Montanari Family

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Robby, Manu, Tata, Pissi, Pepe, Oscar, Giorgio

venerdì 22 ottobre 2021

VdL - La signora dei fiumi d'estate, Tyler Trafford

 Buongiorno amici/he leggioni/e!

Oggi vi parlo di un romanzo molto molto particolare "La signora dei fiumi d'estate" di Tyler Trafford; si tratta dell'autobiografia della madre dell'autore, Alice Tyler. 

Trama:

Alice Tyler è appena morta, lasciandosi alle spalle anni di alcolismo, malattia e infelicità per un matrimonio mal riuscito. Fra i numerosi fratelli, Tyler è forse il figlio prediletto, quello ritenuto più simile a se stessa dalla madre, e a lui tocca l'eredità più difficile e al contempo più bella. A lui tocca la Vera Cosa Bella della vita di Alice, contenuta e gelosamente conservata per decenni in una vecchia scatole di zuppe Campbell; si tratta di lettere ed un album di foto che testimoniano il giovane amore di Alice per il pilota norvegese Jens Muller. Jens e Alice si incontrano a Montreal, in Canada, dove il giovane si è recato per completare il suo addestramento da polita militare. I due s'innamorano, il tutto di nascosto dalla famiglia di Alice, la cui madre ha mire ben diverse per la figlia. Alice però è una ragazza indomita: amante dei cavalli, dello sci, della vita all'aria aperta, ama studiare e sogna di diventare una scrittrice dopo aver frequentato l'università. Niente di più lontano dai sogni della madre che studia per lei un matrimonio "altolocato". Non sorprende che Alice s'innamori di un semplice soldato norvegese, buono, gentile, delicato, umile figlio di un ingegnere. Il loro amore è così profondo che, alla partenza per la guerra in Europa, Jens le promette che tornerà da lei a qualunque costo. Proprio per questo, fatto prigioniero dai tedeschi, prenderà parte alla Grande Fuga, quello portata sul grande schermo da Steve McQueen: l'evasione forse più coraggiosa e drammatica tentata da un campo nazista. Solo in tre riuscirono a tornare a casa, gli altri vennero ripresi e giustiziati. 

Non vi dirò certo se Jens fu uno dei fortunati oppure no.

Vi dirò però che questo libro è davvero molto bello e molto particolare. La vera protagonista è Alice. Il suo amore con Jens occupa una parte della storia, ma non tutta. Certo quell'amore fu senza dubbio il fulcro della sua vita; abbiamo però, in generale, lo spaccato di una vita vera, profondamente calata nel suo tempo con le luci e le ombre che lo contraddistinsero. Molto bello, delicato, tormentato è il rapporto con l'autore, il figlio Tyler, che solo durante la stesure del libro capisce finalmente e profondamente la madre. Ecco, forse, questo è un libro su di un rapporto madre/figlio che solo alla morte della mamma trova la risposta a tutti gli interrogativi.

In fondo quante cose non capiamo dei nostri genitori? Scelte che non abbiamo capito nè condiviso ma che poi, con gli anni e l'esperienza, ci diventano chiare. Quante così ci hanno tenuto nascoste per proteggerci, per non darci un ulteriore inutile dolore? E, invece, quante di queste cose nascoste un dolore ce l'hanno dato lo stesso? Perché non abbiamo capito, perché non abbiamo trovato un senso...

Se una cosa appare chiara dopo aver letto questo romanzo è che genitori non si nasce. Si impara, sicuramente dai propri sbagli, e si capisce in vecchiaia che certi sbagli non si possono riparare più, ma almeno meritano un'ultima estrema spiegazione.

In definitiva è un romanzo d'amore. Ogni tipo d'amore.

Consigliato.

Tyler Trafford


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀


venerdì 8 ottobre 2021

VdL - Qualcosa, là fuori, Bruno Arpaia

 Letto al termine della torrida estate 2021, dopo mesi di siccità e di temperature estreme, questo libro ha qualcosa di terribilmente profetico. 

Livio è un anziano professore di neuroscienze e, insieme a migliaia di altri persone, sta lasciando la desolata Italia a piedi, in cammino verso la Scandinavia, verso il miraggio dell'ultima terra abitabile. Ci troviamo infatti verso la fine di questo secolo, il cambiamento climatico si è drammaticamente compiuto: l'Europa del sud è un deserto inospitale e ridotto in povertà, chi ha il denaro sufficiente migra verso nord clandestinamente ... vi suona famigliare vero?... Durante il lungo e pericoloso cammino del convoglio, Livio ripercorre la sua vita fin dall'infanzia ed in parallelo ad essa ci mostra i cambiamenti del clima della Terra ed i loro effetti. L'ultima speranza dei migranti è quell'ultimo lembo di terra a nord ancora coltivabile.

Alla luce di quello che ogni giorno vediamo, ormai con i nostri occhi non importa la TV, leggere questo breve libro è un pugno in piena faccia, è un senso di inesorabilità riguardo quello che ci aspetta e aspetta le generazioni più giovani. Infatti il Livio bambino è praticamente un coetaneo delle mie figlie... E, scusate, ma oggi non ho più il timore che quello che scrive si avveri ... ne ho la certezza.

Sarò "vecchia" ma non nutro più molte illusioni sulla possibilità do poter tornare indietro. Anche la scienza dice che ormai siamo troppo oltre, il riscaldamento è innescato e, anche nella migliore delle situazioni, continuerà comunque per decenni. Il problema è che io ormai non credo più neanche alla migliore delle situazioni. Credo anzi che nessuno farà niente per salvarci dall'autoestizione (autoestinzione ... ma si può essere più cog****i!), nessuno farà assolutamente niente per limitare il danno e marceremo tranquilli, tronfi e stupidi verso la distruzione di un miracolo dell'universo: la nostra casa.

Peccato però che, invece, la nostra casa non morirà affatto. Moriremo noi. La Terra sopravviverà, col tempo guarirà e forse, se qualcuno sarà sopravvissuto, ricomincerà da capo. Spero meglio. Spero.

Per quanto riguarda la nostra generazione, che sembrava la più fortunata di tutte, se nel frattempo non saremo morti per qualche altro virus o  batterio, assisteremo allo scempio del nostro bel mondo. Soffriremo il caldo, la sete, la fame, la mancanza di risorse naturali, i disordini sociali che ne scaturiranno... Non è solo un libro, succederà. Forse sta già succedendo. Ma il nostro piccolo orticello è più interessante e meno impegnativo da guardare. E allora giriamo la testa, chiudiamo gli occhi, diciamo che non dipende da noi, ma invece dipende anche da noi. Come cantava Da Gregori "la storia siamo noi ... siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere".

Leggetelo e, se vi pare il caso, riflettete.

Bruno Arpaia


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

venerdì 1 ottobre 2021

VdL - Velocemente da nessuna parte, Grazia Verasani

 Un po' di tempo fa vi avevo parlato di un libro di quest'autrice, Grazia Verasani; si trattava di "Quo vadis, baby?", il primo libro con protagonista Giorgia Cantini, un'investigatrice privata con sede a Bologna.

Il romanzo di oggi è il secondo con protagonista Giorgia e confermo che la mano della Verasani mi piace molto

Trama:

Giorgia è sempre lei, quarantenne sgualcita, facile alla bottiglia e alla sigaretta. L'amore non vuole neanche sentirlo nominare, anche se inconsciamente ne è attirata  Dopo una breve vacanza torna in una Bologna estiva e afosa, dove l'attende un caso di sparizione: Vanessa detta Van è sparita da una settimana e a denunciarne la scomparsa è solo l'amica-collega di incontri sessuali d'alto bordo. Van ha un bambino ed una famiglia d'origine con cui non parla e la ragione affonda le radici in lontani accadimenti. Che abbiano a che fare con la scomparsa di Vanessa?

