna più giovane: Lolla crolla, piange per settimane e alla fine capisce che deve ricominciare da capo. Accetta un trasferimento e finisce in un paesino dell'Appennino Bolognese (il mio!) e qui incontra gente nuova, ripensa alla sua vita e finisce per chiudere conti aperti da sempre e recuperare rapporti compromessi. E anche l'amore fa la sua comparsa sotto le spoglie più impensate.
Per questa settimana vi ho dato parecchi titoli a cui pensare! Vi rimando QUI per avere gli altri suggerimenti della settimana. Ciao!
Il gioco è molto semplice, Maris ha estratto per noi quattro lettere dell'alfabeto: A,D,E,S. Per ognuna dobbiamo scegliere il titolo di un libro, che in qualche modo ha significato qualcosa per noi, parlandone brevemente.
Per la lettera A la mia scelta è: Absedium di M. A. Cerrino
narra la vita di Vercingetorige il capo Gallo che si oppose all'invasione romana di Giulio Cesare e che fu l'unico in grado di riunire le varie e litigiose tribù galliche sotto un'unico esercito. Perse, fu fatto prigioniero e venne trascinato a Roma in catene ed esibito durante la parata d'onore, ma è comunque una figura importantissima della storia antica.
Per la lettera D ho scelto: Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
un libro su cui c'è certamente poco da dire: uno dei più noti della grande scrittrice, più volte portato anche sul grande schermo e al teatro. Un giallo condotto in maniera magistrale: otto persone apparentemente non collegate fra loro vengono invitate da uno sconosciuto Mr Owen nella sua villa su un'isola al largo del Devon, ma al loro arrivo trovano ad attenderli solo i due domestici che pure non conoscono Mr Owen. Il maltempo blocca le 10 persone sull'isola; nelle loro camere c'è una strana filastrocca su dieci negretti che uno alla volta trovano la morte in modi diversi e, la sera a cena, una voce registrata comunica che ognuno di loro è stato giudicato colpevole di un grave delitto e che per questo avrà l'adeguata punizione. Il resto è thriller...
Per la lettera E ho scelto: Eva dorme di Francesca Melandri
Eva è una giovane altoatesina, molto bella e in carriera ha alle spalle un'infanzia complicata e ... non riesce a dormire. E quando una mattina squilla il telefono in passato torna a bussare alla sua porta: è Vito, il carabiniere calabrese che per lei è stato quanto di più simile ad un padre abbia mai avuto. Vito era di stanza in Alto Adige negli anni '60, anni cupi di grandi tensioni etniche ed attentati. Vito incontra Gerda: bellissima cuoca, sorella di un terrorista altoatesino e ragazza-madre in una realtà che la ripudia; madre di Eva. Vito cerca Eva, quella "figlia" che non ha mai dimenticato e che vuole rivedere prima di morire, perchè Vito sta morendo. E allora Eva parte per un viaggio di 1397 km che la porta dalle cime del Rosentgarden al sole della Calabria: un viaggio che sarà anche un viaggio nel passato, suo e di sua madre, e dentro se stessa per ritrovare quello che le è sempre mancato: la pace e il perdono per gli errori fatti, per le cose non dette e gli abbracci non dati. Un libro bellissimo e intenso.
Per la lettera S voglio omaggiare un autore locale cioè un mio compaesano, che oltre a fare il negoziante, si cimenta anche nella grande impresa della scrittura: Subito dopo l'inverno di Valerio Beccari.
Lolla ha una vita normalissima: un lavoro in banca, un marito, due figli grandi. Ma tutto frana quando il marito la lascia per una donna più giovane: Lolla crolla, piange per settimane e alla fine capisce che deve ricominciare da capo. Accetta un trasferimento e finisce in un paesino dell'Appennino Bolognese (il mio!) e qui incontra gente nuova, ripensa alla sua vita e finisce per chiudere conti aperti da sempre e recuperare rapporti compromessi. E anche l'amore fa la sua comparsa sotto le spoglie più impensate.
Per questa settimana vi ho dato parecchi titoli a cui pensare! Vi rimando QUI per avere gli altri suggerimenti della settimana. Ciao!
venerdì 26 settembre 2014
Venerdì del libro - Mystic River La morte non dimentica, Dennis Lehane
Ciao a tutte. Per il VdL di questa settimana vi presento un titolo normalmente catalogato come thriller, ma che, a mio avviso, è molto di più. Si tratta di Mystic River, La morte non dimentica di Dennis Lehane.
Forse alcune di voi hanno anche visto l'omonimo film tratto da questo romanzo diretto da Clint Eastwood e interpretato molto bene da Sean Penn e Kevin Bacon. Beh il libro è comunque molto meglio!
Boston 1975. Jimmy, Dave e Sean sono ragazzini e vivono nella parte più povera della città; in maggioranza sono di origine irlandese e la comunità è strettamente legata da parentele. amicizie e traffici di varia origine. Ma loro sono solo ragazzini e giocano sulle strade del quartiere, il futuro è tutto nelle loro mani fino a quella mattina ... la mattina in cui Dave sale su quell'auto, l'auto che odora di mele e su cui lo attirano i "lupi". Dave sparirà per 4 orribili giorni e poi riuscirà a fuggire e tornerà al quartiere. Verrà accolto da una folla festante, ma tutti, tutti sanno cosa gli è stato fatto in quei giorni .... nessuno però mai parlerà con lui di ciò che gli è accaduto.
Dopo 25 anni il quartiere è sempre lo stesso. Sean è un poliziotto in crisi con la moglie, Jimmy è stato in carcere per rapina ed una volta uscito riga dritto per amore della figlia Katie, Dave cerca di condurre una vita normale grazie alla famiglia che si è creato. Ma la morte non dimentica e torna a sconvolgere la vita del quartiere. Katie, la figlia di Jimmy, viene brutalmente assassinata e, una serie di coincidenze, porta i sospetti su Dave. Sean è incaricato delle indagini.
Nel dipanarsi delle vicende i tre protagonisti lentamente si spogliano di tutto ciò che hanno costruito attorno a se per proteggersi dal quel terribile giorno di 25 anni prima mettendo finalmente a nudo la loro anima ferita: nessuno di loro è mai più stato lo stesso dopo quel giorno. Sean ha passato la vita a cercare una propria identità sentimentale; Jimmy autocostretto alla bontà dall'amore sconfinato per una figlia che gli è stata portata via forse dal suo migliore amico. Dave, che è la vera vittima, segnato da ciò che gli è stato fatto e che lo ha trasformato in quello che più detesta, all'insaputa di tutti o forse sotto gli occhi di tutti, persino della sciocca moglie Celeste che alla fine sarà la sua rovina.
Il finale è ineluttabile, forse anche scontato, ma molto molto toccante.
Assolutamente ben scritto, bellissimi i personaggi e la loro evoluzione psicologica; decisamente uno dei miei libri favoriti.
Trovate QUI gli altri suggerimenti della settimana!
Forse alcune di voi hanno anche visto l'omonimo film tratto da questo romanzo diretto da Clint Eastwood e interpretato molto bene da Sean Penn e Kevin Bacon. Beh il libro è comunque molto meglio!
Boston 1975. Jimmy, Dave e Sean sono ragazzini e vivono nella parte più povera della città; in maggioranza sono di origine irlandese e la comunità è strettamente legata da parentele. amicizie e traffici di varia origine. Ma loro sono solo ragazzini e giocano sulle strade del quartiere, il futuro è tutto nelle loro mani fino a quella mattina ... la mattina in cui Dave sale su quell'auto, l'auto che odora di mele e su cui lo attirano i "lupi". Dave sparirà per 4 orribili giorni e poi riuscirà a fuggire e tornerà al quartiere. Verrà accolto da una folla festante, ma tutti, tutti sanno cosa gli è stato fatto in quei giorni .... nessuno però mai parlerà con lui di ciò che gli è accaduto.
Dopo 25 anni il quartiere è sempre lo stesso. Sean è un poliziotto in crisi con la moglie, Jimmy è stato in carcere per rapina ed una volta uscito riga dritto per amore della figlia Katie, Dave cerca di condurre una vita normale grazie alla famiglia che si è creato. Ma la morte non dimentica e torna a sconvolgere la vita del quartiere. Katie, la figlia di Jimmy, viene brutalmente assassinata e, una serie di coincidenze, porta i sospetti su Dave. Sean è incaricato delle indagini.
Nel dipanarsi delle vicende i tre protagonisti lentamente si spogliano di tutto ciò che hanno costruito attorno a se per proteggersi dal quel terribile giorno di 25 anni prima mettendo finalmente a nudo la loro anima ferita: nessuno di loro è mai più stato lo stesso dopo quel giorno. Sean ha passato la vita a cercare una propria identità sentimentale; Jimmy autocostretto alla bontà dall'amore sconfinato per una figlia che gli è stata portata via forse dal suo migliore amico. Dave, che è la vera vittima, segnato da ciò che gli è stato fatto e che lo ha trasformato in quello che più detesta, all'insaputa di tutti o forse sotto gli occhi di tutti, persino della sciocca moglie Celeste che alla fine sarà la sua rovina.
Il finale è ineluttabile, forse anche scontato, ma molto molto toccante.
Assolutamente ben scritto, bellissimi i personaggi e la loro evoluzione psicologica; decisamente uno dei miei libri favoriti.
