Il libro di cui vi parlerò oggi mi ha lasciata un po' così... con molti interrogativi.
La trama, tanto per orientaci un pochino:
Alice e Chris si amano dai tempi della scuola; hanno costruito una bella famiglia con Olivia di 6 anni ed una seconda bimba in arrivo. Si amano e sono felici, Chris è un imprenditore che comincia ad avere successo con la vendita e la posa di campi da tennis ed Alice insegna arte a scuola.
La vita serena di Alice finisce alle 00:01 di una notte di maggio, quando riceve una telefonata che l'informa che Chris ha avuto un incidente ed è molto grave. Sulle prime Alice non realizza che suo marito ha avuto l'incidente molto lontano da dove aveva detto di trovarsi; poi Chris muore ed insieme al dolore atroce arrivano le domande. Perché Chris era su quella strada? Perché le aveva mentito? Ovviamente la fantasia galoppa ed Alice decide che deve sapere. Con un espediente di cui faccio fatica a credere la realizzabilità nel mondo reale (leggetelo e ditemi la vostra), Alice scopre che la strada di Chris porta su una piccola isola, Robin Island, vicina a Nantucket e Marta's Vineyard. Durante la sua prima visita all'isola Alice viene presa dalle doglie e finisce per partorire Ruby, la sua secondogenita, proprio su quella che comincia a considerare l'isola dei segreti: per lei è un segno, si trasferisce su Robin Island con le figlie decisa a scoprire la verità.
Sicuramente il "metodo" usato da Alice per arrivare alla verità è stato per l'autore un escamotage per entrare (letteralmente) nelle vite degli abitanti dell'isola; certo se qualcuno venisse pescato a fare una cosa del genere verrebbe quanto meno multato, specialmente negli Stati Uniti!
Ma non è questo che mi ha lasciata perplessa, è piuttosto che non sono riuscita ad entrare in sintonia con Alice. Credo che dipenda dal fatto che l'autore è un uomo, insomma Alice non ragiona e non reagisce da donna. Inizialmente sì, il voler sapere a tutti i costi, il non darsi pace al pensiero che il marito le abbia mentito. E' l'epilogo che, secondo me, non funziona: quando scopre la verità, non si sente tradita, perdona tutto e tutti perché ogni cosa è stata fatta in nome dell'amore e non ha importanza per amore di chi ... probabilmente è solo un problema mio, ma francamente tutto ciò mi lascia alquanto perplessa.
In definitiva il mio non è uno sconsiglio, anzi ho letto che molti lettori sono rimasti entusiasmati da questo romanzo. Diciamo che va preso un po' così com'è: un miscuglio di tecnologia a livello di "agente segreto", paranoia e disturbo post traumatico, intrigo e menzogna. Alice gioca a "fare Dio", come le fa notare Olivia alla fine del racconto, e ci prova gusto, tant'è che non smette ma continua anche dopo aver scoperto la verità nascosta di Chris; l'isola diventa la "sua" isola, l'isola di Alice appunto, e suo dovere diviene vegliare su tutti i suoi abitanti affinché tutto vada per il meglio
GIUDIZIO CRITICO:❀❀❀
L'iniziativa del venerdì del libro è promossa da Paola di Homemademamma, sul suo blog potete trovare gli altri suggerimenti di lettura di oggi.
venerdì 29 marzo 2019
venerdì 22 marzo 2019
Riflessioni in un giorno di sole
Ed è primavera. Oggi è proprio esplosa nel suo fulgore.
Non ho finito il mio romanzo, quindi non partecipo all'appuntamento del Venerdì del libro, ma ho voglia di lasciarvi a questa chicca di José Saramago:
"C'è chi passa la vita a leggere senza mai riuscire ad andare al di là della lettura, restano appiccicati alla pagina, non percepiscono che le parole sono soltanto delle pietre messe di traverso nella corrente di un fiume, sono lì solo per farci arrivare all'altra sponda, quella che conta è l'altra sponda". José Saramago, La Caverna
Non ho finito il mio romanzo, quindi non partecipo all'appuntamento del Venerdì del libro, ma ho voglia di lasciarvi a questa chicca di José Saramago:
"C'è chi passa la vita a leggere senza mai riuscire ad andare al di là della lettura, restano appiccicati alla pagina, non percepiscono che le parole sono soltanto delle pietre messe di traverso nella corrente di un fiume, sono lì solo per farci arrivare all'altra sponda, quella che conta è l'altra sponda". José Saramago, La Caverna
venerdì 15 marzo 2019
VdL - Ally nella tempesta, Lucinda Riley
E' ufficiale: mi sono innamorata della serie delle Sette Sorelle di Lucinda Riley!