Allora, ve lo dico subito che il mistero sulla scomparsa di Van non è poi questo gran mistero. Il che ci sta anche perché la storia è molto calata nella realtà e, nella realtà, i grandi misteri sostanzialmente non esistono. Tutti i delitti ruotano molto vicino alla vita della vittima. Quindi il bello del libro non è il giallo in se, il bello del libro è Giorgia, il suo approccio alla vita estremamente disincantato, la sua paura d'amare che l'ha portata ad essere una zitella quarantenne dall'avventura facile e disimpegnata. Il dolore l'ha scavata, l'ha portata e la porta lentamente verso l'autodistruzione, lucidamente e consciamente.

Un personaggio duro, scabro e tormentato; proprio questo la rende così umana, anche se si sforza di essere fredda e di non farsi coinvolgere, non ce la fa proprio.

Inoltre l'azione si svolge fra Bologna e Sasso Marconi, all'imbocco della valle del Reno, dove l'appennino comincia appena appena a proporsi alla vista, ma da lontano, con la sagoma dei monti ancora lontana e con l'aria che però si fa un pochino più fresca e leggera ....

... era da questo che da piccola capivo di essere quasi arrivata a casa: mio padre usciva dall'autostrada a Sasso Marconi, passava il ponte sul Reno (quello dei suicidi) ed imboccava la statale Porrettana ... e lì l'aria cambiava, cambiava temperatura, cambiava odore, cambiava consistenza ... allora lo sapevo, "Siamo quasi arrivati, fra 45 minuti è casa. Sono tornata."

Ed è così ancora oggi. Così, quando leggo che quelle sensazioni non sono solo mie, ma sono anche di altri, come dell'autrice, sono felice e mille ricordi si riaffacciano. 

In conclusione confermo il consiglio: sono libri da leggere e quello di Giorgia Cantini è un personaggio vero, profondo che trasmette sentimenti. La Verasani è davvero brava a ricreare atmosfere, sensazioni e a farle vivere al lettore; lo prende e lo trasporta dentro le vite dei suoi personaggi, gliele fa capire e lo guida alla comprensione delle debolezze e delle bassezze umane. Io dico che non è poco...

Grazia Verasani


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

venerdì 24 settembre 2021

VdL - Baci da Polignano, Luca Bianchini

 Buongiorno amici/amiche lettori/lettrici.

Per chi come me, ha sognato leggendo "Io che amo solo te" e "La cena di Natale di Io che amo solo te", era imprescindibile chiedersi come sarebbe andata a finire la storia di Ninella e Mimì. Questo ultimo libro ce lo racconta.

Trama: 

Dopo tante vicissitudini il matrimonio di Mimì sembra finalmente finito: Matilde ha perso la testa per Pasqualino, il giardiniere, e a Don Mimì è toccato lo sfratto dal "Petruzzelli". Sarebbe quindi libero di correre dalla sua Ninella, se non fosse che lei, finalmente, sembra aver trovato la serenità fra le braccia di Carlo, milanese innamoratosi di lei e della Puglia. Anche il matrimonio di Chiara e Damiano scricchiola e pure Orlando e Daniela hanno i loro problemi di cuore e di famiglia. Non può poi mancare la zia Dora che si catapulta giù dal Veneto a caccia dell'eredità di un trullo. 

In mezzo a mille pettegolezzi, fughe al supermercato e viaggi in giro per il mondo tutti i nostri protagonisti troveranno il loro "kefi" (per citare le Vacanze in Grecia) e finalmente noi lettori saremo liberi di lasciare Ninella e Mimì al loro destino. Insieme...???

E chi lo sa ... leggete il libro se volete saperlo! 

Forse non il più spumeggiante e scorrevole fra i tre libri, diciamo della serie, ma irrinunciabile per gli incorreggibili curiosi e romantici.

Luca Bianchini

GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

venerdì 17 settembre 2021

VdL - Morgana, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

 Buongiorno a tutti/e. Dopo una lunga pausa estiva, piena di buone letture, ritorno con le mie umilissime recensioni.

Un libro che era in attesa da un bel pochino e che ha finalmente trovato il suo tempo è "Morgana" scritto in tandem da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri.

Della Murgia ho letto solo "Accabbadora" che mi è piaciuto abbastanza ma non mi ha fatto svenire. La Murgia invece mi piace molto. Non sempre condivido le sue posizioni ma mi piace molto una persona che non ha paura di sostenere a spada tratta le proprie idee e lei lo fa. 

Considerando ciò e considerando che il libro parla di donne scomode, mi sono approcciata alla lettura con parecchie aspettative.

Non sono rimasta delusa, caso mai sorpresa. La scelta delle figure di donna inserite in questo romanzo a volte spiazza, ma ha assolutamente un filo logico. Le "Morgane", a questo mondo, le apprezzo sempre molto: sono donne difficili in termini sociali, offendono, danno fastidio e soprattutto sono donne fuori dal loro tempo.

Così partiamo da Moana Pozzi, la prima pornodiva approdata alla TV, al varietà, anche ai salotti buoni della TV se vogliamo. Una donna che faceva della libertà sessuale la propria bandiera; colta, intelligente e bellissima, sapeva tenere testa a pseudoletterati rivendicando le proprie idee. Forse non è il tipo di simbolo che vorremmo seguissero le nostre figlie (io di sicuro no), ma è comunque una donna che ho sempre apprezzato pur non condividendo il suo credo. Come ho già detto amo chi sa difendere le proprie opinioni con intelligenza e stile.

Si passa poi a Santa Caterina ... per dire, un salto da niente! Eppure l'essere fuori dai tempi contraddistingue tutte queste donne. Santa Caterina, in tempi medioevali, ardiva rimproverare Papi e monarchi e, donna in tempi in cui le donne contavano zero, era da questi ascoltata e tenuta in gran conto! Straordinaria!

E poi si continua con Grace Jones, pantera iconica degli anni '80; Emily Bronte, la mia scrittrice preferita (!), anima tormentata votata ad una vita di rinunce che scrisse dell'amore con ferocia e dolorosa poesia; Moira Orfei; Tonya Harding, passata dalle vette del triplo Axel all'amara squalifica a vita; Marina Abramovic; Shirley Temple; Vivienne Westwood e Zaha Hadid.

Dieci donne forti, fortissime. Dieci donne che, nonostante tutto, sono un'esempio per tutte noi. Donne che non hanno avuto bisogno di nessuno per diventare quello che sono diventate e che, se sono cadute, si sono rialzate sanguinanti ma non vinte.

Decisamente un bel saggio che consiglio a tutte.

Michela Murgia Chiara Tagliaferri


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀


venerdì 16 luglio 2021

VdL - Portami il diario, Valentina Petri

 Questo titolo l'ho scoperto proprio qui, sul Venerdì del Libro.

Non ricordo proprio chi l'aveva consigliato così non potrò ringraziarlo per avermi fatto leggere questo libro eccezionale!