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
Trovate QUI gli altri suggerimenti della settimana!
venerdì 19 settembre 2014
Venerdì del libro - La maga delle spezie, Chitra Banerjee Divakaruni
Ciao a tutte, eccomi di ritorno dopo la "pausa vacanze". Il libro di cui voglio parlarvi oggi me lo sono letto proprio mentre ero al mare; si tratta di "La maga delle spezie di Chitra Naberjee Divakaruni.
"C'è un'anziana signora indiana a Oakland in California, vive rinchiusa nel suo piccolo negozio e la sua vita è vendere spezie. O almeno è quello che sembra agli occhi dei comuni mortali, perché in realtà lei è Tilo, la maga delle spezie. Tilo ha vissuto molto vite diverse, sotto nomi diversi, prima di approdare all'isola dove l'Antica ha addestrato lei e le altre maghe alla magia delle spezie. Le spezie possono curare i mali del corpo e quelli dello spirito e solo la maga sa come somministrarle. Alla fine dell'addestramento ognuna di loro viene inviata nel mondo dei mortali a compiere la sua opera. Ma per le maghe esistono delle regole: le spezie non vanno mai usate per se stesse e non devono mai innamorarsi. Ma Tilo ha sempre avuto grossi problemi con l'obbedienza e un seducente "Americano" bussa alla porta del suo negozio ..."
Il romanzo mi è piaciuto abbastanza, l'atmosfera magica e surreale ha reso piacevole le lettura.
Forse non lo metterei fra i titoli indimenticabili, ma tutto sommato lo consiglierei per una lettura leggera, romantica e di svago. Per chi ama la magia e vorrebbe che davvero le spezie potessero risolvere i problemi delle nostre vite ;-)
Con questo titolo partecipo al Venerdì del libro e QUI trovate gli altri suggerimenti della settimana.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
"C'è un'anziana signora indiana a Oakland in California, vive rinchiusa nel suo piccolo negozio e la sua vita è vendere spezie. O almeno è quello che sembra agli occhi dei comuni mortali, perché in realtà lei è Tilo, la maga delle spezie. Tilo ha vissuto molto vite diverse, sotto nomi diversi, prima di approdare all'isola dove l'Antica ha addestrato lei e le altre maghe alla magia delle spezie. Le spezie possono curare i mali del corpo e quelli dello spirito e solo la maga sa come somministrarle. Alla fine dell'addestramento ognuna di loro viene inviata nel mondo dei mortali a compiere la sua opera. Ma per le maghe esistono delle regole: le spezie non vanno mai usate per se stesse e non devono mai innamorarsi. Ma Tilo ha sempre avuto grossi problemi con l'obbedienza e un seducente "Americano" bussa alla porta del suo negozio ..."
Il romanzo mi è piaciuto abbastanza, l'atmosfera magica e surreale ha reso piacevole le lettura.
Forse non lo metterei fra i titoli indimenticabili, ma tutto sommato lo consiglierei per una lettura leggera, romantica e di svago. Per chi ama la magia e vorrebbe che davvero le spezie potessero risolvere i problemi delle nostre vite ;-)
Con questo titolo partecipo al Venerdì del libro e QUI trovate gli altri suggerimenti della settimana.
Giudizio critico : ❀❀❀❀
martedì 16 settembre 2014
Anche questa è andata
Intendo l'inizio del nuovo anno scolastico.
Ieri 15 settembre le mie bimbette hanno affrontato il primo giorno di scuola: la grande (ormai una veterana) in 4a elementare e la Piccola Pulce in 1a!
Sì, ieri è stato il suo primissimo giorno di scuola!
La signorinella era già gasatissima da parecchio e la sera prima è andata a letto dicendo :"Evvai, evvai, vado a scuola!!"
L'impatto è stato buono, considerando anche che sono solo in 4 che vengono dallo stesso asilo, quindi si sono un po' trovati come dei pesciolini fuor d'acqua poverini. Però i bambini hanno mille risorse e sono fiduciosa del fatto che sapranno integrarsi velocemente al resto della classe.
Ieri si è molto giocato (le maestre hanno fatto trovare un peluce su ogni banco perchè facesse compagnia al bambino nel suo primo giorno da "grande") e si sono imparate alcune regole di base. Le maestre sono sembrate "brave e buone" e la scuola interessante.
Unico appunto: "Mamma, ci danno pochissimo da mangiare!" Detto da una che andava inseguita per casa col cibo perché non mangiava un tubo, non c'è male!!!
E quindi Buon Anno Scolastico a voi, bambine mie, che possiate viverlo con grande serenità!
Ieri 15 settembre le mie bimbette hanno affrontato il primo giorno di scuola: la grande (ormai una veterana) in 4a elementare e la Piccola Pulce in 1a!
Sì, ieri è stato il suo primissimo giorno di scuola!
La signorinella era già gasatissima da parecchio e la sera prima è andata a letto dicendo :"Evvai, evvai, vado a scuola!!"
L'impatto è stato buono, considerando anche che sono solo in 4 che vengono dallo stesso asilo, quindi si sono un po' trovati come dei pesciolini fuor d'acqua poverini. Però i bambini hanno mille risorse e sono fiduciosa del fatto che sapranno integrarsi velocemente al resto della classe.
Ieri si è molto giocato (le maestre hanno fatto trovare un peluce su ogni banco perchè facesse compagnia al bambino nel suo primo giorno da "grande") e si sono imparate alcune regole di base. Le maestre sono sembrate "brave e buone" e la scuola interessante.
Unico appunto: "Mamma, ci danno pochissimo da mangiare!" Detto da una che andava inseguita per casa col cibo perché non mangiava un tubo, non c'è male!!!
E quindi Buon Anno Scolastico a voi, bambine mie, che possiate viverlo con grande serenità!
venerdì 8 agosto 2014
Venerdì del libro - La briscola in cinque, Marco Mavaldi
Eccoci all'appuntamento del venerdì. Questa settimana vi propongo una lettura estiva-estiva: La briscola in cinque di Marco Mavaldi.
La trama:
Al BarLume, in un paese della costa intorno a Livorno, tra un caffè e una briscola in cinque, quattro vecchietti e il giovane barista si ritrovano a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare sul delitto di una ragazza del luogo. E sotto al giallo, la vita di una provincia ricca che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico.
Forse il giallo non è eccelso, o almeno io avevo capito chi era il colpevole circa a metà del libro, ma i personaggi sono fantastici. Pare di vederseli davanti questi quattro vecchietti, seduti al bar a farsi la briscola e a discutere del delitto della giovane Alina. L'uso delle inflessioni e dei "modi di dire" trasformano il racconto in un affresco realistico e sembra proprio di sentire l'odore del mare e della pineta del litorale toscano. Marco Mavaldi, pisano e di professione chimico (cosa che non può che rendermelo simpatico!) ha pubblicato con la Sellerio tutta la serie delle avventure (4 romanzi) dei vecchietti detective.
Consigliato!
Trovate QUI gli altri consigli della settimana.
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
Colgo l'occasione per comunicarvi che da oggi non sarò sempre presente all'appuntamento del venerdì almeno fino alla metà di settembre. Oltre alle ferie, che però sono ancora lontanucce, si prospetta dalla settimana prossima un marito convalescente da un piccolo intervento! Insomma sommato alle bambine avrò più da fare del solito! Farò il possibile ma non assicuro niente. Ciao, a presto!
La trama:
Al BarLume, in un paese della costa intorno a Livorno, tra un caffè e una briscola in cinque, quattro vecchietti e il giovane barista si ritrovano a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare sul delitto di una ragazza del luogo. E sotto al giallo, la vita di una provincia ricca che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico.
Forse il giallo non è eccelso, o almeno io avevo capito chi era il colpevole circa a metà del libro, ma i personaggi sono fantastici. Pare di vederseli davanti questi quattro vecchietti, seduti al bar a farsi la briscola e a discutere del delitto della giovane Alina. L'uso delle inflessioni e dei "modi di dire" trasformano il racconto in un affresco realistico e sembra proprio di sentire l'odore del mare e della pineta del litorale toscano. Marco Mavaldi, pisano e di professione chimico (cosa che non può che rendermelo simpatico!) ha pubblicato con la Sellerio tutta la serie delle avventure (4 romanzi) dei vecchietti detective.
Consigliato!
Trovate QUI gli altri consigli della settimana.
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
Colgo l'occasione per comunicarvi che da oggi non sarò sempre presente all'appuntamento del venerdì almeno fino alla metà di settembre. Oltre alle ferie, che però sono ancora lontanucce, si prospetta dalla settimana prossima un marito convalescente da un piccolo intervento! Insomma sommato alle bambine avrò più da fare del solito! Farò il possibile ma non assicuro niente. Ciao, a presto!
lunedì 4 agosto 2014
venerdì 1 agosto 2014
Venerdì del libro - Paradiso amaro, Kaui Hart Hemmings
Carissime, anche questa settimana vi propongo un libro che ho letto un po' di tempo fa.
Si tratta stavolta di Paradiso amaro di Kaui Hart Hemmings, autrice di evidenti origini hawaiane.
E proprio alle Hawaii è ambientato questo libro molto particolare, in cui il dolore viene affrontato da ogni personaggio in modi che inizialmente spiazzano il lettore, ma che, proprio per questo, lo portano a riflettere profondamente sul concetto di perdita.
