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venerdì 4 giugno 2021

VdL - Ninfa dormiente, Ilaria Tuti

 Dopo il dovuto tempo dall'uscita del libro, ho affrontato "Ninfa dormiente", il secondo lavoro di Ilaria Tuti, giovane scrittrice friulana che proprio nella sua terra ama ambientare le storie che racconta.

Finalmente (devo dire finalmente) ho ritrovato uno dei personaggi più belli che abbia incontrato nella narrativa italiana, Teresa Battaglia. In questo romanzo Teresa è ancora commissario di polizia nonostante l'avanzare della malattia che l'affligge e che tiene nascosta ai colleghi; Teresa infatti, donna non più giovane, nel primo romanzo ha ricevuto una diagnosi tremenda: Alzheimer. Proprio a lei che fa della sua mente acuta ed intuitiva il principale strumento di lavoro! Così Teresa lotta ogni giorno contro i ricordi che spariscono e lo fa scrivendo assiduamente un diario su cui segna il risultato delle indagini, i piccoli grandi accadimenti di tutti i giorni e le sue riflessioni personali.

All'inizio di Ninfa dormiente la malattia di Teresa sta avanzando: spesso non ricorda gli avvenimenti più recenti ed il diario è la sua ancora di salvezza in un mare di ricordi che diventano sempre più confusi.

Ma vediamo la trama:

Il giovane Raffaello Andrian trova un quadro in soffitta, un quadro che è sicuramente dello zio Alessio Andrian; decide di farlo valutare pensando magari di venderlo, ma durante la valutazione emerge un fatto scioccante che provoca il coinvolgimento di Teresa Battaglia e della sua squadra ... il quadro è autentico, risalente all'Aprile del 1945, ed è stato dipinto col sangue. Il quadro ritrae una giovane donna addormentata di una bellezza ultraterrena, appunto una Ninfa Dormiente. Le situazione storico-psicologica in cui quel quadro ha visto la luce affonda le radici quasi nella leggenda; tutto ciò che si sa è che Andrian lo dipinse il 20 Aprile del 1945, mentre era sulle montagne come partigiano e che giorni dopo venne ritrovato in territorio sloveno, ricoperto di sangue non suo, delirante per la febbre e con il quadro stretto fra le mani. Da lui non si seppe mai nulla dell'accaduto perché da quel giorno si rifiutò di parlare e camminare riducendosi, fino ai giorni dell'indagine, ad un corpo inutile sostenuto però da una mente indomita e votata ad uno scopo ignoto a tutti. Si tratta di un "cold case" insomma e Teresa viene incaricata di scoprire cosa accadde quella notte di tanti decenni prima. Le indagini la porteranno in Val Resia, una valle unica a causa della particolarità genetica dei suoi abitanti. Sarà un viaggio in un passato che si protende oscuro sul presente; un viaggio attraverso se stessa, la propria malattia ed i suoi progetti per il futuro della squadra; un viaggio che affronterà insieme a Massimo Marini, il figlio mai avuto, che pure nasconde un segreto enorme. Entrambi dovranno imparare a trovarsi e così ritrovare se stessi, fidandosi e affidandosi l'uno all'altra, perdonandosi per gli errori del passato e da lì ricominciare ad affrontare il futuro. 

Come prima cosa vi dico cosa non mi ha convinto fino in fondo: il movente del delitto. La storia del culto del femminino sacro che impera nella valle l'ho sinceramente trovata un po' forzata e poco supportata poi dalla storia... Direi piuttosto che il culto della Dea è una scusa utilizzata da una mente nata malvagia per giustificare il suo gusto per il dominio, la violenza e la cattiveria. Questo è il mio punto di vista.

Tutto il resto è bellissimo. La storia di Alessio Andrian è bellissima, commovente e romantica. Le storie personali di Teresa e di Marini, che qui finalmente si svelano, sono profonde e sconvolgenti. L'autrice è bravissima a descrivere la psicologia dei personaggi, il loro mutare nel corso degli eventi, crescendo, cambiando, nel tentativo di trovare finalmente pace. Massimo la troverà nella paternità; Teresa alla fine non si sa bene; sappiamo che sta creando una squadra forte che sarà in grado di andare avanti da sola quando lei dovrà fermarsi e sappiamo che sentimentalmente troverà una sorta di famiglia in Marini. Il romanzo finisce 7 mesi dopo l'epilogo finale delle indagini e non ci viene detto chiaramente come sta Teresa, ma parrebbe ancora in grado di discernere. Quindi la domanda è: ci sarà altro? Parrebbe di sì visto che ho sentito vociferare di un terzo romanzo con la Battaglia come protagonista. 

Insomma mi pare ovvio che io ve lo consiglio tantissimo, anzi avrei piacere di confrontarmi con altri lettori sulla faccenda del femminino sacro! Quindi commentate se l'avete letto, per favore!!

Ilaria Tuti


GIUDIZIO PERSONALE: ❀❀❀❀

Altri suggerimenti di lettura li potete trovare sul blog Homemademamma ideatrice del Venerdì del Libro.

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