In "Portami il diario" c'è la scuola com'era e come me la ricordo ancora io e com'è oggi, quindi alla fine non molto diversa. Attraverso le storie scolastiche dei ragazzi raccontate in questo libro ho potuto buttare un'occhio dall'interno alla vita scolastica delle mie figlie e ritrovare sprazzi di quella che è stata la mia

Questo libro non ha davvero bisogno di grandi recensioni: racconta, dal punto di vista di un'insegnante, un intero anno scolastico in un Istituto Professionale. Con lei ci affezioniamo ai ragazzi che, sono tremendi quasi sempre sì, ma, come viene sempre sottolineato sono anche sorprendentemente meravigliosi, aperti, interessati.

Sono i nostri ragazzi e leggendo "Portami il diario" non possiamo che esserne orgogliosi.

Da leggere. Assolutamente!

PS: Ho contagiato anche le mie figlie (una alle medie ed una alle superiori) che se lo sono divorato fra grasse risate!



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀❀

lunedì 5 luglio 2021

Pensierino pop-up

Oggetto: sfilata di moda in piazza con modelle del luogo maggiorenni e minorenni 

Ognuno di se stesso fa indubbiamente quello che gli pare e, parimenti, ognuno decide per i propri figli specie se minorenni.

E' per questo motivo che sono fermamente convinta che alle mie figlie voglio cercare di passare messaggi con un minimo di livello. Fermo restando che non c'è niente di male a sfilare in piccole iniziative di paese, nel mio intimo però resto convinta che non è quello che incoraggerei le mie figlie a fare. Altra cosa è cantare o danzare, ma sfilare, magari in costume, tirate e truccate e taccate come adulte ... beh anche no. Non a 15/16 anni di sicuro.



La bellezza è un pregio, non neghiamolo, ma credo che questa società già si imperni abbastanza sull'ideale di bellezza e sensualità senza anche andare ad incoraggiare una ragazza a presentare la propria bellezza come primo biglietto da visita per affrontare il mondo. Anche perché un'iniziativa fondamentalmente fine a se stessa (cioè farsi pubblicità quasi gratis) finisce in realtà per passare una serie di messaggi non così banali: lei sfila sempre ⇒ lei può ⇒ lei è bella, ha un gran fisico ⇒ lei ha anche il coraggio di farlo ⇒ lei è una che non si fa tanti problemi a farsi vedere svestita ecc.... 

Per un paesino è già tanta roba e credo che sarebbe meglio lasciarlo fare alle maggiorenni per lo meno. Non sono bacchettona e non è un giudizio su nessuno, è soltanto un mio pensiero che spingeva dentro per prendere forma.

Sono di certo un po' fuori dal tempo ma continuo ancora a credere nel cervello come fonte suprema di seduzione.

venerdì 18 giugno 2021

VdL - Anche le pulci prendono la tosse, Roberto Costantini

 Dalla quarta di copertina di questo breve romanzo cito testualmente

"Una storia d'amore e di dolore, in cui si ride a crepapelle e si piange disperatamente, che parla del nostro tempo, delle nostre scelte, della possibilità di capovolgere il proprio futuro."

vi dico la verità, io non ho riso neanche un po', mi sono arrabbiata caso mai, ma ... accidenti se ho pianto...

La vicenda è ambientata ad Adeago, provincia di Bergamo, nel periodo fra il 19 Febbraio ed il 22 Marzo del 2020 ... avete già capito no? Covid-19 anzi allora era ancora e solo il coronavirus, covid-19 lo abbiamo chiamato da lì in avanti. Diciamo che un po' me lo aspettavo di stare male. data la vicinanza temporale dei fatti, ma non di ritrovarmi a singhiozzare durante la descrizione della morte in solitudine dei primissimi sfortunati malati. Lì ho capito quanto profondamente mi abbia segnato questa tragedia: l'urlo incessante delle sirene, gli ospedali allo stremo costretti a scegliere chi salvare e chi lasciare al proprio destino, la dolente fila dei camion dell'esercito che escono dalla città nel cuore della notte col loro carico di dolore...

Credo che la nostra generazione non potrà mai dimenticare quelle immagini, quei giorni di paura ed angoscia... è difficile anche scriverne... potrei riempire pagine così come potrei scrivere solo due parole sopraffatta dall'immensità di quello è successo.

Per cui lasciamo spazio al libro che, per fortuna, parla anche della vita che scorreva parallela ed inconsapevole a fianco della tragedia. Abbiamo un pugno di protagonisti: Raymond un poliziotto disilluso, Beatrice infermiera che s'inventa un malanno per sfuggire ai pericoli del Pronto Soccorso, Regina una professoressa annoiata dalla professione e quattro delinquenti Jacques, Unghienere, il Piscione e il Prete. Il capo è Jacques, marito di Regina e fratello di Raymond, l'unico "studiato" del gruppo, spietato e inflessibile; il Prete Sasà, chiamiamolo imprenditore del sesso, ha l'idea di buttarsi sul commercio delle mascherine ... da qui parte tutto ed una storia di fantasia cerca di dare spiegazioni a mille fatti imperdonabili accaduti in quelle zone in quei primi giorni di pandemia. 

Di nuovo la quarta di copertina ci avverte che "Nel momento più buio, uomini e donne che pensavano di non avere più niente da chiedere o da perdere si troveranno di fronte l'occasione per riscattare una vita spenta."

In questa tragedia immensa chiamata Covid-19 ci saranno i sommersi ed i salvati; ci sarà chi troverà, forse troppo tardi, il senso della vita, chi si riscatterà da un'esistenza trascorsa a chinare la testa, chi avrà un ultimo sussulto d'orgoglio e deciderà d'immolarsi facendo la cosa giusta e, forse, salvando migliaia di vite. E ci sarà chi morirà o sopravviverà, non si sa, nello squallore della propria anima priva d'ideali e compassione.

Leggetelo questo libro, non solo perché i proventi vanno in beneficenza, ma perché è un libro che tiene accesa la memoria. Io comprendo il bisogno di ricominciare a vivere, anch'io ce l'ho, ma, come per tutte le grandi tragedie collettive, sono convinta che non dobbiamo dimenticare troppo in fretta la lezione dataci da questi lunghi giorni di prigionia. 

Roberto Costantini


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

venerdì 4 giugno 2021

VdL - Ninfa dormiente, Ilaria Tuti

 Dopo il dovuto tempo dall'uscita del libro, ho affrontato "Ninfa dormiente", il secondo lavoro di Ilaria Tuti, giovane scrittrice friulana che proprio nella sua terra ama ambientare le storie che racconta.

Finalmente (devo dire finalmente) ho ritrovato uno dei personaggi più belli che abbia incontrato nella narrativa italiana, Teresa Battaglia. In questo romanzo Teresa è ancora commissario di polizia nonostante l'avanzare della malattia che l'affligge e che tiene nascosta ai colleghi; Teresa infatti, donna non più giovane, nel primo romanzo ha ricevuto una diagnosi tremenda: Alzheimer. Proprio a lei che fa della sua mente acuta ed intuitiva il principale strumento di lavoro! Così Teresa lotta ogni giorno contro i ricordi che spariscono e lo fa scrivendo assiduamente un diario su cui segna il risultato delle indagini, i piccoli grandi accadimenti di tutti i giorni e le sue riflessioni personali.

All'inizio di Ninfa dormiente la malattia di Teresa sta avanzando: spesso non ricorda gli avvenimenti più recenti ed il diario è la sua ancora di salvezza in un mare di ricordi che diventano sempre più confusi.