La trama in breve:
Matt King, discendente di una ricca principessa, era considerato uno degli uomini più ricchi e fortunati delle Hawaii ma ora la sua buona stella sembra avergli voltato le spalle… Sua moglie, la modella Joanie, ha un brutto incidente ed entra in coma. Le sue figlie, Alex e Scottie, si dibattono tra i conflitti dell’adolescenza e un disperato bisogno di attenzione. A peggiorare le cose, una scoperta inaspettata: Joanie aveva un amante. Sembra l’inizio della fine. Invece è una rinascita. Perché Matt, finalmente, si rende conto di aver amato davvero Joanie ed è costretto ad affrontare il suo fallimento di uomo, di marito e di padre: un percorso doloroso ma salvifico.
All'inizio non mi ha fatto un'impressione positiva; mi pareva che il protagonista venisse descritto in modo troppo freddo, quasi asettico. Poi ho capito che, in realtà, quando un lutto coglie così alla sprovvista, la normale reazione di ogni persona è un miscuglio di atteggiamenti razionali e comportamenti insensati. In questo caso un uomo si trova a dover fare i conti con la morte della moglie, con la scoperta che lei aveva un amante e con due figlie di cui non si è mai preso veramente cura. Questo libro mostra su quali cardini si regge una famiglia: ognuno ha il suo ruolo ed ognuno è necessario. Quando un membro viene a mancare, chi rimane deve trovare un nuovo equilibrio prima di ricominciare a vivere. In mezzo a tutto ciò c'è il dolore della perdita, che viene vissuto diversamente da ogni componente, e che non necessariamente è fatto di molte lacrime ma spesso solo di grandi silenzi pieni di memorie.
Consigliato!
PS: dal libro (che in origine aveva anche un titolo diverso) è stato tratto il film con il sempre fico George Clooney come interprete. Io non l'ho visto, e voi?
Si tratta stavolta di Paradiso amaro di Kaui Hart Hemmings, autrice di evidenti origini hawaiane.
E proprio alle Hawaii è ambientato questo libro molto particolare, in cui il dolore viene affrontato da ogni personaggio in modi che inizialmente spiazzano il lettore, ma che, proprio per questo, lo portano a riflettere profondamente sul concetto di perdita.
La trama in breve:
Matt King, discendente di una ricca principessa, era considerato uno degli uomini più ricchi e fortunati delle Hawaii ma ora la sua buona stella sembra avergli voltato le spalle… Sua moglie, la modella Joanie, ha un brutto incidente ed entra in coma. Le sue figlie, Alex e Scottie, si dibattono tra i conflitti dell’adolescenza e un disperato bisogno di attenzione. A peggiorare le cose, una scoperta inaspettata: Joanie aveva un amante. Sembra l’inizio della fine. Invece è una rinascita. Perché Matt, finalmente, si rende conto di aver amato davvero Joanie ed è costretto ad affrontare il suo fallimento di uomo, di marito e di padre: un percorso doloroso ma salvifico.
All'inizio non mi ha fatto un'impressione positiva; mi pareva che il protagonista venisse descritto in modo troppo freddo, quasi asettico. Poi ho capito che, in realtà, quando un lutto coglie così alla sprovvista, la normale reazione di ogni persona è un miscuglio di atteggiamenti razionali e comportamenti insensati. In questo caso un uomo si trova a dover fare i conti con la morte della moglie, con la scoperta che lei aveva un amante e con due figlie di cui non si è mai preso veramente cura. Questo libro mostra su quali cardini si regge una famiglia: ognuno ha il suo ruolo ed ognuno è necessario. Quando un membro viene a mancare, chi rimane deve trovare un nuovo equilibrio prima di ricominciare a vivere. In mezzo a tutto ciò c'è il dolore della perdita, che viene vissuto diversamente da ogni componente, e che non necessariamente è fatto di molte lacrime ma spesso solo di grandi silenzi pieni di memorie.
Consigliato!
PS: dal libro (che in origine aveva anche un titolo diverso) è stato tratto il film con il sempre fico George Clooney come interprete. Io non l'ho visto, e voi?
Giudizio critico: ❀❀❀ e 1/2
venerdì 25 luglio 2014
Venerdì del libro - Gli spiriti non dimenticano, Vittorio Zucconi
Rieccoci all'appuntamento del Venerdì del Libro.
Oggi vi parlerò di uno dei miei libri preferiti: Gli spiriti non dimenticano del giornalista Vittorio Zucconi.
Partendo da un antefatto un pochettino fantasioso (ma glielo concediamo!), l'autore ci racconta la vera storia di Cavallo Pazzo e del suo popolo, i Sioux.
Nella narrazione compaiono molti personaggi che conosciamo bene, protagonisti dell'epopea del Far West e dell'incontro-scontro fra pellerossa ed uomo bianco.
Ovviamente i bianchi non ne escono bene, ma diciamolo, questa è storia no?!
Oltre alle vicende che più o meno tutti conosciamo, viene anche ben descritta la vita quotidiana del popolo Sioux: la caccia al bisonte, i rituali, le superstizioni, le storie d'amore e mille altri particolari interessantissimi.
Insomma un libro tutto da leggere e da gustare fino all'ultima pagina.
Consigliatissimo!
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Trovate gli altri suggerimenti per la lettura QUI!
Alla prossima settimana!
Oggi vi parlerò di uno dei miei libri preferiti: Gli spiriti non dimenticano del giornalista Vittorio Zucconi.
Partendo da un antefatto un pochettino fantasioso (ma glielo concediamo!), l'autore ci racconta la vera storia di Cavallo Pazzo e del suo popolo, i Sioux.
Nella narrazione compaiono molti personaggi che conosciamo bene, protagonisti dell'epopea del Far West e dell'incontro-scontro fra pellerossa ed uomo bianco.
Ovviamente i bianchi non ne escono bene, ma diciamolo, questa è storia no?!
Oltre alle vicende che più o meno tutti conosciamo, viene anche ben descritta la vita quotidiana del popolo Sioux: la caccia al bisonte, i rituali, le superstizioni, le storie d'amore e mille altri particolari interessantissimi.
Insomma un libro tutto da leggere e da gustare fino all'ultima pagina.
Consigliatissimo!
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Trovate gli altri suggerimenti per la lettura QUI!
Alla prossima settimana!
venerdì 18 luglio 2014
Venerdì del libro - L'età dei miracoli, Karen Thompson Walker
Ciao a tutte e benvenute al Venerdì del libro di Homemademamma!
Anche questa settimana rimaniamo sul fantascientifico (se non si era ancora capito è un genere che mi prende parecchio... ;-)) con un libro molto particolare: L'età dei miracoli di Karen Thompson Walker.
La trama in due parole:
Julia vive in California e frequenta la scuola media quando, un giorno, la televisione annuncia che la Terra ha cominciato a girare più lentamente su se stessa. Il fenomeno, che chiamano "il rallentamento", provoca un progressivo aumento della durata delle giornate. Si passa in pochi mesi da 24 a 25 poi 30 ore e il fenomeno progredisce. Non ci sono spiegazioni scientifiche o soluzioni alla Armageddon: è la pura realtà e non rimane altro che accettarla e adattarsi.
Inizialmente i disagi sono pochi, ma più le giornate si allungano più cominciano a insorgere problemi gravi per tutti gli esseri viventi; gli uccelli perdono l'orientamento e muoiono in massa, i cetacei si arenano sulle spiagge, le piante appassiscono e gli essere umani cominciano a soffrire della sindrome da rallentamento: svenimenti, confusione mentale, sofferenza. Con giornate di oltre 30 ore non si può più stare all'aperto perchè si rischiano ustioni gravissime e bisogna decidere su che orario far proseguire le proprie vite. Ufficialmente si continua a programmare le attività sulle 24 ore, quindi si finisce per andare a scuola e al lavoro in piena notte e si cerca di dormire col sole a picco.
In questo contesto, Julia continua a vivere la sua vita di adolescente: c'è il primo amore, sofferto, vissuto e poi perso irrimediabilmente. C'è la famiglia che a sembra sfaldarsi sotto i raggi implacabili di un sole che non tramonta mai. C'è la ricerca di un futuro su una Terra che sembra non avere più un domani.
Sarebbe un libro per ragazzi, ma trovo che sia un libro per tutti. Il cataclisma scientifico cattura l'attenzione: la nostra vita si fonda su principi che diamo per scontati ma che poi scontati non sono, guardiamo solo i mutamenti climatici cosa stanno provocando. La prospettiva di vivere su un pianeta completamente diverso, poco ospitale e con problemi di energia, approvvigionamento idrico e di cibo non è poi un'idea così peregrina, purtroppo. Insomma un libro che fa riflettere molto. Sul nostro mondo e su come la vita, nonostante tutto, vada avanti.
Buona lettura!
Giudizio critico : ❀❀❀❀
Anche questa settimana rimaniamo sul fantascientifico (se non si era ancora capito è un genere che mi prende parecchio... ;-)) con un libro molto particolare: L'età dei miracoli di Karen Thompson Walker.
