Questo libro era in attesa da parecchio e, quando finalmente è venuto il suo turno, bah .... mi ha lasciato un po' così, non delusa ma nemmeno conquistata. Il romanzo in questione è "Le colpe dei padri" di Alessandro Perissinotto.
Trama:
Torino, ai giorni nostri. La vita di Guido Marchisio, 46enne manager rampantissimo di una multinazionale tedesca, romba senza intoppi come il motore dell'ammiraglia fornitagli dall'azienda: una carriera spianata, un matrimonio finito e una nuova e giovane compagna che tutti gli invidiano. Finché un giorno una microfrattura comincia a scalfire la superficie della perfezione: scampato per un pelo un incidente stradale, Guido si ferma in un bar e qui, uno sconosciuto dall'aspetto losco e proletario, lo chiama Ernesto e gli dice di essere un suo amico d'infanzia. Il sospetto che esista un suo gemello s'insinua giorno dopo giorno nella mente di Guido, diventa un'ossessione e lo spinge a fare ricerche su questo Ernesto Bolle. Lentamente la sua vita comincia a scivolare verso la rovina, così come sta accadendo all'azienda in cui lavora e della cui rovina Guido è il braccio esecutivo: a lui tocca il lavoro sporco della cassa integrazione prima e dei licenziamenti poi; a lui toccano i fischi, le occhiate in tralice e le minacce che alla fine divengono fatti. La vita di Guido si sbriciola sotto tutti gli aspetti, perché quello che scopre investigando sul suo sosia (se di sosia si tratta) scardina le sue certezze, i suoi ricordi, l'intero percorso della vita. Riuscirà Guido Marchisio a riemergere dalle ceneri di se stesso o soccomberà a un destino che sembra già segnato fin dalla prima pagina?
Il romanzo non è male, la storia è interessante ed è anche l'occasione, per l'autore, di portare l'attenzione sulla difficile situazione odierna dell'amata Torino (così come di altre città italiane) attraversata da una crisi economica e sociale che sembra non avere soluzione. Partendo dal proprio passato, Guido ci mette davanti un affresco della Torino degli anni '70; sullo sfondo la grande Fiat, detta "la Feroce", che fagocitava vite e generazioni, che gestiva a livello nazionale l'approccio fra azienda e operai. Una Torino che vedeva sorgere i quartieri-dormitorio e in cui nascevano le lotte sindacali atte a contrastare la prima ondata di cassa integrazione e di licenziamenti; qui nascevano anche le tensioni locali, gli atti di terrorismo, le gambizzazioni dei dirigenti e la lotta armata. Torino e la Fiat appaiono dunque come fucina dell'Italia stessa che cavalcherà e sarà travolta dalla stessa andata di violenza e rabbia. Il confronto con la città di oggi è desolante: la lotta sociale è quasi scomparsa e comunque è molto debole; gli operai, lasciati soli di fronte al licenziamento, spesso scelgono la via d'uscita più disperata. Sì, questo romanzo è un confronto di due epoche, vicine ma molto diverse, così com'è il confronto di due uomini, uguali ma diametralmente opposti. Insomma la tematica c'è tutta. Personalmente non sono stata conquistata dallo stile dell'autore: un po' troppo divagazioni su se stesso, scrittura un po' lenta che distrae dal punto focale ... insomma non gli posso dare pieni voti per questo motivo, ma consiglio comunque di leggerlo per i temi trattati.
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
QUI i suggerimenti del VdL di oggi
Trama:
Torino, ai giorni nostri. La vita di Guido Marchisio, 46enne manager rampantissimo di una multinazionale tedesca, romba senza intoppi come il motore dell'ammiraglia fornitagli dall'azienda: una carriera spianata, un matrimonio finito e una nuova e giovane compagna che tutti gli invidiano. Finché un giorno una microfrattura comincia a scalfire la superficie della perfezione: scampato per un pelo un incidente stradale, Guido si ferma in un bar e qui, uno sconosciuto dall'aspetto losco e proletario, lo chiama Ernesto e gli dice di essere un suo amico d'infanzia. Il sospetto che esista un suo gemello s'insinua giorno dopo giorno nella mente di Guido, diventa un'ossessione e lo spinge a fare ricerche su questo Ernesto Bolle. Lentamente la sua vita comincia a scivolare verso la rovina, così come sta accadendo all'azienda in cui lavora e della cui rovina Guido è il braccio esecutivo: a lui tocca il lavoro sporco della cassa integrazione prima e dei licenziamenti poi; a lui toccano i fischi, le occhiate in tralice e le minacce che alla fine divengono fatti. La vita di Guido si sbriciola sotto tutti gli aspetti, perché quello che scopre investigando sul suo sosia (se di sosia si tratta) scardina le sue certezze, i suoi ricordi, l'intero percorso della vita. Riuscirà Guido Marchisio a riemergere dalle ceneri di se stesso o soccomberà a un destino che sembra già segnato fin dalla prima pagina?
Il romanzo non è male, la storia è interessante ed è anche l'occasione, per l'autore, di portare l'attenzione sulla difficile situazione odierna dell'amata Torino (così come di altre città italiane) attraversata da una crisi economica e sociale che sembra non avere soluzione. Partendo dal proprio passato, Guido ci mette davanti un affresco della Torino degli anni '70; sullo sfondo la grande Fiat, detta "la Feroce", che fagocitava vite e generazioni, che gestiva a livello nazionale l'approccio fra azienda e operai. Una Torino che vedeva sorgere i quartieri-dormitorio e in cui nascevano le lotte sindacali atte a contrastare la prima ondata di cassa integrazione e di licenziamenti; qui nascevano anche le tensioni locali, gli atti di terrorismo, le gambizzazioni dei dirigenti e la lotta armata. Torino e la Fiat appaiono dunque come fucina dell'Italia stessa che cavalcherà e sarà travolta dalla stessa andata di violenza e rabbia. Il confronto con la città di oggi è desolante: la lotta sociale è quasi scomparsa e comunque è molto debole; gli operai, lasciati soli di fronte al licenziamento, spesso scelgono la via d'uscita più disperata. Sì, questo romanzo è un confronto di due epoche, vicine ma molto diverse, così com'è il confronto di due uomini, uguali ma diametralmente opposti. Insomma la tematica c'è tutta. Personalmente non sono stata conquistata dallo stile dell'autore: un po' troppo divagazioni su se stesso, scrittura un po' lenta che distrae dal punto focale ... insomma non gli posso dare pieni voti per questo motivo, ma consiglio comunque di leggerlo per i temi trattati.
Giudizio critico : ❀❀❀ e 1/2
QUI i suggerimenti del VdL di oggi
Io ultimamente mi sono dedicata a letture dal ritmo piuttosto serrato... Credo che uno stile "rallenato" come dici tu convincerebbe poco anche me... Comunque si tratta di un libro che non conoscevo e il titolo, a dire il vero, mi attira... però dopo aver letto la tua recensione... passo!
RispondiEliminaE' un autore che non conosco, la trama sembra intrigante così come i temi trattati ma la tua recensione poco entusiasta me lo fa segnare nella mia lista con un punto di domanda.
RispondiEliminaGrazie per la condivisione!