Ma vediamo la trama:

Il giovane Raffaello Andrian trova un quadro in soffitta, un quadro che è sicuramente dello zio Alessio Andrian; decide di farlo valutare pensando magari di venderlo, ma durante la valutazione emerge un fatto scioccante che provoca il coinvolgimento di Teresa Battaglia e della sua squadra ... il quadro è autentico, risalente all'Aprile del 1945, ed è stato dipinto col sangue. Il quadro ritrae una giovane donna addormentata di una bellezza ultraterrena, appunto una Ninfa Dormiente. Le situazione storico-psicologica in cui quel quadro ha visto la luce affonda le radici quasi nella leggenda; tutto ciò che si sa è che Andrian lo dipinse il 20 Aprile del 1945, mentre era sulle montagne come partigiano e che giorni dopo venne ritrovato in territorio sloveno, ricoperto di sangue non suo, delirante per la febbre e con il quadro stretto fra le mani. Da lui non si seppe mai nulla dell'accaduto perché da quel giorno si rifiutò di parlare e camminare riducendosi, fino ai giorni dell'indagine, ad un corpo inutile sostenuto però da una mente indomita e votata ad uno scopo ignoto a tutti. Si tratta di un "cold case" insomma e Teresa viene incaricata di scoprire cosa accadde quella notte di tanti decenni prima. Le indagini la porteranno in Val Resia, una valle unica a causa della particolarità genetica dei suoi abitanti. Sarà un viaggio in un passato che si protende oscuro sul presente; un viaggio attraverso se stessa, la propria malattia ed i suoi progetti per il futuro della squadra; un viaggio che affronterà insieme a Massimo Marini, il figlio mai avuto, che pure nasconde un segreto enorme. Entrambi dovranno imparare a trovarsi e così ritrovare se stessi, fidandosi e affidandosi l'uno all'altra, perdonandosi per gli errori del passato e da lì ricominciare ad affrontare il futuro. 

Come prima cosa vi dico cosa non mi ha convinto fino in fondo: il movente del delitto. La storia del culto del femminino sacro che impera nella valle l'ho sinceramente trovata un po' forzata e poco supportata poi dalla storia... Direi piuttosto che il culto della Dea è una scusa utilizzata da una mente nata malvagia per giustificare il suo gusto per il dominio, la violenza e la cattiveria. Questo è il mio punto di vista.

Tutto il resto è bellissimo. La storia di Alessio Andrian è bellissima, commovente e romantica. Le storie personali di Teresa e di Marini, che qui finalmente si svelano, sono profonde e sconvolgenti. L'autrice è bravissima a descrivere la psicologia dei personaggi, il loro mutare nel corso degli eventi, crescendo, cambiando, nel tentativo di trovare finalmente pace. Massimo la troverà nella paternità; Teresa alla fine non si sa bene; sappiamo che sta creando una squadra forte che sarà in grado di andare avanti da sola quando lei dovrà fermarsi e sappiamo che sentimentalmente troverà una sorta di famiglia in Marini. Il romanzo finisce 7 mesi dopo l'epilogo finale delle indagini e non ci viene detto chiaramente come sta Teresa, ma parrebbe ancora in grado di discernere. Quindi la domanda è: ci sarà altro? Parrebbe di sì visto che ho sentito vociferare di un terzo romanzo con la Battaglia come protagonista. 

Insomma mi pare ovvio che io ve lo consiglio tantissimo, anzi avrei piacere di confrontarmi con altri lettori sulla faccenda del femminino sacro! Quindi commentate se l'avete letto, per favore!!

Ilaria Tuti


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

Altri suggerimenti di lettura li potete trovare sul blog Homemademamma ideatrice del Venerdì del Libro.

venerdì 28 maggio 2021

VdL - Il filo che brucia, Jeffery Deaver

Nona indagine di Lincoln Rhyme ed Amelia Sachs. 

Stavolta i nostri sono al lavoro su due fronti: a Città del Messico è ricomparsa una vecchia conoscenza di Rhyme, L'Orologiaio l'unico criminale che non sia riuscito a catturare. Contemporaneamente a New York qualcuno comincia ad uccidere a caso utilizzando la corrente elettrica ad alta tensione. Le indagini portano velocemente ad identificare l'attentatore, che sembra mosso da motivi personali di risentimento nei confronti della società che gestisce la distribuzione della corrente, la Algonquin. 

Ma si sa che le indagini di Rhyme e Sachs sembra che portino in una direzione, ma poi riservano sempre eccitanti sorprese. Stavolta però Amelia è sinceramente spaventata dal modus operandi del killer che "frigge" le proprie vittime ignare come se fossero sulla sedia elettrica ... La corrente è subdola, c'è ma non la vedi, quindi devi sempre stare con la guardia alzata, proteggerti e pensare ad ogni possibile fonte di pericolo.

Da parte sua Lincoln non è in gran forma: la sua condizione di tetraplegico influisce fortemente sul funzionamento di alcune parti del suo corpo che reagiscono in maniera incontrollata a stimoli fuorvianti. Avrà un attacco di quelli tosti e ciò lo porterà a prendere una decisione pesantissima sul proprio futuro di uomo, di scienziato e di compagno di Amelia.

Molto bello anche questo romanzo, Lincoln Rhyme difficilmente tradisce le aspettative. Il ritmo non è sempre incalzante, a volte c'è qualche caduta d'attenzione, ma la perfezione non è per l'essere umano quindi nemmeno per gli scrittori. Finale spiazzante. Ho cambiato idea sull'assassino almeno tre volte ed alla fine non ci ho preso! Forse spiegazione dei moventi un po' stiracchiata al fine letterario, ma, di nuovo, pazienza: tanto lo sappiamo che Rhyme, nonostante le sue condizioni, è un superman della scientifica!

Consigliato agli amanti della serie.

Jeffery Deaver


Trovate molti altri suggerimenti di lettura sul blog Homemademamma.

venerdì 21 maggio 2021

VdL - Hunger Games, La ballata dell'usignolo e del serpente, Suzanne Collins

Non ricordo se ne ho scritto in passato, in realtà credo di no, ma una decina di anni fa mi sono appassionata alla saga di Hunger Games (che lessi tutto d'un fiato) e ne sono rimasta affascinata.
In seguito ho trasmesso la passione alle mie figlie, abbiamo comprato i DVD e, insomma, tutto il resto è storia: sappiamo tutto di Katniss, Peeta e del crudelissimo presidente Snow.
Per questo motivo, quando l'anno scorso è uscito questo nuovo romanzo, ero molto curiosa di sapere di cosa avrebbe trattato; e devo dire che, una volta vista la trama, mi sono approcciata alla lettura un po' titubante: il protagonista infatti è proprio lui, il cattivone!