La trama in due parole:
Julia vive in California e frequenta la scuola media quando, un giorno, la televisione annuncia che la Terra ha cominciato a girare più lentamente su se stessa. Il fenomeno, che chiamano "il rallentamento", provoca un progressivo aumento della durata delle giornate. Si passa in pochi mesi da 24 a 25 poi 30 ore e il fenomeno progredisce. Non ci sono spiegazioni scientifiche o soluzioni alla Armageddon: è la pura realtà e non rimane altro che accettarla e adattarsi.
Inizialmente i disagi sono pochi, ma più le giornate si allungano più cominciano a insorgere problemi gravi per tutti gli esseri viventi; gli uccelli perdono l'orientamento e muoiono in massa, i cetacei si arenano sulle spiagge, le piante appassiscono e gli essere umani cominciano a soffrire della sindrome da rallentamento: svenimenti, confusione mentale, sofferenza. Con giornate di oltre 30 ore non si può più stare all'aperto perchè si rischiano ustioni gravissime e bisogna decidere su che orario far proseguire le proprie vite. Ufficialmente si continua a programmare le attività sulle 24 ore, quindi si finisce per andare a scuola e al lavoro in piena notte e si cerca di dormire col sole a picco.
In questo contesto, Julia continua a vivere la sua vita di adolescente: c'è il primo amore, sofferto, vissuto e poi perso irrimediabilmente. C'è la famiglia che a sembra sfaldarsi sotto i raggi implacabili di un sole che non tramonta mai. C'è la ricerca di un futuro su una Terra che sembra non avere più un domani.
Sarebbe un libro per ragazzi, ma trovo che sia un libro per tutti. Il cataclisma scientifico cattura l'attenzione: la nostra vita si fonda su principi che diamo per scontati ma che poi scontati non sono, guardiamo solo i mutamenti climatici cosa stanno provocando. La prospettiva di vivere su un pianeta completamente diverso, poco ospitale e con problemi di energia, approvvigionamento idrico e di cibo non è poi un'idea così peregrina, purtroppo. Insomma un libro che fa riflettere molto. Sul nostro mondo e su come la vita, nonostante tutto, vada avanti.
Buona lettura!
Giudizio critico : ❀❀❀❀
venerdì 11 luglio 2014
Venerdì del libro - Non lasciarmi, Kazuo Ishiguro
Benvenute all'appuntamento settimanale col Venerdì del libro ideato da Homemademamma.
Questa settimana vorrei parlarvi di un romanzo che ho appena finito di leggere: Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro.
Guardate, inizialmente avevo pensato di non prenderlo nemmeno in esame perché, a conti fatti, non ne sono rimasta certo folgorata, ma .... ma, mi sono resa conto che non riesco a togliermelo dalla testa. Quindi questo deve voler dire qualcosa no?!
L'argomento è molto particolare, pare che si definisca "romanzo ucronico" ovvero un romanzo fantastico nel quale la storia contemporanea ha degli sviluppi diversi da quelli reali.
Nel mondo raccontato dall'autore, dopo la seconda guerra mondiale, l'umanità ha trovato un modo molto semplice per curare le malattie più gravi: creare cloni la cui esistenza è unicamente destinata alla donazione di organi fino al "completamento del ciclo".
Quindi, voi penserete, siamo nella fantascienza più pura. Ma diciamo pure che la fantascienza finisce qui. Il romanzo narra la vita di tre di questi cloni, Katy, Ruth e Tommy, che, come tutti gli altri (ma si capisce solo man mano) vengono allevati isolati dal mondo in finte scuole come Hailsham, quella frequentata dai protagonisti, dalla nascita fino ai 16 anni. Durante tutto questo tempo a queste "creature" viene detto e non detto, viene spiegato delle donazioni e del periodo precedente in cui saranno assistenti di altri donatori.
Il significato vero del romanzo, secondo me, si compie nelle ultimissime pagine. Per tutta la narrazione, fatta dalla voce di Katy, viene raccontata la vita dei cloni dal loro punto di vista; i tre protagonisti sono amici fin dall'infanzia e quello che li unisce è uno strano miscuglio di amicizia, amore, gelosia, invidia. Loro si sentono persone a tutti gli effetti (e perché mai non dovrebbero esserlo?) ma la cosa che stupisce è che non hanno aneliti di ribellione. Insomma se noi sapessimo che il nostro destino è donare organi fino alla morte e basta faremmo di tutto per fuggire, sparire, vivere una vita normale. Loro no. Nessuno si sottrae al suo destino, lo trovano normale. Molti affrettano le donazioni per compiere prima il ciclo. Solo Tommy è diverso; diverso da sempre, si pone domande sulla sua vera identità e alla fine affronta insieme a Katy il confronto finale col mondo degli umani veri.
Non voglio dire di più perché vi rovinerei la lettura, ma da questo confronto finale vengono fuori degli interrogativi interessanti e che, suppongo volutamente, l'autore non risolve completamente. Immagino che spetti al lettore dare la sua interpretazione. E' per questo che non riesco a togliermelo dalla testa, mi sorprendo a fare ipotesi sul significato di questa o quella frase e della scena finale.
Per quanto riguarda lo stile è molto scorrevole e, anche se la narrazione a tratti è un po' lenta e la protagonista si perde in mille parentesi, si lascia leggere bene.
In conclusione mi piacerebbe che qualcuna di voi lo leggesse o se qualcuna l'ha già letto mi piacerebbe sapere la sua opinione.
In definitiva non è un romanzo epocale ma, partendo da questa premessa, consiglio comunque di leggerlo!
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
Questa settimana vorrei parlarvi di un romanzo che ho appena finito di leggere: Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro.
Guardate, inizialmente avevo pensato di non prenderlo nemmeno in esame perché, a conti fatti, non ne sono rimasta certo folgorata, ma .... ma, mi sono resa conto che non riesco a togliermelo dalla testa. Quindi questo deve voler dire qualcosa no?!
L'argomento è molto particolare, pare che si definisca "romanzo ucronico" ovvero un romanzo fantastico nel quale la storia contemporanea ha degli sviluppi diversi da quelli reali.
Nel mondo raccontato dall'autore, dopo la seconda guerra mondiale, l'umanità ha trovato un modo molto semplice per curare le malattie più gravi: creare cloni la cui esistenza è unicamente destinata alla donazione di organi fino al "completamento del ciclo".
Quindi, voi penserete, siamo nella fantascienza più pura. Ma diciamo pure che la fantascienza finisce qui. Il romanzo narra la vita di tre di questi cloni, Katy, Ruth e Tommy, che, come tutti gli altri (ma si capisce solo man mano) vengono allevati isolati dal mondo in finte scuole come Hailsham, quella frequentata dai protagonisti, dalla nascita fino ai 16 anni. Durante tutto questo tempo a queste "creature" viene detto e non detto, viene spiegato delle donazioni e del periodo precedente in cui saranno assistenti di altri donatori.
Il significato vero del romanzo, secondo me, si compie nelle ultimissime pagine. Per tutta la narrazione, fatta dalla voce di Katy, viene raccontata la vita dei cloni dal loro punto di vista; i tre protagonisti sono amici fin dall'infanzia e quello che li unisce è uno strano miscuglio di amicizia, amore, gelosia, invidia. Loro si sentono persone a tutti gli effetti (e perché mai non dovrebbero esserlo?) ma la cosa che stupisce è che non hanno aneliti di ribellione. Insomma se noi sapessimo che il nostro destino è donare organi fino alla morte e basta faremmo di tutto per fuggire, sparire, vivere una vita normale. Loro no. Nessuno si sottrae al suo destino, lo trovano normale. Molti affrettano le donazioni per compiere prima il ciclo. Solo Tommy è diverso; diverso da sempre, si pone domande sulla sua vera identità e alla fine affronta insieme a Katy il confronto finale col mondo degli umani veri.
Non voglio dire di più perché vi rovinerei la lettura, ma da questo confronto finale vengono fuori degli interrogativi interessanti e che, suppongo volutamente, l'autore non risolve completamente. Immagino che spetti al lettore dare la sua interpretazione. E' per questo che non riesco a togliermelo dalla testa, mi sorprendo a fare ipotesi sul significato di questa o quella frase e della scena finale.
Per quanto riguarda lo stile è molto scorrevole e, anche se la narrazione a tratti è un po' lenta e la protagonista si perde in mille parentesi, si lascia leggere bene.
In conclusione mi piacerebbe che qualcuna di voi lo leggesse o se qualcuna l'ha già letto mi piacerebbe sapere la sua opinione.
In definitiva non è un romanzo epocale ma, partendo da questa premessa, consiglio comunque di leggerlo!
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
venerdì 4 luglio 2014
Venerdì del libro - Volevo solo averti accanto, Ronald H. Balson
Saltato l'appuntamento di venerdì scorso per cause di forza maggiore, oggi vi vorrei proporre questo libro, anche recente, che ho letto la primavera scorsa.
Il suggerimento mi è arrivato dalla maestra d'asilo di mia figlia e devo dire che, nonostante avessi qualche dubbio, mi è piaciuto molto. In effetti da un po' di anni evito i libri che parlano dell'olocausto. Non ce la faccio proprio a leggere di tutte le violenze, i soprusi, le angherie di ogni sorta che vennero inflitte agli ebrei e non. Insomma da quando sono mamma non sopporto più un certo tipo di violenza.
Ma, questo libro, pur trattando l'argomento, lo prende da un'angolazione diversa e narra una storia che non siamo soliti ascoltare: coloro che fino all'ultimo sono riusciti a sfuggire ai lager.
