Per motivi ignoti persino a me stessa continuo a dare seconde occasioni ad Aldo Cazzullo, di cui ho già scritto qui.
Sia chiaro, questo libro è lodabilissimo, il tema non si mette in discussione: oggi, forse più che mai, è necessario parlare in modo chiaro del fascismo badando a smantellarlo di quell'aura di fascino ed epurandolo dalle leggende metropolitane che, da quasi un secolo, lo seguono.
Semplicemente la scrittura di Cazzullo ed il mio gusto non riescono ad incontrarsi. Ma lo so, quindi non mi aspetto più di essere stupita. In realtà continuo a finire per leggerlo perché parla spesso di argomenti che mi interessano, come in questo caso.
L'analisi del fenomeno fascismo è affrontata, secondo me, in modo molto lucido, puntando appunto a cercare di fare chiarezza su quelle piccole grandi certezze che aleggiano in casa di tutti e smantellandole una ad una. Quindi, oltre ad apprendere che il fascismo si è affermato facendo leva sulla violenza e intimidazione, tappando la bocca all'opposizione a suon di manganellate, apprendiamo che no, il duce non ha bonificato le zone paludose e malariche d'Italia, anzi ha rallentato questo processo, iniziato dal governo precedente e conclusosi solo dopo la guerra. Che no, il fascismo non ha fatto tanto per le donne: tutt'altro! Le donne erano considerate come fattrici e dovevano stare a casa, sono state escluse dall'insegnamento e dal pubblico impiego (con apposita legge) e si chiariva che non dovevano nemmeno lavorare in fabbrica, cosa che poi non è successa solo ed esclusivamente perché è scoppiata la guerra e quindi, essendo gli uomini al fronte, non rimaneva che utilizzare le donne come operaie.
A livello economico e politico era, e sono soft, un incompetente pervaso da folli idee di grandezza, impero, supremazia della razza italica di cui, fra l'altro, aveva una pessima opinione sostenendo che l'italiano era debole e sentimentale ed andava sferzato col nerbo per renderlo forte e degno come l'antico romano. Motivo per cui mandiamolo in guerra in condizioni allucinanti, mal equipaggiato e mal vestito, così che si irrobustisca e muoia, cavolo, se necessario muoia per la gloria dell'Italia e del Duce. In definitiva il ventennio non è altro che una lunga corsa verso la guerra, che Mussolini desiderava più di ogni altra cosa, tanto da dichiararla così, a caso, perché ormai era ora e schierandosi chiaramente dalla parte sbagliata della Storia.
Direte, certo, tutte cose che si sanno... Davvero? Lo sapete quindi che, in realtà, sul fascismo è stata messa in atto una campagna di rimozione impressionante? Cosa ne sanno i nostri giovani del fascismo? Tutti sappiamo che a scuola se ne parla certamente poco e forse anche male. Davvero, cosa ne sanno, se poi io devo sentir dire a mio nipote (con nonno partigiano ed internato a Mauthausen) che "ci vorrebbe un po' di Duce" per raddrizzare tutti?
Che evidentemente questo ragazzo (primo della classe ed intelligentissimo) non sa che il fascismo premiava i violenti, reclutava spesso i mezzi delinquenti, e tappava la bocca a chi esprimeva un pensiero diverso da quello fascista. Che ai tempi di Benito si finiva al confino per una chiacchiera da bar, detta magari dopo due bicchieri di troppo!
Tutto ciò per dire che, sì, non amo lo stile di Cazzullo, ma questo è un libro dritto e necessario. Compratelo, leggetelo, pensate con la vostra testa e fate due conti. Poi datelo ai vostri figli, ai vostri nipoti e ditegli che la verità, epurata da ideologie, è che quella è stata una delle pagine più buie ed anche più vergognose e svilenti della nostra Storia. Mai dimenticare, perché chi dimentica ripete l'errore.
GIUDIZIO PERSONALE : 3,5/5