Siamo a Capitol City alla vigilia dei decimi Hunger Games, quindi 64 anni prima dei fatti narrati nella Trilogia. Coriolanus Snow è un giovane diciottenne, allievo dell'Accademia di Capitol City. Pur appartenendo ad una nobile casata, Snow, come gli altri superstiti della sua famiglia, è povero in canna. La guerra ha picchiato duro sulla capitale di Panem e sugli Snow, privando il giovane Coriolanus di entrambi i genitori e di tutte le ricchezze. Quello che rimane loro è solo lo stile, l'educazione aristocratica ed il lignaggio, infatti il motto di famiglia è che "gli Snow si posano sopra, come la neve"!
Per questo motivo Coriolanus è orgogliosissimo di essere stato scelto, insieme ad altri studenti dell'Accademia, come mentore per la nuova edizione dei Giochi. Spera anche di fare un'ottima figura e di vincere una borsa di studio per l'università, visto che non può permettersi le spese per il proseguimento degli studi. Il sorteggio gli regala però una delusione, infatti a lui tocca il tributo femmina del Distretto 12. Ma già alla cerimonia della  Mietitura il suo tributo, Lucy Gray, gli farà capire che forse la sorte non è stata così avara con lui; certo Lucy Gray è una ragazza (quindi, sulla carta, più debole), ma dimostra di avere una caratteristica che può risultare vincente: sa come affascinare il prossimo. Scopriremo poi che Lucy Gray ed i suoi parenti vivono nel Distretto 12, ma non vi appartengono, sono infatti artisti girovaghi e cantano per sopravvivere.
Una volta arrivata a Capitol City, la bella voce della ragazza contribuisce a farla amare dal pubblico, complice l'intuito di Coriolanus che fa di tutto per sfruttare le sue doti. Mentre i Giochi cominciano, con il loro tributo di morte, il giovane Snow sente crescere dentro di se dei sentimenti per il suo tributo, ricambiati fra l'altro. Per questo e per la smania di eccellere e di acquisire favore, Coriolanus farà di tutto per portare Lucy Gray alla vittoria, anche azioni non consentite dal regolamento. Dove porterà tutto questo?

Dunque, diciamo che cominciare a leggere un romanzo sapendo che il protagonista è un uomo crudele, senza scrupoli ed infido (almeno in futuro) non è proprio il massimo. Infatti, inizialmente non riuscivo ad entrare in sintonia con il libro. Poi ho cercato di prendere la cosa da un altro lato; non sempre si possono amare i personaggi (per dire la verità non è che mi piaccia tantissimo nemmeno Lucy Gray) ma possiamo sfruttare l'occasione per capire la genesi dei romanzi successivi. 
In questo modo ho intuito che forse era proprio questo l'intento della Collins, farci capire i fatti alla base della nascita degli Hunger Games e la loro trasformazione nel tempo. 
Si tratta di un romanzo molto diverso dai precedenti che erano molto basati sull'azione; questo prequel invece si presenta più come un romanzo di analisi e riflessione. La narrazione è divisa in tre parti: prima dei Giochi, durante lo svolgimento dei Giochi e dopo la conclusione dei Giochi, temporalmente parliamo di circa 3 mesi di tempo ... un po' pochino per trasformare un ragazzo in un supercattivo... ma questo è solo un mio parere.
 Inizialmente infatti non è possibile dare giudizi morali su Coriolanus e, sinceramente, non siamo in grado di farlo fino alla conclusione del romanzo; non è ne buono ne cattivo, è un adolescente normalissimo, estremamente ambizioso quello sì, ma con le sue luci e le sue ombre come tutti. 
Forse dipende dal fatto che il racconto procede dal punto di vista di Snow (un narciso veramente interessato solo a se stesso e pochissimo agli altri), ma ho trovato che, a parte il suo, tutti gli altri personaggi sono molto piatti. La stessa figura di Lucy Gray non viene approfondita; di lei sappiamo che canta, che è un'artista, come tutta la sua famiglia, che ha avuto un precedente amore, Billy, e vive in povertà come ogni abitante del Distretto 12. Cosa veramente passi nella mente della ragazza non possiamo saperlo.
Stessa cosa per Seianus, quasi la nemesi di Snow, che pure è un personaggio importante. Eppure quello che sappiamo di lui proviene tutto dalle prime pagine del romanzo: originario dei distretti approda a Capitol City grazie ai soldi del padre, buono d'animo non può dimenticare le sue origini quindi non può essere d'accordo con la funzione attribuita agli Hunger Games. Ciò lo porta a ribellarsi, ma in maniera scomposta, senza ottenere nulla e senza nemmeno imparare dai proprio errori; un'anima candida destinata al disastro. E dire che il suo rapporto d'amicizia con Coriolanus è fondamentale per la trasformazione di quest'ultimo.
La parte invece molto apprezzabile del libro è la possibilità di vedere le cose con gli occhi degli abitanti di Capitol City, che invece nella Trilogia appaiono come ricconi vanesi e senza etica. Per la prima volta sentiamo parlare della guerra causata dalla ribellione dei distretti, del dolore e delle privazioni subiti dalla capitale. Privazioni che hanno segnato profondamente il nostro protagonista, tanto da renderlo fermamente deciso a non trovarsi mai più in condizioni d'indigenza, a qualsiasi costo.
Col procedere della lettura capiamo, e lo facciamo insieme a Coriolanus, da dove nasce la paura che Capitol City nutre nei confronti dei distretti, come i distretti vedono realmente Capitol City e come dei Giochi in realtà non interessi molto a nessuno. Deus ex machina è la professoressa Gaul, scienziata psicopatica, cultrice dei Giochi e capo Stratega, donna crudele e vendicativa che vede in Snow delle potenzialità e trama per farne un proprio discepolo. Lo fa rinfocolando in lui l'odio per i distretti, mostrandogli la legittimità del tradimento, la necessità della punizione; nei suoi sogni Capitol City deve regnare su Panem con pugno di ferro perché solo attraverso regole rigidissime si può salvare il Paese dal caos della guerra civile. Secondo la Gaul è vero l'hobbesiano "homo homini lupus" e le leggi e le severe punizioni sono le uniche vie per regolare la convivenza. 
Gli Hunger Games dovrebbero essere una punizione esemplare per i distretti, ma nella pratica sono un flop, un inutile massacro di giovani vite fine a se stesso. Infatti nei distretti i Giochi non sono temuti (se non nel momento della Mietitura) e non sono seguiti un po' per disinteresse puro e semplice, un po' perché si è troppo impegnati a sopravvivere, un po' perché non ci sono i mezzi tecnologici per seguire lo show. C'è bisogno di un cambiamento nel format (se vogliamo chiamarlo così) quindi la Gaul coinvolge Coriolanus e gli altri studenti in progetti e proposte che volgano ad un rinnovamento degli Giochi: ecco quindi l'introduzione delle scommesse e degli sponsor per procurare cibo ai tributi (tutte idee di Snow volte a favorire la vittoria di Lucy Gray). Da qui parte quindi la genesi dei futuri Hunger Games a cui parteciperà Katniss Everdeen. 
Nella terza parte del libro, ambientata nel Distretto 12, i rimandi ai libri precedenti si sprecano (primo fra tutti la stessa parola "katniss", inventata da Lucy Gray come nome per una pianta di cui si nutre), tanto da portarci a sospettare che esista un legame fra Lucy Gray e Katniss... Forse quindi così si spiega il mancato approfondimento di questo personaggio: che ci sia qualcosa che ancora bolle in pentola? Che ci sia ancora una storia da raccontare ma, questa volta, dal punto di vista di Lucy Gray? Chissà se la Collins avrà ancora qualche sorpresa per noi!
Per concludere direi che ho trovato la fine un po' frettolosa; tutti sappiamo che Snow diventerà un tiranno da manuale, quindi c'è poco da sperare che l'amore trionfi, ma nel giro di pochi minuti Coriolanus passa dall'amore all'odio; la fame di potere e gloria lo porta a voltare le spalle a ciò che fino a pochi momenti prima considerava il proprio destino... Il suo personaggio, che barcollava sul filo del rasoio fra normalità e cattiveria, improvvisamente getta la maschera, anche con se stesso, e abbraccia il male, totalmente. Da lì in poi nessun atto gli sembrerà mai troppo riprovevole, nessun assassinio troppo spietato, nessuna menzogna troppo crudele. Il suo motto sarà "mai più farsi indebolire dall'amore" ed il ricordo di Lucy Gray, sparita nel nulla, diverrà un eterno monito all'inutilità dell'amore e dei sentimenti.
Mi è sembrato tutto un po' troppo repentino.