La trama è la seguente:
È la sera della prima al grande teatro dell’Opera di Chicago. Morbide stole e sete fruscianti si scostano per far largo al vecchio Elliot Rosenzweig, il più ricco e importante mecenate della città. All’improvviso tra la folla appare un uomo anziano in uno smoking fuori moda. Tra le mani stringe convulsamente una pistola che punta alla testa di Rosenzweig. La voce trema per la rabbia, ma lo sguardo è risoluto quando lo accusa di essere in realtà Otto Piatek, il Macellaio di Zamosc, feroce criminale nazista. Ma nessuno sparo riecheggia tra i cristalli e gli specchi del sontuoso atrio. E Ben Solomon, un ebreo scampato ai campi di sterminio, viene atterrato dalla sicurezza e trascinato in prigione. Nessuno crede alle sue accuse, nessuno vuole ascoltarlo. Tranne Catherine Lockhart, una giovane avvocatessa alle prese con una scelta difficile della sua vita. Catherine conosce l’Olocausto esclusivamente dai libri di scuola, eppure solo lei riesce a leggere la forza della verità negli occhi velati di Ben, solo lei è disposta ad ascoltare la sua storia. Una storia che la porta a un freddo inverno nella Polonia degli anni Trenta, a un bambino tedesco tremante e con le scarpe di cartone che viene accolto e curato come un figlio nella ricca casa della famiglia ebrea dei Solomon. Ma anche agli occhi ambrati di una ragazza coraggiosa e a una storia di amore, amicizia e gelosia che affonda le radici del suo segreto in un passato tragico.
insomma, diciamolo, un romanzo non certo spensierato ma veramente bello e ben scritto
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
Il suggerimento mi è arrivato dalla maestra d'asilo di mia figlia e devo dire che, nonostante avessi qualche dubbio, mi è piaciuto molto. In effetti da un po' di anni evito i libri che parlano dell'olocausto. Non ce la faccio proprio a leggere di tutte le violenze, i soprusi, le angherie di ogni sorta che vennero inflitte agli ebrei e non. Insomma da quando sono mamma non sopporto più un certo tipo di violenza.
Ma, questo libro, pur trattando l'argomento, lo prende da un'angolazione diversa e narra una storia che non siamo soliti ascoltare: coloro che fino all'ultimo sono riusciti a sfuggire ai lager.
La trama è la seguente:
È la sera della prima al grande teatro dell’Opera di Chicago. Morbide stole e sete fruscianti si scostano per far largo al vecchio Elliot Rosenzweig, il più ricco e importante mecenate della città. All’improvviso tra la folla appare un uomo anziano in uno smoking fuori moda. Tra le mani stringe convulsamente una pistola che punta alla testa di Rosenzweig. La voce trema per la rabbia, ma lo sguardo è risoluto quando lo accusa di essere in realtà Otto Piatek, il Macellaio di Zamosc, feroce criminale nazista. Ma nessuno sparo riecheggia tra i cristalli e gli specchi del sontuoso atrio. E Ben Solomon, un ebreo scampato ai campi di sterminio, viene atterrato dalla sicurezza e trascinato in prigione. Nessuno crede alle sue accuse, nessuno vuole ascoltarlo. Tranne Catherine Lockhart, una giovane avvocatessa alle prese con una scelta difficile della sua vita. Catherine conosce l’Olocausto esclusivamente dai libri di scuola, eppure solo lei riesce a leggere la forza della verità negli occhi velati di Ben, solo lei è disposta ad ascoltare la sua storia. Una storia che la porta a un freddo inverno nella Polonia degli anni Trenta, a un bambino tedesco tremante e con le scarpe di cartone che viene accolto e curato come un figlio nella ricca casa della famiglia ebrea dei Solomon. Ma anche agli occhi ambrati di una ragazza coraggiosa e a una storia di amore, amicizia e gelosia che affonda le radici del suo segreto in un passato tragico.
insomma, diciamolo, un romanzo non certo spensierato ma veramente bello e ben scritto
Giudizio critico : ❀❀❀❀❀
venerdì 20 giugno 2014
Venerdì del libro - Player One, Ernest Cline
Bentornate al secondo appuntamento del Venerdì del libro ideato da Homemademamma.
Oggi vorrei parlare di un romanzo che ho letto di recente, Player One di Ernest Cline. Esordisco dicendo che l'ho letto, ho capito quasi tutti i riferimenti, ma decisamente mi sono sentita fuori tempo massimo per questo libro. Il che è anche strano perché i riferimenti sono tutti centrati sugli anni '80 e, ok, non ero proprio un'adolescente ero un po' più piccola, ma li ho vissuti e tante cose le ricordo.
Però insomma non ero una bimba da Commodore ... ero più una da bici e corsa nel prato!
Quindi ecco perché l'ho trovato anche carino, ma un po' fuori dal mio target.
Per farvi capire meglio cerco di spiegarvi un po' la trama.
Il futuro è orribile: guerre, carestie e sconvolgimenti climatici hanno trasformato il mondo in un gran brutto posto per vivere. Wade ha 18 anni e vive da povero in un "campo" di container come la maggioranza della popolazione. L'unica via di fuga per tutti è OASIS, una realtà virtuale dove si va' a scuola, si lavora, si fa tutto quello che nella realtà non è possibile fare. L'umanità intera vive solo su OASIS. Un giorno però, James Halliday, il geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. Lascia però un dono: una gara, composta da enigmi; chi la vincerà erediterà OASIS e l'enorme fortuna di Halliday. Nel corso della gara Wade, che risolve il primo enigma, e gli altri 4 ragazzi concorrenti devono fare i conti con una multinazionale senza scrupoli che, pur di possedere OASIS, non ci va' tanto per il sottile.
Questa è la trama per sommi capi. La cosa interessante è che la gara è completamente basata sulla conoscenza maniacale degli anni '80, a partire dai film, per continuare con i cartoni e soprattutto dei giochi elettronici dell'epoca. Per capirci il Pac-Man e tutti quei giochi che trovavamo nelle sale giochi della nostra infanzia, prima che arrivasse la wii, xbox, playstation ecc... ecc...
Facendo qualche ricerca online ho saputo che l'autore è un superfanatico degli anni '80 e quindi ecco spiegato l'arcano.
Insomma la storia è forse più adatta ad un pubblico giovane che però, secondo me, non ci capirebbe niente di niente! Quindi no, la storia è per noi degli anni '80, ma solo se siamo stati un po' nerd e computer-dipendenti!
Oggi vorrei parlare di un romanzo che ho letto di recente, Player One di Ernest Cline. Esordisco dicendo che l'ho letto, ho capito quasi tutti i riferimenti, ma decisamente mi sono sentita fuori tempo massimo per questo libro. Il che è anche strano perché i riferimenti sono tutti centrati sugli anni '80 e, ok, non ero proprio un'adolescente ero un po' più piccola, ma li ho vissuti e tante cose le ricordo.
Però insomma non ero una bimba da Commodore ... ero più una da bici e corsa nel prato!
Quindi ecco perché l'ho trovato anche carino, ma un po' fuori dal mio target.
Per farvi capire meglio cerco di spiegarvi un po' la trama.
Il futuro è orribile: guerre, carestie e sconvolgimenti climatici hanno trasformato il mondo in un gran brutto posto per vivere. Wade ha 18 anni e vive da povero in un "campo" di container come la maggioranza della popolazione. L'unica via di fuga per tutti è OASIS, una realtà virtuale dove si va' a scuola, si lavora, si fa tutto quello che nella realtà non è possibile fare. L'umanità intera vive solo su OASIS. Un giorno però, James Halliday, il geniale creatore di OASIS, muore senza eredi. Lascia però un dono: una gara, composta da enigmi; chi la vincerà erediterà OASIS e l'enorme fortuna di Halliday. Nel corso della gara Wade, che risolve il primo enigma, e gli altri 4 ragazzi concorrenti devono fare i conti con una multinazionale senza scrupoli che, pur di possedere OASIS, non ci va' tanto per il sottile.
Questa è la trama per sommi capi. La cosa interessante è che la gara è completamente basata sulla conoscenza maniacale degli anni '80, a partire dai film, per continuare con i cartoni e soprattutto dei giochi elettronici dell'epoca. Per capirci il Pac-Man e tutti quei giochi che trovavamo nelle sale giochi della nostra infanzia, prima che arrivasse la wii, xbox, playstation ecc... ecc...
Facendo qualche ricerca online ho saputo che l'autore è un superfanatico degli anni '80 e quindi ecco spiegato l'arcano.
Insomma la storia è forse più adatta ad un pubblico giovane che però, secondo me, non ci capirebbe niente di niente! Quindi no, la storia è per noi degli anni '80, ma solo se siamo stati un po' nerd e computer-dipendenti!
Giudizio critico : ❀❀❀
venerdì 13 giugno 2014
Venerdì del libro - La ragazza fantasma, Sophie Kinsella
Era già un po' di tempo che ci pensavo, avevo visto questa bella iniziativa sul blog di Maris e mi ripromettevo sempre di partecipare pure io che, diciamolo, i libri li divoro ... poi da quando ho il Kobo ... beh è quasi una cosa compulsiva!
Insomma, complice l'estate, le bimbe in vacanza ecc... ecc... oggi mi decido a fare il primo passo.