Questo secondo volume mi ha conquistata tanto quanto quello precedente.
Qui si racconta la storia della seconda sorella, Ally, abbreviazione di Alcyone; profondamente diversa dalla sorella maggiore Maia, a cui comunque o fortemente legata, Ally è la sorella forte, la leader del gruppo.
Non per niente svolge una professione avventurosa, infatti è una donna di mare, fa regate in equipaggi di soli uomini. Proprio alla fine di una regata Ally incontra Theo, uno skipper di fama mondiale, e fra i due nasce l'amore. E, quando Pa' Salt muore (per questo antefatto vedere qui) Ally si trova in barca con Theo, nel mezzo del Mar Egeo, a trascorrere il loro primo week end d'amore.
Dopo essere tornata a Ginevra per condividere il lutto con le sorelle, Ally decide di tralasciare momentaneamente gli indizi riguardo le sue origini lasciatigli da Pa'Salt e torna in Grecia per affrontare la regata delle isole greche in squadra con Theo. Nonostante il dolore per la perdita del padre, per Ally è un momento magico: ha trovato l'amore della vita e la vittoria in mare.
In attesa di cominciare una nuova regata con Theo, la temibile Fastnet, la ragazza torna a Ginevra dove trova Maia alle battute finali della sua ricerca ed anche lei felice per il nuovo amore trovato. Trovandosi al Atlantis da sola, Ally s'incuriosisce riguardo i propri indizi; anzitutto scopre di essere stata trovata da Pa' Salt in Norvegia, ad Oslo, poi trova una specie di diario scritto in norvegese, non essendo in grado di leggerlo contatta una traduttrice che lo traduca per lei. Dopo di che parte per l'Inghilterra perchè da lì partirà la Fastnet.
Da qui in avanti il destino giocherà crudelmente con la vita di Ally. Tutto quello che accadrà la spingerà a voler approfondire la ricerca sulle proprie origini e la porterà prima ad Oslo e poi a Bergen sulle tracce di un famosissimo compositore. Nuove strade si apriranno davanti a lei ed infine avrà la sua occasione di cominciare una nuova vita.
Anche "Ally nella tempesta" è un romanzo molto ben scritto, i fatti sono incastrati benissimo fra loro anche perché le vite delle sei sorelle s'incrociano nei vari romanzi e la Riley è molto attenta a far combaciare bene tutti i pezzi. La storia personale di Ally, com'era accaduto per Maia, s'intreccia con avvenimenti reali del passato; in questo caso si tratta della messa in scena del Peer Gynt un dramma scritto da Ibsen e messo in musica da Grieg. La vita degli avi di Ally ruota attorno alla prima messa in scena di quest'opera, nel 1876, nel teatro di Christiania, il nome che aveva Oslo all'epoca. Da lì comincia tutto e prosegue, passando per la seconda guerra mondiale e terminando con la protagonista ai giorni nostri.
Anche in questo caso devo ringraziare l'autrice per avermi fatto scoprire molte cose che non sapevo. Prima di tutto che conoscevo la musica di Grieg e non lo sapevo! In realtà tutti noi la conosciamo perché almeno un paio di arie del Peer Gynt sono famosissime e sono state usate e strausate in film e pubblicità: provate a cercare su You Tube "Il Mattino" e "Nell'antro del re della montagna" e vedrete!
Insomma sulla musica ho scoperto molte cose interessanti partendo dal Conservatorio di Lipsia e la sua triste sorte durante gli anni del nazismo fino alla Filarmonica di Bergen.
L'invasione della Norvegia da parte delle truppe del Fuhrer è generalmente un avvenimento di "secondo piano" quando si parla di secondo conflitto mondiale, eppure ebbe ovviamente delle conseguenze tragiche per le città coinvolte. Inoltre alcuni ebrei erano fuggiti dalla Germania e si erano rifugiati proprio in Norvegia che, durante la prima guerra mondiale, era rimasta neutrale contando sul fatto che la neutralità venisse mantenuta. Quindi un dramma nel dramma.
Insomma, care amiche lettrici, ci sono tanti tanti motivi per appassionarsi a questa serie.
Non da ultimo un alone di mistero che percorre ogni romanzo e che riguarda la misteriosa scomparsa di Pa' Salt: l'autrice promette che tutto verrà svelato nell'ultimo romanzo quello, suppongo, dedicato a Merope, la sorella mai trovata...
Consigliatissimo.