Nel complesso, dopo un inizio difficoltoso e non troppo coinvolgente, il libro mi è piaciuto anche se non mi sento di dargli più di tre fiorellini. Chiaramente lo consiglio solo ai fan della serie.

Suzanne Collins



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

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venerdì 14 maggio 2021

VdL - Il gioco bugiardo, Ruth Ware

 Si tratta di un libro che ho acquistato da poco e che mi ha incuriosito per la sinossi. Non posso dire che mi abbia delusa, però ha suscitato in me sentimenti contrastanti. Vediamo un po' di cosa tratta.

Isa è mamma da sei mesi della piccola Freya ed è completamente presa dal suo nuovo ruolo di mamma e di compagna. Un un giorno riceve un breve messaggio, "Ho bisogno di voi". A spedirlo è Kate, ex-compagna di collegio e amica per la vita; Kate le sta richiamando, lei, Fatima e Thea (le quattro amiche di un tempo) e le sta richiamando a Salten, dove Kate vive da sempre e dove tutte hanno frequentato un collegio privato. Facendo un salto nel passato sapremo che le ragazze si sono conosciute il primo giorno di scuola, sono diventate amiche, quasi sorelle, ed hanno cominciato a frequentare la casa di Kate, dove vivevano anche il padre Ambrose, insegnante d'arte al collegio, e Luc il fratellastro francese di Kate. In quegli anni di giovinezza le quattro amiche vivono una vita libera e selvaggia, infrangono le regole del collegio con noncuranza, fumano, bevono e inventano un gioco, il gioco delle bugie. Un evento drammatico le imprigionerà per sempre in quel gioco, costringendole a mentire per il resto della vita. Ma ora qualcosa è venuto a galla, una vita di menzogne sta per essere scoperta e forse una di loro, da sempre, mente anche a tutte le altre.

Devo dire che nel complesso è un libro ipnotico, non riuscivo a staccarmi, dovevo sapere, sapere, sapere. Il che tutto sommato è quasi inspiegabile perché la storia non è ne' originalissima ne' particolarmente realistica. Inoltre ero affascinata dalla storia tanto quanto ero disturbata dai personaggi, specialmente da Isa che trovo insulsa oltre ogni dire. Incapace di affrancarsi dal passato, incapace di assumersi le proprie responsabilità, incapace di gestire una bambina piccola (ma qui la scuso perchè non è facile), incapace di confessare almeno a se stessa se ama o non ama il proprio compagno. Condannata a vivere nella nostalgia del passato ed, al contempo, terrorizzata da quello stesso passato. Così succube dei esso, del legame con Kate, da rischiare di giocarsi il presente (la famiglia ed il lavoro) per proteggere un'amica dei tempi del collegio ... insomma una donna prima di giocarsi figlia e compagno a forza di menzogne magari un po' ci pensa...

Di contro devo dire che l'atmosfera è descritta molto bene. Sembra di trovarsi lì, nella casa-mulino di Kate e di viaggiare con le protagoniste nei ricordi della giovinezza. Sì, questa parte è molto bella e scritta con bravura.

Nel complesso è un libro che mi sento di consigliare, magari da leggere al sole in relax.

Ruth Ware

GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

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venerdì 7 maggio 2021

VdL - La ragazza della luna, Lucinda Riley

 Ennesimo capitolo della saga delle "Sette sorelle". Ammetto che questo libro, finora, è stato quello che mi ha preso meno. 

Tiggy, fra le sorelle D'Aplièse, è l'amante della natura e degli animali; la vediamo approdare alla tenuta di Kinnaird, in Scozia, con lo scopo di reintrodurre in natura alcuni esemplari di gatto salvatico. Qui conosce molte persone che le cambieranno la vita: Charlie, il medico proprietario di cui s'invaghisce, la sua giovane e sensibile figlia Zara e soprattutto il vecchio gitano Chilly che la guiderà verso il suo passato e la porterà a casa come, in passato, era stato predetto...

Tutto molto ben scritto, bei personaggi, soprattutto quelli del passato ispirati a persone veramente esistite. Però anche tutto un po' già visto ... insomma alla fine è la storia delle sorelle precedenti: la protagonista approda ad una nuova realtà che le permetterà di conoscere le sue origini ed alla fine le regalerà anche l'amore. Bello sì, ma al quinto libro diventa un po' trito e ritrito. 

Fra l'altro Tiggy, nonostante la sua dolcezza, è la sorella che mi prende di meno: la trovo un personaggio con poco sugo, anche la sua ricerca delle origini non è così sentita come nei libri precedenti. Non voglio giudicare la Riley perché io non sono nessuno e lei è un'autrice mondiale, però sembra quasi che l'abbia scritto con poca ispirazione...

Nonostante ciò tengo duro perché ormai mancano solo 2 libri e io DEVO sapere la verità su Pà Salt! Ora mi manca "La ragazza del sole" dove la protagonista è Electra, decisamente la più antipatica (a pelle) delle sorelle: spero che mi sorprenda, di bello almeno c'è che ci porterà in Africa. Vedremo.

Lucinda Riley

GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

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venerdì 30 aprile 2021

L'istituto, Stephen King - VdL

 Negli ultimi anni, ma farei meglio a dire decenni, i lavori di King mi hanno suscitato sentimenti molto contrastanti. Io stessa, che lo considero uno dei miei autori favoriti, per un certo periodo ho faticato a ritrovarmi in alcuni suoi romanzi, primo fra tutti "L'acchiappasogni" che ho abbandonato senza tanti rimpianti.

Poi c'è stato un meraviglioso ritorno con "22/11/63", che personalmente considero uno dei suoi capolavori. Poi di nuovo buio ma per un limite mio, non ce la faccio quasi mai a leggere libri che mi suscitano angoscia e inquietudine. Quest'ultimo romanzo ci è arrivato in casa un po' a sorpresa, infatti si tratta di un regalo del nonno per la Pissi. Visto che lei era impegnata con altro, io non ho proprio saputo resistere e ... beh eccoci qui!

Nei mesi scorsi ho letto pareri contrastanti (neanche a dirlo), ma, per quanto mi riguarda, devo dire che in questo romanzo ho trovato uno dei migliori lavori di King degli ultimi tempi. Non disdegno i suoi mostri infernali, ma per i miei gusti lo apprezzo di più quando la paura è più radicata alla realtà e meno a faccende demoniache o extraterrestri.

Rispondendo ad un impulso improvviso, Tim, ex poliziotto della costa Ovest, cede il proprio posto sull'aereo che dovrebbe portarlo a New York e si avventura in un viaggio coast-to-coast che lo deposita temporaneamente, almeno nelle sue intenzioni, a DuPray in North Carolina. DuPray non è Castel Rock ma ci assomiglia parecchio: piccolo paese perso nel nulla dove, sotto sotto, qualcosina d'inquietante (nella persona del proprietario del motel) c'è. Tim si ferma qui e diventa guardia notturna, con l'intenzione di mettere via qualche soldo e di proseguire poi il viaggio per New York.