Dunque il libro di cui voglio parlare è l'ultimo che ho letto in ordine di tempo: La ragazza fantasma di Sophie Kinsella.
Autrice molto famosa al "botteghino" per la serie "I love shopping", di cui però non avevo mai letto nulla. Diciamolo: non mi sembrava proprio il mio genere.
Poi questo libro me lo hanno regalato e avevo proprio voglia di una storia romantica a lieto fine.
Bene, sono stata accontentata.
Insomma non si tratta certo di un testo indimenticabile che rimarrà negli annali, ma la storia è godibile, ben scritta, molto scorrevole e alla fine incuriosisce anche perchè tutta la faccenda non è per nulla scontata. Insomma un'idea abbastanza originale che ti permettere di trascorrere alcune ore in una lettura rilassata e divertente.
Tutto sommato lo consiglio per un periodo in cui si cerca una storia non impegnativa abbinata ad una bella scrittura fluida.
Un breve accenno alla trama:
"Lara ha 27 anni e la sua vita sta andando a rotoli: il fidanzato l'ha lasciata per email, il lavoro è una catastrofe, la famiglia la assilla. Un giorno si reca al funerale della semisconosciuta zia 105enne e lì, all'improvviso, le appare il fantasma di una ragazza che le urla a squarciagola di trovare la sua collana! Con questo apparizione si scatena una serie di eventi imprevedibili e la vita di Lara viene stravolta da questa capricciosa e stravagante ragazza fantasma, vestita anni venti e desiderosa di ballare il charleston e di bere champagne."
Il resto lo lascio a voi!
Buona lettura!
Giudizio critico: ❀❀❀ e 1/2
Insomma, complice l'estate, le bimbe in vacanza ecc... ecc... oggi mi decido a fare il primo passo.
Dunque il libro di cui voglio parlare è l'ultimo che ho letto in ordine di tempo: La ragazza fantasma di Sophie Kinsella.
Autrice molto famosa al "botteghino" per la serie "I love shopping", di cui però non avevo mai letto nulla. Diciamolo: non mi sembrava proprio il mio genere.
Poi questo libro me lo hanno regalato e avevo proprio voglia di una storia romantica a lieto fine.
Bene, sono stata accontentata.
Insomma non si tratta certo di un testo indimenticabile che rimarrà negli annali, ma la storia è godibile, ben scritta, molto scorrevole e alla fine incuriosisce anche perchè tutta la faccenda non è per nulla scontata. Insomma un'idea abbastanza originale che ti permettere di trascorrere alcune ore in una lettura rilassata e divertente.
Tutto sommato lo consiglio per un periodo in cui si cerca una storia non impegnativa abbinata ad una bella scrittura fluida.
Un breve accenno alla trama:
"Lara ha 27 anni e la sua vita sta andando a rotoli: il fidanzato l'ha lasciata per email, il lavoro è una catastrofe, la famiglia la assilla. Un giorno si reca al funerale della semisconosciuta zia 105enne e lì, all'improvviso, le appare il fantasma di una ragazza che le urla a squarciagola di trovare la sua collana! Con questo apparizione si scatena una serie di eventi imprevedibili e la vita di Lara viene stravolta da questa capricciosa e stravagante ragazza fantasma, vestita anni venti e desiderosa di ballare il charleston e di bere champagne."
Il resto lo lascio a voi!
Buona lettura!
Giudizio critico: ❀❀❀ e 1/2
martedì 27 maggio 2014
Fiori sulle tegole e cuori sulla tavola!
Domenica 18 la mia Tata ha fatto la Prima Comunione.
Inutile dire che ho cominciato a organizzare tutta la "faccenda" diversi mesi fa.
Nella fattispecie ho deciso di fare io le bomboniere e, pensa che te pensa, alla fine ho optato per delle tegoline decorate col decoupage con una fantasia di fiori.
Non so cosa ne pensiate voi, ma io sono soddisfattissima del risultato, considerando anche che era la prima volta che mi cimentavo nell'arte del decoupage.
Siccome erano per una bimba ho voluto farle colorate e di tre fantasie diverse: una rosa con i tulipani, una gialla con fiori bianchi e gialli ed una avorio con i bucaneve. I sacchettini portaconfetti li ho acquistati arancioni e gialli, i confetti erano a cuore e multicolori.
Infine le ho sistemate in una bella cesta che avevo adornato con nastri di raso gialli e arancioni
All'ultimo momento ho deciso di fare in casa anche i segnaposto da portare al ristorante. Siccome avevo fretta e mi serviva un'idea abbastanza veloce ho realizzato dei cuoricini di pasta di sale sui quali ho inciso l'iniziale della festeggiata
una volta cotti (santo cielo, devo aver speso un patrimonio di corrente!!) li ho dipinti con colori acrilici e lacca trasparente impermeabilizzante ed infine ho applicato un nastrino di raso bianco
Sul tavolo facevano la loro figura!
Insomma due idee che richiedono un po' di manodopera, ma che permettono di risparmiare sulle spese del festeggiamento.
Ciao a tutte, spero che vi siano piaciute!!
Inutile dire che ho cominciato a organizzare tutta la "faccenda" diversi mesi fa.
Nella fattispecie ho deciso di fare io le bomboniere e, pensa che te pensa, alla fine ho optato per delle tegoline decorate col decoupage con una fantasia di fiori.
Non so cosa ne pensiate voi, ma io sono soddisfattissima del risultato, considerando anche che era la prima volta che mi cimentavo nell'arte del decoupage.
Siccome erano per una bimba ho voluto farle colorate e di tre fantasie diverse: una rosa con i tulipani, una gialla con fiori bianchi e gialli ed una avorio con i bucaneve. I sacchettini portaconfetti li ho acquistati arancioni e gialli, i confetti erano a cuore e multicolori.
Infine le ho sistemate in una bella cesta che avevo adornato con nastri di raso gialli e arancioni
All'ultimo momento ho deciso di fare in casa anche i segnaposto da portare al ristorante. Siccome avevo fretta e mi serviva un'idea abbastanza veloce ho realizzato dei cuoricini di pasta di sale sui quali ho inciso l'iniziale della festeggiata
una volta cotti (santo cielo, devo aver speso un patrimonio di corrente!!) li ho dipinti con colori acrilici e lacca trasparente impermeabilizzante ed infine ho applicato un nastrino di raso bianco
Sul tavolo facevano la loro figura!
Insomma due idee che richiedono un po' di manodopera, ma che permettono di risparmiare sulle spese del festeggiamento.
Ciao a tutte, spero che vi siano piaciute!!
giovedì 22 maggio 2014
Più di ieri, meno di domani
"Meglio essere in due che uno solo, perché due hanno un miglior compenso nella fatica. Infatti, se vengono a cadere, l'uno rialza l'altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi. Inoltre, se due dormono insieme, si possono riscaldare; ma uno solo come fa a riscaldarsi? Se uno aggredisce, in due gli possono resistere e una corda a tre capi non si rompe tanto presto."
(Qoèlet - 4,9-12)
Tanti auguri amore mio perché 10 anni fa abbiamo fatto una delle cose migliori delle nostre vite: le abbiamo unite.
mercoledì 19 marzo 2014
Tag Book-Cake
Sul blog della carissima Maris, ho trovato questo giochino molto carino e, visto che Maris condivide i suoi premi con tutti coloro che la seguono, mi sono sentita autorizzata a farlo mio e a trasportarlo sul mio blog.
Allora, in soldoni il gioco consiste nel parlare di libri sotto forma di ingredienti per un dolce.
Cominciamo!
Et voilà la torta è pronta e servita!!!
Allora, in soldoni il gioco consiste nel parlare di libri sotto forma di ingredienti per un dolce.
Cominciamo!
1) FARINA
Un libro dall'inizio un po' lento ma che si è ripreso proseguendo la lettura:
Il nome della rosa di Umberto Eco
2) BURRO
Un libro con una grande e ricca storia:
Mystic River di Dennis Lehane
3) UOVA
Un libro che pensavi che sarebbe stato brutto ma che in realtà ti è piaciuto:
Perchè i pesci non affoghino di Amy Tan
4) ZUCCHERO
Un libro dolce come lo zucchero:
La lettera d'amore di Catherine Schine
5) ICING
Un libro che ha racchiuso tutto quello che ami in un racconto (momenti divertenti, azione, momenti tristi, ecc..)
La ragazza delle arance di Jostein Gaardner
6) CONFETTI
Una serie alla quale ritorni quando ti senti giù:
Harry Potter di J.K. Rowling
7) LA CILIEGINA SULLA TORTA
Il tuo libro preferito di quest'anno finora:
Volevo solo averti accanto di Ronald H. Balson
Et voilà la torta è pronta e servita!!!
giovedì 6 marzo 2014
La sfilata di Carnevale
L'altro giorno, martedì grasso, la Piccola Pulce ha preso parte all'ultima recita (purtroppo) dell'asilo: la sfilata di Carnevale.
Visto che quest'anno il tema educativo vede il "castello" come sfondo fantastico è inutile dire che i costumi erano tutti inerenti il tema del castello. Quindi c'era la strega, narratrice della storia, il re, la regina, le dame, i cavalieri, le guardie ecc... La Piccola Pulce faceva la sbandieratrice e, oltre a denotare un certo talento nel maneggiare lo stendardo, era carinissima nel suo costumino bicolore fatto con la carta crespa (che artiste che sono quelle maestre!).