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀
Nel blog di Homemademamma, ideatrice del venerdì del libro, potrete trovare tanti altri consigli di lettura.
Questo secondo volume mi ha conquistata tanto quanto quello precedente.
Qui si racconta la storia della seconda sorella, Ally, abbreviazione di Alcyone; profondamente diversa dalla sorella maggiore Maia, a cui comunque o fortemente legata, Ally è la sorella forte, la leader del gruppo.
Non per niente svolge una professione avventurosa, infatti è una donna di mare, fa regate in equipaggi di soli uomini. Proprio alla fine di una regata Ally incontra Theo, uno skipper di fama mondiale, e fra i due nasce l'amore. E, quando Pa' Salt muore (per questo antefatto vedere qui) Ally si trova in barca con Theo, nel mezzo del Mar Egeo, a trascorrere il loro primo week end d'amore.
Dopo essere tornata a Ginevra per condividere il lutto con le sorelle, Ally decide di tralasciare momentaneamente gli indizi riguardo le sue origini lasciatigli da Pa'Salt e torna in Grecia per affrontare la regata delle isole greche in squadra con Theo. Nonostante il dolore per la perdita del padre, per Ally è un momento magico: ha trovato l'amore della vita e la vittoria in mare.
In attesa di cominciare una nuova regata con Theo, la temibile Fastnet, la ragazza torna a Ginevra dove trova Maia alle battute finali della sua ricerca ed anche lei felice per il nuovo amore trovato. Trovandosi al Atlantis da sola, Ally s'incuriosisce riguardo i propri indizi; anzitutto scopre di essere stata trovata da Pa' Salt in Norvegia, ad Oslo, poi trova una specie di diario scritto in norvegese, non essendo in grado di leggerlo contatta una traduttrice che lo traduca per lei. Dopo di che parte per l'Inghilterra perchè da lì partirà la Fastnet.
Da qui in avanti il destino giocherà crudelmente con la vita di Ally. Tutto quello che accadrà la spingerà a voler approfondire la ricerca sulle proprie origini e la porterà prima ad Oslo e poi a Bergen sulle tracce di un famosissimo compositore. Nuove strade si apriranno davanti a lei ed infine avrà la sua occasione di cominciare una nuova vita.
Anche "Ally nella tempesta" è un romanzo molto ben scritto, i fatti sono incastrati benissimo fra loro anche perché le vite delle sei sorelle s'incrociano nei vari romanzi e la Riley è molto attenta a far combaciare bene tutti i pezzi. La storia personale di Ally, com'era accaduto per Maia, s'intreccia con avvenimenti reali del passato; in questo caso si tratta della messa in scena del Peer Gynt un dramma scritto da Ibsen e messo in musica da Grieg. La vita degli avi di Ally ruota attorno alla prima messa in scena di quest'opera, nel 1876, nel teatro di Christiania, il nome che aveva Oslo all'epoca. Da lì comincia tutto e prosegue, passando per la seconda guerra mondiale e terminando con la protagonista ai giorni nostri.
Anche in questo caso devo ringraziare l'autrice per avermi fatto scoprire molte cose che non sapevo. Prima di tutto che conoscevo la musica di Grieg e non lo sapevo! In realtà tutti noi la conosciamo perché almeno un paio di arie del Peer Gynt sono famosissime e sono state usate e strausate in film e pubblicità: provate a cercare su You Tube "Il Mattino" e "Nell'antro del re della montagna" e vedrete!
Insomma sulla musica ho scoperto molte cose interessanti partendo dal Conservatorio di Lipsia e la sua triste sorte durante gli anni del nazismo fino alla Filarmonica di Bergen.
L'invasione della Norvegia da parte delle truppe del Fuhrer è generalmente un avvenimento di "secondo piano" quando si parla di secondo conflitto mondiale, eppure ebbe ovviamente delle conseguenze tragiche per le città coinvolte. Inoltre alcuni ebrei erano fuggiti dalla Germania e si erano rifugiati proprio in Norvegia che, durante la prima guerra mondiale, era rimasta neutrale contando sul fatto che la neutralità venisse mantenuta. Quindi un dramma nel dramma.
Insomma, care amiche lettrici, ci sono tanti tanti motivi per appassionarsi a questa serie.
Non da ultimo un alone di mistero che percorre ogni romanzo e che riguarda la misteriosa scomparsa di Pa' Salt: l'autrice promette che tutto verrà svelato nell'ultimo romanzo quello, suppongo, dedicato a Merope, la sorella mai trovata...
Consigliatissimo.