Contemporaneamenten, a Minneapolis. Luke è un dodicenne con un QI decisamente superiore alla media. Frequenta perciò una scuola speciale per ragazzi molto dotati e si accinge a svolgere i test d'ingresso per il MIT e contemporaneamente per l'Emerson College di Boston. Un genietto insomma, ma anche un ragazzino che ama la pallacanestro, i videogiochi e la pizza con i genitori. Luke ha anche un'altra piccola dote, che i genitori prendono con molta naturalezza e che in effetti non lo fa sentire più speciale di altri: quando è emotivamente carico, in positivo o negativo, riesce a spostare leggermente gli oggetti. In altre parole è telecinetico. Ma, niente di che, piccole vibrazioni.

Una notte però accadrà qualcosa che cambierà tutta la vita di Luke: una squadra paramilitare penetra in casa mentre tutti dormono e lo rapisce.

Luke si sveglierà all'Istituto, una struttura dove vengono portati ragazzini rapiti in varie parti del Paese; all'Istituto i ragazzi vengono sottoposti a esami medici, iniezioni non specificate, che a volte li fanno stare malissimo, ed altre cose decisamente poco piacevoli, il tutto al fine di far sì che "vedano i puntini colorati". In breve Luke scopre che gli altri ragazzi hanno "poteri" simili o superiori ai suoi: telecinesi e telepatia. A loro viene spiegato che si trovano lì perché "arruolati" al servizio del Paese per cui devono svolgere un compito al fine del quale verrà cancellata loro la memoria e verranno rimandati a casa. Appena arrivano i ragazzi sono destinati alla Prima Casa e qui Luke fa amicizia con Kalisha, George, Nick e Avery Dixon il più piccolo ma il più dotato. Dopo gli esami della Prima Casa, dove subiscono anche le angherie dei sorveglianti che ottengono l'obbedienza a suon di schiaffi e scosse elettriche, vengono spostati alla Seconda Casa. A quel punto ognuno di loro ha già capito che la Seconda Casa è l'anticamera dell'inferno e che lì non si fa più ritorno.

Ma Luke riesce a fuggire e la sua fuga lo porta a DuPray e fra le braccia di Tim che dapprima non riuscirà a credere all'incredibile storia del ragazzo, ma fatti terribili lo convinceranno che è tutta pura realtà. Ma Luke non è solo fuggito ... Luke ha promesso di tornare a salvare i suoi amici...

Ho già detto molto, ma assolutamente non svelerò quale attività si svolge nella Seconda Casa perché è la parte nevralgica del romanzo. E nemmeno vi svelerò se Luke e Tim riusciranno a tornare all'Istituto e a salvare i piccoli prigionieri.

Quel che conta dire è che davvero, in varie parti del romanzi, troviamo la potenza evocativa di King. La prima parte con la descrizione del viaggio di Tim ed il suo arrivo a DuPray io l'ho trovata superba: il miglior King d'annata, sembra proprio di essere lì, nel cuore della Carolina del Nord.

La parte dedicata all'Istituto mi ha molto angosciata perché quando si parla di angherie e soprusi a spese di bambini mi sale altro che la bile!! Non è un romanzo horror, non ci sono scene splatter, o almeno sono poche e soft, ma la paura dei ragazzi trasuda da ogni pagina.

Insomma anche se il succo della storia è ovviamente fantastico e paradossale, King riesce a farcelo sembrare se non reale perlomeno possibile. Uno scrittore magistrale, che nella sua carriera letteraria a volte ha un po' inciampato, ma che quando imbrocca il binario giusto ti prende, ti trascina e ti coinvolge fino all'ultima pagina. Che poi, via, uno scivolone capita a tutti a questo mondo no?

Se reggete il genere, ovviamente, lo straconsiglio!

Stephen King


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀ 1/2

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venerdì 19 febbraio 2021

VdL - Amore in minuscolo, Francesc Miralles

 Buongiorno amiche!

Spinta dalla quarta di copertina che prometteva un gatto come protagonista, mi sono ritrovata a leggere questo breve libricino dove il gatto rimane, tutto sommato, abbastanza marginale; in compenso le stranezze si sprecano in termini di protagonisti umani!

Il giorno di Capodanno un gatto s'insinua nella vita di Samuel, professore di tedesco single e abbastanza tristanzuolo. La presenza del gatto sembra dare il via ad una serie di eventi che scombussoleranno la sua noiosa e sonnolenta esistenza: Samuel incontra prima il vecchio Titus, inquilino dell'ultimo piano, che gli affiderà il delicato compito di concludere un suo libro. Sempre in seguito ad una richiesta di Titus, Samuel conoscerà prima Valdemar, "uomo della Luna", scienziato e scrittore visionario, e poi Gabriela, primo amore mai dimenticato.

In seguito a questo primo evento, l'arrivo inatteso ed indesiderato di un gatto, Samuel annasperà nel tentativo di cambiare la propria vita, aiutando Titus, aiutando Valdemar e facendo una corte goffissima a Gabriela.

Devo dire che nel complesso la storia è veramente molto strampalata; le conversazioni con Valdemar le chiamerò surreali, ma probabilmente si tratta di un gentile eufemismo! Samuel invece è un bel personaggio, realistico nella sua timidezza, goffaggine, inesperienza emotiva; pochi sono capaci come lui di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato! 

Il lieto fine è quasi d'obbligo, dopo tante disdette, e ci rimane solo il dubbio di sapere che fine avrà fatto Valdemar ... che sia riuscito a partire per la Luna?...

Nel complesso un libro curioso che mi sento anche di consigliare.



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

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venerdì 5 febbraio 2021

VdL - Il cacciatore del buio, Donato Carrisi

Il libro di oggi "Il cacciatore del buio" è il seguito de "Il tribunale delle anime" di cui ho parlato qui.

Protagonisti sono il monaco Marcus e Sandra Vega, poliziotta addetta alle rilevazioni fotografiche. Dopo i tumultuosi eventi del primo volume, che avevano portato Sandra a Roma, li ritroviamo entrambi nella capitale. Sia Marcus che Sandra continuano il loro lavoro: Sandra è entrata nella squadra di polizia di Roma ed ha anche trovato un compagno, un premuroso professore di liceo di origini anglosassoni, Max. Marcus è sempre alle prese con il suo lavoro di penitenziere, sempre sulle tracce del male e delle sue anomalie. Marcus però non ha mai dimenticato Sandra e, di nascosto, veglia su di lei e sulla sua sicurezza.

Un delitto mostruoso si è consumato, vittima una giovane suora, proprio fra le mura del Vaticano. Marcus è chiamato ad indagare, ma dopo un anno non ha trovato traccia alcuna del colpevole e viene invitato a desistere dal suo mentore. Nuovi delitti cercano giustizia: sembra che a Roma sia comparso un serial killer di coppiette; i giovani vengono uccisi con un crudele rituale che sembra basato sulla menzogna del loro stesso amore: un coltello piantato nello sterno ed un colpo di pistola sembrano le firme dell'assassino. Anche Sandra viene chiamata a compiere le rilevazioni sulla scena del primo delitto e qui comincia a cogliere dettagli molto strani. Col tempo si capisce che non si tratta solo del serial killer; qualcuno o addirittura un gruppo di persone protegge l'assassino tentando di sviare le indagini. Perché ci sono tre livelli a proteggere il grande segreto che si cela dietro questi delitti: il bambino di sale, l'uomo con la testa di lupo e l'ultimo segreto ... quello che mai e poi mai deve essere svelato.