Dopo la sfilata i bambini cantano alcune canzoncine, sempre vicine all'argomento, ed è proprio su una di queste canzoncine che voglio attirare la vostra attenzione. Chiaro che in questi casi si va' sempre a pescare nel repertorio dello Zecchino d'Oro; stavolta la canzone in questione è "La guerra dei mutandoni". I bambini l'hanno cantata benissimo ed il trasporto con cui cantavano "no" alla guerra era di una tenerezza infinita.
Sono due giorni che non faccio che ripetermi che il mondo dovrebbe essere governato dai bambini: per loro è talmente evidente che le guerre non servono a niente e portano solo dolore che davvero ci si chiede con che cervello noi adulti ci finiamo sempre dentro ... anche se "tutti alla fine perdono, tutti alla fine piangono"...
Quindi oggi vi faccio omaggio di questa bella canzoncina per ricordarci che
"bisogna che nel mondo s'impari a dire no!"
La guerra dei mutandoni
Visto che quest'anno il tema educativo vede il "castello" come sfondo fantastico è inutile dire che i costumi erano tutti inerenti il tema del castello. Quindi c'era la strega, narratrice della storia, il re, la regina, le dame, i cavalieri, le guardie ecc... La Piccola Pulce faceva la sbandieratrice e, oltre a denotare un certo talento nel maneggiare lo stendardo, era carinissima nel suo costumino bicolore fatto con la carta crespa (che artiste che sono quelle maestre!).
Dopo la sfilata i bambini cantano alcune canzoncine, sempre vicine all'argomento, ed è proprio su una di queste canzoncine che voglio attirare la vostra attenzione. Chiaro che in questi casi si va' sempre a pescare nel repertorio dello Zecchino d'Oro; stavolta la canzone in questione è "La guerra dei mutandoni". I bambini l'hanno cantata benissimo ed il trasporto con cui cantavano "no" alla guerra era di una tenerezza infinita.
Sono due giorni che non faccio che ripetermi che il mondo dovrebbe essere governato dai bambini: per loro è talmente evidente che le guerre non servono a niente e portano solo dolore che davvero ci si chiede con che cervello noi adulti ci finiamo sempre dentro ... anche se "tutti alla fine perdono, tutti alla fine piangono"...
Quindi oggi vi faccio omaggio di questa bella canzoncina per ricordarci che
"bisogna che nel mondo s'impari a dire no!"
La guerra dei mutandoni
Guidobaldo, dei Baldoni,
il marchese di Belmonte,
è arrabbiato col visconte
Passepartout de Champignon.
il marchese di Belmonte,
è arrabbiato col visconte
Passepartout de Champignon.
I suoi panni ad asciugare,
gli nascondono il tramonto,
“Non sopporto questo affronto!”
Il marchese manda a dir.
gli nascondono il tramonto,
“Non sopporto questo affronto!”
Il marchese manda a dir.
“Non sopporto questo affronto!”
Il marchese manda a dir.
Il marchese manda a dir.
Ma il visconte a lui risponde:
“Stenderò quando mi pare
se il tramonto vuoi guardare
sulla torre puoi andar!”
“Stenderò quando mi pare
se il tramonto vuoi guardare
sulla torre puoi andar!”
Nessun cede allora è guerra,
i due eserciti schierati
ma ad un tratto fra i soldati
una voce salta su:
i due eserciti schierati
ma ad un tratto fra i soldati
una voce salta su:
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Eh no! Eh no!
Eh no! Eh no!
Eh no! Eh no!
“Mentre noi ci busseremo
con i pugni e gli spintoni,
lui non sposta i mutandoni,
l’altro non fa un passo in piu’.
con i pugni e gli spintoni,
lui non sposta i mutandoni,
l’altro non fa un passo in piu’.
Ed allora ogni soldato
giocherà a rubabandiera
così ognuno questa sera
dai suoi cari tornerà.
giocherà a rubabandiera
così ognuno questa sera
dai suoi cari tornerà.
così ognuno questa sera
dai suoi cari tornerà.
dai suoi cari tornerà.
Il marchese è qua stupito,
stupefatto è là il visconte
Nella piana di Belmonte
questa guerra non si fa.
stupefatto è là il visconte
Nella piana di Belmonte
questa guerra non si fa.
Danno ordini arrabbiati
con tamburi e con fanfare
ma son lì tutti a giocare
e la guerra non si fa.
con tamburi e con fanfare
ma son lì tutti a giocare
e la guerra non si fa.
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
La guerra proprio no!
Tutti alla fine perdono,
tutti alla fine piangono.
Eh no! Eh no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
La guerra proprio no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Bisogna che nel mondo
si impari a dire no!
Eh no! Eh no!
Eh no! Eh no!
Eh no! Eh no!
giovedì 13 febbraio 2014
Quando nascere è un lusso
Oggi sono davvero arrabbiata. Non solo arrabbiata ... ma delusa, avvilita e sconfortata.
Per chiarirvi la faccenda faccio una piccolo quadro della situazione. Noi "quasi montanari" viviamo, come sapete, in un paese dell'Appennino a 60km dalla città più vicina. Fin dal secolo scorso nella nostra valle c'è sempre stato un ospedale; piccolo, diciamo a modo suo incompleto e pieno di difetti, ma c'è sempre stato. E in questo piccolo ospedale in mezzo ai monti si nasceva ... generazioni di "quasi montanari" sono nati in quell'ospedale. Poi, alcuni anni fa, qualcuno si è accorto che il piccolo ospedale era vecchio e scomodo e ne hanno costruito uno nuovo. Tutti i "quasi montanari" hanno gioito per il nuovo grande ospedale, bello comodo e che prometteva di essere pieno di servizi.
Ma il nostro Paese va' male, gente, e questo lo sappiamo tutti. Ciò, in soldoni, vuol dire che a pagare il prezzo più caro debbano essere sempre i più deboli e disagiati. Così, da venerdì 14 febbraio (che ironia, proprio il giorno di S. Valentino...) il punto nascita del nuovo ospedale verrà chiuso. Per sempre.
Così i "piccoli quasi montanari" dovranno andare a nascere a Bologna, dove le maternità sono già oberate di lavoro, ma chissenefrega, meglio chiudere un piccolo centro che però raccoglie tutta la vallata del Reno, dove addirittura si partorisce in acqua, dove si fanno corsi preparto in acqua termale e dove si fanno corsi postparto di massaggio del bambino. Meglio fa sparire tutto questo, tanto a che serve?
Tanto chissenefrega di quattro montanare che possono anche muovere il culo, salire in macchina e farsi 60 km di strada piena di curve e buche magari con le doglie in atto, magari con la paura di partorire e metà strada, magari con l'angoscia perché sanno di aver bisogno di una flebo d'antibiotico.
Oh, ma l'Ausl ha tirato fuori dal cappello una soluzione "all'italiana": pagherà (se poi sarà vero!) il soggiorno in residence a Bologna alle madri a fine termine.... Scusate ma c'è qualcosa che mi sfugge in questo ragionamento .... ah ecco cos'è: ma non dovevano risparmiare??
Poi scusate, ma a me pare che la proposta (mi auguro, almeno, fatta da un uomo) è di una mancanza di rispetto spaventosa: ma secondo voi una donna, vicina al parto, deve essere costretta a fare fagotto e ad andare in un residence ad aspettare delle doglie che chissà quando si presenteranno? Senza considerare che un sacco di bambini non nascono a fine termine; che ne diciamo dei prematuri o di quelli che nascono anche due settimane dopo?
Insomma amiche questa cosa mi sconforta riguardo il futuro che questo Paese può offrire alle mie bambine. Come posso dire loro che vale ancora la pena lottare per migliorare le cose, quando la nostra valle è destinata a morire molto prima che loro diventino adulte? Come posso esimermi dal dire loro di fuggire via, lontano da tutto questo fallimento, da un futuro che viene loro portato via prima ancora che inizino a pensarci? Come posso non fare a meno di pensare che, forse, quello che ci attende dietro l'angolo è una vecchia valigia di cartone....
Per chiarirvi la faccenda faccio una piccolo quadro della situazione. Noi "quasi montanari" viviamo, come sapete, in un paese dell'Appennino a 60km dalla città più vicina. Fin dal secolo scorso nella nostra valle c'è sempre stato un ospedale; piccolo, diciamo a modo suo incompleto e pieno di difetti, ma c'è sempre stato. E in questo piccolo ospedale in mezzo ai monti si nasceva ... generazioni di "quasi montanari" sono nati in quell'ospedale. Poi, alcuni anni fa, qualcuno si è accorto che il piccolo ospedale era vecchio e scomodo e ne hanno costruito uno nuovo. Tutti i "quasi montanari" hanno gioito per il nuovo grande ospedale, bello comodo e che prometteva di essere pieno di servizi.
Ma il nostro Paese va' male, gente, e questo lo sappiamo tutti. Ciò, in soldoni, vuol dire che a pagare il prezzo più caro debbano essere sempre i più deboli e disagiati. Così, da venerdì 14 febbraio (che ironia, proprio il giorno di S. Valentino...) il punto nascita del nuovo ospedale verrà chiuso. Per sempre.