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀
Nel blog di Homemademamma, ideatrice del venerdì del libro, potrete trovare tanti altri consigli di lettura.
venerdì 1 marzo 2019
VdL - Le sette sorelle. Maia, Lucinda Riley
Il primo volume della serie delle Sette Sorelle mi è stato regalato tempo fa da un'amica. E' rimasto nel dimenticatoio per un bel po' perché inizialmente non ero particolarmente ispirata dal genere. Nel frattempo sono usciti altri quattro volumi e, chiacchiera di qua chiacchiera di là, un po' di curiosità mi è venuta. Ammetto però che mi sono approcciata a questo libro con una punta di scetticismo.
E mi sbagliavo.
Nel giro di poche pagine la lettura mi ha catturata ed ho divorato il romanzo affascinata dalla vicenda e dall'idea di fondo.
Per chi non ne avesse già sentito parlare questa è una breve sintesi:
Maia è la maggiore di sei sorelle, tutte adottate in tempi diversi da un ricco mecenate svizzero che loro chiamano affettuosamente Pa' Salt. I loro nomi derivano dai nomi delle stelle che compongono la costellazione delle Pleiadi dette anche le Sette Sorelle. Dunque Maia è la maggiore, è quella che non ha lasciato l'ovile, una splendida tenuta chiamata Atlantis che sorge sulle rive del lago di Ginevra, e che fatica a trovare la propria strada a causa di una brutta vicissitudine vissuta da ragazza. Mentre è assente da Atlantis per qualche giorno riceve una telefonata da parte di Marina, la governante che le ha allevate, la quale le comunica che Pa' Salt è morto all'improvviso.
Maia avvisa le altre sorelle, tutte sparse per il mondo, ed ognuna di loro fa ritorno ad Atlantis per le esequie. Alla lettura del testamento scoprono che Pa' Salt ha lasciato loro in eredità una sfera armillare, posta nel giardino segreto della villa; su di essa ci sono sette cerchi, su ogni cerchio il nome di una sorella, delle coordinate ed un'iscrizione in greco. Le coordinate corrispondono al luogo esatto in cui Pa' Salt ha trovato ognuna di loro quando ha deciso di adottarle. L'invito del defunto papà è quello di partire ognuna alla ricerca delle proprie origini.
La prima che risponde al richiamo del sangue è proprio la timida e per niente avventurosa Maia; le coordinate la conducono a Rio de Janeiro e le faranno percorrere la storia della sua famiglia d'origine attraverso tre generazioni. Sullo sfondo, nel presente come nel passato, la statua del Cristo Redentore e la montagna del Corcovado. L'amore, in tutte le sue sfaccettature, fa da filo conduttore in tutta la storia di Maia, ma anche la forza, quella forza che non ha mai difettato nelle sue antenate, e che invece in lei sembra essersi persa. Maia è una donna che ha rinunciato a se stessa, rinchiudendosi nella prigione dorata di Atlantis dove il dolore ed il male non la possono toccare. Trovare le proprie origini, conoscere la propria terra natale l'aiuterà a rompere il guscio protettivo, a far emergere la vera Maia ed alla fine, con grande difficoltà, l'aiuterà a riconoscere l'amore vero e a chiudere i conti col passato.
Quello di Maia è un bel personaggio, mi piace molto, mi ci identifico, è stato facile immedesimarsi in lei.
Una piacevolissima sorpresa è stata l'ambientazione, sia per quanto riguarda la Svizzera ed il lago di Ginevra, sia e soprattutto per quanto riguarda Rio de Janeiro. Non avevo mai letto nulla ambientato a Rio e la descrizione dei luoghi insieme alla storia della costruzione del Cristo Redentore mi hanno fatto venire una gran curiosità di visitarla. Le vicende del passato sono ambientate circa nel 1927: molto interessante la descrizione del tessuto sociale brasiliano dell'epoca, l'intrico di etnie, i nuovi ricchi che subentrano alla nobiltà decadente di origine portoghese. Anche la parte ambientata a Parigi nello stesso periodo (Parigi bohemien, e periodo dell'Art Déco) è molto interessante.
Quindi, in sintesi, un bel romanzo, piacevolissimo da leggere pur senza essere un capolavoro assoluto. La storia è veramente originale sia nell'idea di fondo sia nello sviluppo della singola vicenda. Le figure femminili sono il fulcro di questo romanzo e, suppongo anche di quelli successivi; gli uomini sono un corollario importante ma non indispensabile. Credo, e vedrò se i libri successivi lo confermeranno, che l'intento dell'autrice sia proprio dare voce a figure di donna che si emancipano da ciò che la società, i costumi, la religione o il destino vorrebbero per loro.