La storia è veramente complessa, molte storie s'intrecciano e si celano l'una dentro l'altra, come in un gioco di scatole cinesi. Nel complesso però questo romanzo non mi ha convinta del tutto. Fermo restando il talento narrativo di Carrisi e la sua abilità stilistica, ho trovato però il tutto un po' forzato. Lo stesso nesso fra il serial killer (la cui vita passata ha dell'incredibile) e la setta che si cela dietro lui e lo protegge nel nome del "mantenimento del male nel mondo" mi è sembrata oltre che inverosimile anche poco sensata. 

I personaggi, considerando che è il sequel di un altro libro con gli stessi interpreti, evolvono veramente poco, soprattutto Marcus a cui, mi pare, viene destinata un'evoluzione decisiva nel terzo libro. Qui pare crogiolarsi nelle sue deprivazioni, derivanti dal sue essere un sacerdote, e nella sua mancanza di memoria passata. E' attratto da Sandra, si ritrovano entrambi coinvolti l'uno dall'altra, ma la cosa finisce lì. Sandra sembra più consapevole dei cambiamenti che avvengono nel suo cuore: si è costruita una nuova vita a Roma, sicura ed accogliente, ma quando il male ritorna capisce che quella sicurezza non fa per lei, che il suo cuore cerca altro. 

In un certo senso è come se il succo del romanzo risieda nel suo principio e nel finale: il caso della suora massacrata in Vaticano. Quello che c'è in mezzo sembra un po' un riempitivo, una storia che andava raccontata per distrarci un po' e portarci poi alla vera storia, quella che leggeremo nel terzo romanzo, dove, credo, la verità su Marcus verrà rivelata.

Nel complesso è un buon romanzo, avvincente quanto basta e scritto benissimo. 



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀

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venerdì 29 gennaio 2021

VdL - Le ossa della principessa, Alessia Gazzola - Serie "l'Allieva"

 Non è la prima volta che recensisco un'avventura di Alice Allevi, questa serie mi ha presa fin dalla prima volta che ne ho letto. Poche settimane fa le sue avventure televisive si sono concluse con un romantico matrimonio con C.C. (con mi grande gioia perché sono una romanticona). Ora però devo sapere come si concludono le sue vicende sui libri.

Ecco, in questo romanzo la lettera si distanzia dall'immagine. Casualmente vengono rinvenute le ossa di Viviana Montosi, giovane archeologa scomparsa nel nulla qualche anno prima. Contemporamente scompare anche Ambra Negri della Valle, l'Ape Regina, ex di Claudio e primadonna incontrastata dell'Istituto di Medicina Legale. Le indagini della polizia, cui Alice collabora come al solito, dovranno stabilire se c'è una connessione fra le due sparizioni.

Se la base del racconto è identica, i personaggi si differenziano molto da quelli televisivi per scelte e destini. L'antipatica Ambra fa una figura molto migliore nel libro che nella serie ed il fratello di Alice, Marco, veleggia verso un destino assolutamente diverso da quello del suo alter ego televisivo. La narrazione si svolge fra l'Italia e la Palestina, un luogo affascinante e pieno di un passato difficile che, come sappiamo, incide profondamente sulle incertezze del presente. 

Mi è piaciuto molto, a differenza dei libri precedenti, il racconto della vita della vittima; sono stata a Gerico con lei, sotto il sole ed in mezzo alle rovine; a Tel Aviv con i suoi colori e profumi ed il romanticismo di un nuovo amore. Nei romanzi precedenti le indagini non sono, diciamo, le protagoniste della storia, imperniata invece sulle sfortune di Alice, e semplicemente fanno da sfondo. Qui è il contrario.

Nel complesso, avendo visto la serie, la lettura dei libri ha perso un po' il suo mordente; ma questo è carino se si soprassiede su un'Alice al culmine dell'indecisione fra C.C. e l'odioso Arthur.

Consigliato a chi la ama.

Alessia Gazzola

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venerdì 22 gennaio 2021

VdL - L'uomo scomparso, Jeffery Deaver

 Sono un'appassionata di Lincoln Rhyme fin dalla sua prima, più famosa, avventura, quella del Collezionista di ossa. Non amo nessuno dei film e/o serie televisive che ne hanno tratto e non ho mai perso tempo a guardarne alcuna (tranne il primo film con Denzel Washington, una grande delusione).

Lincoln e Amelia si trovano qui alla loro quinta indagine insieme, come professionisti e come coppia, e stavolta l'intrigo è davvero complesso ed il colpevole sembra davvero imprendibile.

Il Negromante uccide simulando spettacoli d'illusionismo; l'unica, non piccola differenza, è che le vittime muoiono davvero e lui svanisce nel nulla. Un omicida apparentemente senza identità, senza volto e senza un movente. Come sempre nelle trame in cui Rhyme è protagonista, il tempo scorre impietoso verso una scadenza che nasconde chissà quali massacri; ma stavolta la lucida logica di Lincoln fa fatica a precedere i passi di un assassino che però è anche un artista dello spettacolo, imprevedibile e volubile. Stavolta lui ed Amelia avranno bisogno dell'aiuto di qualcuno che in quel mondo vive, una giovane illusionista che li guiderà in una realtà che non conoscono.

Beh, diciamo che Lincoln Rhyme difficilmente sbaglia il colpo (non li ho letti tutti però). Il ritmo è buono, di colpi di scena ce ne sono anche troppi, i personaggi non si smentiscono ed hanno un'altra piccola evoluzione personale durante lo svolgimento dei fatti. Diciamo che al limite si potrebbe obiettare che stavolta la fantasia di Deaver abbia lavorato ad un ritmo forsennato, costruendo una storia al limite ultimo del verosimile. Ma gli si può perdonare. La spiegazione finale dei fatti di Lincoln Rhyme è sempre impeccabile e gli si perdona volentieri qualche eccesso di licenza poetica.

Se vi piace il genere è sicuramente consigliato.



GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

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venerdì 15 gennaio 2021

VdL - La felicità del cactus, Sarah Haywood

 "La felicità del cactus" è indubbiamente un libro che merita e che mi è piaciuto molto. Falsamente leggero, in realtà racconta, con umorismo e levità, delle profonde ferite che il passato lascia sulle persone, plasmandone il carattere.

Susan Green non è certo una donna comune. Single non più giovanissima e fanatica della precisione e della programmazione, Susan però si trova a dover affrontare due imprevisti non da poco: un lutto famigliare ed una gravidanza non programmata.

La vita di Susan è scrupolosamente programmata: ha un appartamento su misura a Londra, un lavoro perfetto per il suo amore per la precisione ed un accordo particolare che soddisfa i suoi bisogni culturali e ... beh diciamo anche altri bisogni. L'importante è che non ci siano inutili intralci sentimentali; appena ne sente l'odore, Susan mette fuori gli aghi come quelli dei cactus che tanto ama collezionare. Ma la vita ha in serbo per lei un tiro birbone, e, nell'arco dei 9 mesi della gravidanza, Susan si troverà a rivedere certi punti di vista così categorici e magari a fiorire ... che poi si sa, i fiori del cactus sono bellissimi!

Un romanzo davvero, carino, divertente, pieno di humor inglese, ma che riesce comunque a farci capire che sotto la scorza dura di Susan c'è una giovinezza di grande sofferenza.

Dopo nove mesi di battaglie, interne ed esterne, Susan riuscirà a fare pace con tutto, col suo passato, con la famiglia ed anche con se stessa, sbocciando ad una nuova vita.

Non voglio dire di più perché questo è davvero un libro godibile che consiglio senza dubbio di leggere.

GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

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