Così i "piccoli quasi montanari" dovranno andare a nascere a Bologna, dove le maternità sono già oberate di lavoro, ma chissenefrega, meglio chiudere un piccolo centro che però raccoglie tutta la vallata del Reno, dove addirittura si partorisce in acqua, dove si fanno corsi preparto in acqua termale e dove si fanno corsi postparto di massaggio del bambino. Meglio fa sparire tutto questo, tanto a che serve?
Tanto chissenefrega di quattro montanare che possono anche muovere il culo, salire in macchina e farsi 60 km di strada piena di curve e buche magari con le doglie in atto, magari con la paura di partorire e metà strada, magari con l'angoscia perché sanno di aver bisogno di una flebo d'antibiotico.
Oh, ma l'Ausl ha tirato fuori dal cappello una soluzione "all'italiana": pagherà (se poi sarà vero!) il soggiorno in residence a Bologna alle madri a fine termine.... Scusate ma c'è qualcosa che mi sfugge in questo ragionamento .... ah ecco cos'è: ma non dovevano risparmiare??
Poi scusate, ma a me pare che la proposta (mi auguro, almeno, fatta da un uomo) è di una mancanza di rispetto spaventosa: ma secondo voi una donna, vicina al parto, deve essere costretta a fare fagotto e ad andare in un residence ad aspettare delle doglie che chissà quando si presenteranno? Senza considerare che un sacco di bambini non nascono a fine termine; che ne diciamo dei prematuri o di quelli che nascono anche due settimane dopo?
Insomma amiche questa cosa mi sconforta riguardo il futuro che questo Paese può offrire alle mie bambine. Come posso dire loro che vale ancora la pena lottare per migliorare le cose, quando la nostra valle è destinata a morire molto prima che loro diventino adulte? Come posso esimermi dal dire loro di fuggire via, lontano da tutto questo fallimento, da un futuro che viene loro portato via prima ancora che inizino a pensarci? Come posso non fare a meno di pensare che, forse, quello che ci attende dietro l'angolo è una vecchia valigia di cartone....
lunedì 10 febbraio 2014
Una domenica col lupo
Dando una "verve" inusuale alle nostre domeniche, ieri siamo andati a teatro.
All'asilo della Piccola Pulce si era organizzata da tempo questa specie di "uscita didattica con famiglia", quindi ieri pomeriggio siamo saliti tutti e quattro sul pulmino, insieme agli altri genitori, e ci siamo messi in cammino, direzione Bologna.
Lo spettacolo era "I tre porcellini" e si teneva al Teatro Antoniano (per intenderci quello dello Zecchino d'Oro) ed è stato carinissimo! Insomma non era la solita favola dei tre porcellini, o meglio, lo era ma rivisitata in chiave comica e vi assicuro che il lupo dall'accento bolognese, col pallino del cantante e la giacca di pelle con frange era proprio da oscar!!
giovedì 16 gennaio 2014
Scuola 2.0
Ieri mattina ho accompagnato la mia Piccola Pulce all'asilo. Siamo all'ultimo anno, quindi, a questo punto ci troviamo ad affrontare "l'iscrizione alla scuola elementare". Beh, nessuno problema, già fatto 3 anni fa con la Tatona. Allora stavamo per cambiare casa quindi avevamo la preoccupazione che ce l'accettassero nella scuola del futuro comune di residenza; stavolta tutto tranquillo basta andare in segreteria e .....
.... e invece no. Eh eh, quest'anno entra in scena la scuola italiana 2.0: iscrizione online obbligatoria! Per risparmiare, dicono.
Ma siamo in Italia quindi anche questa novità tecnologica ha qualcosa di veramente ridicolo.
Dunque, occorre iscriversi al sito del Miur (ammetto da bella ignorante che non sapevo cos'era il Miur! Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca) che già io mi chiedo :- Ma perchè mi devo iscrivere? Micca me la compro la scuola ... - dicevo bisogna iscriversi, MA, siamo in Italia, quindi ciò si potrà fare SOLO dal 27 Gennaio in poi. Ma perchè?? Per trovarci in 200 milioni di fessi genitori italiani che si devono iscrivere ed intasano il sito?? Non sarebbe intelligente lasciare sempre aperta la possibilità, almeno, di iscriversi al sito??
In Italia pare di no.
Dopo essersi faticosamente iscritti avremo tempo un mese (3-28 Febbraio) per accedere al fantomatico Modulo di Iscrizione Online. Ora, mi auguro che cotale modulo sia semplice e lineare, non vorrei iscrivere mia figlia di 6 anni al primo anno di Ingegneria Civile ...
Ma la cosa che più mi turba è che l'andamento dell'iscrizione ci sarà comunicato, passo passo (ma passo passo che? o me la iscrivi o no non ci sono vie di mezzo ...) via email .....
Ecco questa cosa mi turba perchè da un po' di tempo a questa parte le mie mail hanno personalità multiple. Cioè ponendo che io mi chiami Elena Bianchi e che la mia mail sia elena.bianchi@mail.it e che detta mail mi è stata confermata come disponibile dal gestore, io mi aspetto che non esista un'altra mail identica alla mia intestata ad un'altra persona che ha la ventura di avere il mi stesso nome. Cioè questo non dovrebbe proprio accadere. Invece no. Ultimamente mi arrivano mail, anche personali, evidentemente indirizzate a qualcuno che si chiama come me ma che non sono io.
Quindi il mio turbamento ha un senso: e se ci sono problemi con l'iscrizione e il messaggio arriva alla mia omonima single e senza figli? La poveretta preme il tasto "elimina" e la Piccola Pulce rimane così, senza una classe, senza una maestra anzi 4, senza zainetto e .... gulp .... senza mamma che mi arrestano per non averla mandata a scuola!!! Vedi che ho ragione a preoccuparmi!! Ne va' della mia fedina penale!
Insomma vorrei dire al caro/a ministro dell'istruzione (che manco so chi è lo ammetto): ma veramente dite che si risparmia in questa maniera? Boh sì la carta forse sì, ma la nostra cara vecchia amata segretaria che ci sta a fare là, sola soletta, senza nessuno che bussa alla sua porta, senza tutti quei bei modulini da riempire ... si sentirà triste e inutile poverina ... E poi se noi il modulino online lo facevamo riempire a lei, che magari di burocratese ne sa cmq più di noi? No io non voglio sembrare antica, anzi; è che però della new technology all'italiana io ... beh proprio non mi fido!
.... e invece no. Eh eh, quest'anno entra in scena la scuola italiana 2.0: iscrizione online obbligatoria! Per risparmiare, dicono.
Ma siamo in Italia quindi anche questa novità tecnologica ha qualcosa di veramente ridicolo.
Dunque, occorre iscriversi al sito del Miur (ammetto da bella ignorante che non sapevo cos'era il Miur! Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca) che già io mi chiedo :- Ma perchè mi devo iscrivere? Micca me la compro la scuola ... - dicevo bisogna iscriversi, MA, siamo in Italia, quindi ciò si potrà fare SOLO dal 27 Gennaio in poi. Ma perchè?? Per trovarci in 200 milioni di fessi genitori italiani che si devono iscrivere ed intasano il sito?? Non sarebbe intelligente lasciare sempre aperta la possibilità, almeno, di iscriversi al sito??
In Italia pare di no.
Dopo essersi faticosamente iscritti avremo tempo un mese (3-28 Febbraio) per accedere al fantomatico Modulo di Iscrizione Online. Ora, mi auguro che cotale modulo sia semplice e lineare, non vorrei iscrivere mia figlia di 6 anni al primo anno di Ingegneria Civile ...
Ma la cosa che più mi turba è che l'andamento dell'iscrizione ci sarà comunicato, passo passo (ma passo passo che? o me la iscrivi o no non ci sono vie di mezzo ...) via email .....
Ecco questa cosa mi turba perchè da un po' di tempo a questa parte le mie mail hanno personalità multiple. Cioè ponendo che io mi chiami Elena Bianchi e che la mia mail sia elena.bianchi@mail.it e che detta mail mi è stata confermata come disponibile dal gestore, io mi aspetto che non esista un'altra mail identica alla mia intestata ad un'altra persona che ha la ventura di avere il mi stesso nome. Cioè questo non dovrebbe proprio accadere. Invece no. Ultimamente mi arrivano mail, anche personali, evidentemente indirizzate a qualcuno che si chiama come me ma che non sono io.
Quindi il mio turbamento ha un senso: e se ci sono problemi con l'iscrizione e il messaggio arriva alla mia omonima single e senza figli? La poveretta preme il tasto "elimina" e la Piccola Pulce rimane così, senza una classe, senza una maestra anzi 4, senza zainetto e .... gulp .... senza mamma che mi arrestano per non averla mandata a scuola!!! Vedi che ho ragione a preoccuparmi!! Ne va' della mia fedina penale!
Insomma vorrei dire al caro/a ministro dell'istruzione (che manco so chi è lo ammetto): ma veramente dite che si risparmia in questa maniera? Boh sì la carta forse sì, ma la nostra cara vecchia amata segretaria che ci sta a fare là, sola soletta, senza nessuno che bussa alla sua porta, senza tutti quei bei modulini da riempire ... si sentirà triste e inutile poverina ... E poi se noi il modulino online lo facevamo riempire a lei, che magari di burocratese ne sa cmq più di noi? No io non voglio sembrare antica, anzi; è che però della new technology all'italiana io ... beh proprio non mi fido!
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