Indimenticabile e molto mia è la frase in greco che Pa' Salt lascia a Maia "Non lasciare mai che la paura decida del tuo destino".
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀
Altri suggerimenti di lettura sul blog di Homemademamma, promotrice del Venerdì del Libro
E mi sbagliavo.
Nel giro di poche pagine la lettura mi ha catturata ed ho divorato il romanzo affascinata dalla vicenda e dall'idea di fondo.
Per chi non ne avesse già sentito parlare questa è una breve sintesi:
Maia è la maggiore di sei sorelle, tutte adottate in tempi diversi da un ricco mecenate svizzero che loro chiamano affettuosamente Pa' Salt. I loro nomi derivano dai nomi delle stelle che compongono la costellazione delle Pleiadi dette anche le Sette Sorelle. Dunque Maia è la maggiore, è quella che non ha lasciato l'ovile, una splendida tenuta chiamata Atlantis che sorge sulle rive del lago di Ginevra, e che fatica a trovare la propria strada a causa di una brutta vicissitudine vissuta da ragazza. Mentre è assente da Atlantis per qualche giorno riceve una telefonata da parte di Marina, la governante che le ha allevate, la quale le comunica che Pa' Salt è morto all'improvviso.
Maia avvisa le altre sorelle, tutte sparse per il mondo, ed ognuna di loro fa ritorno ad Atlantis per le esequie. Alla lettura del testamento scoprono che Pa' Salt ha lasciato loro in eredità una sfera armillare, posta nel giardino segreto della villa; su di essa ci sono sette cerchi, su ogni cerchio il nome di una sorella, delle coordinate ed un'iscrizione in greco. Le coordinate corrispondono al luogo esatto in cui Pa' Salt ha trovato ognuna di loro quando ha deciso di adottarle. L'invito del defunto papà è quello di partire ognuna alla ricerca delle proprie origini.
La prima che risponde al richiamo del sangue è proprio la timida e per niente avventurosa Maia; le coordinate la conducono a Rio de Janeiro e le faranno percorrere la storia della sua famiglia d'origine attraverso tre generazioni. Sullo sfondo, nel presente come nel passato, la statua del Cristo Redentore e la montagna del Corcovado. L'amore, in tutte le sue sfaccettature, fa da filo conduttore in tutta la storia di Maia, ma anche la forza, quella forza che non ha mai difettato nelle sue antenate, e che invece in lei sembra essersi persa. Maia è una donna che ha rinunciato a se stessa, rinchiudendosi nella prigione dorata di Atlantis dove il dolore ed il male non la possono toccare. Trovare le proprie origini, conoscere la propria terra natale l'aiuterà a rompere il guscio protettivo, a far emergere la vera Maia ed alla fine, con grande difficoltà, l'aiuterà a riconoscere l'amore vero e a chiudere i conti col passato.
Quello di Maia è un bel personaggio, mi piace molto, mi ci identifico, è stato facile immedesimarsi in lei.
Una piacevolissima sorpresa è stata l'ambientazione, sia per quanto riguarda la Svizzera ed il lago di Ginevra, sia e soprattutto per quanto riguarda Rio de Janeiro. Non avevo mai letto nulla ambientato a Rio e la descrizione dei luoghi insieme alla storia della costruzione del Cristo Redentore mi hanno fatto venire una gran curiosità di visitarla. Le vicende del passato sono ambientate circa nel 1927: molto interessante la descrizione del tessuto sociale brasiliano dell'epoca, l'intrico di etnie, i nuovi ricchi che subentrano alla nobiltà decadente di origine portoghese. Anche la parte ambientata a Parigi nello stesso periodo (Parigi bohemien, e periodo dell'Art Déco) è molto interessante.
Quindi, in sintesi, un bel romanzo, piacevolissimo da leggere pur senza essere un capolavoro assoluto. La storia è veramente originale sia nell'idea di fondo sia nello sviluppo della singola vicenda. Le figure femminili sono il fulcro di questo romanzo e, suppongo anche di quelli successivi; gli uomini sono un corollario importante ma non indispensabile. Credo, e vedrò se i libri successivi lo confermeranno, che l'intento dell'autrice sia proprio dare voce a figure di donna che si emancipano da ciò che la società, i costumi, la religione o il destino vorrebbero per loro.
Indimenticabile e molto mia è la frase in greco che Pa' Salt lascia a Maia "Non lasciare mai che la paura decida del tuo destino".
GIUDIZIO CRITICO: ❀❀❀❀
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